[07/09/2007] Comunicati

Il Brasile propone un nuovo Unep per governare l’ambiente globalmente

LIVORNO. In un recente incontro a Rio de Janeiro il governo brasiliano ha proposto una via "intermedia" tra la creazione di un nuovo organismo internazionale per affrontare i problemi ambientali a livello globale e il già esistente Programma dell’Onu per l’ambiente (Unep).

«Il Brasile si pone «l’obiettivo fondamentale di creare uno spazio di coordinamento, all’interno dell’Onu con responsabilità normative, di cooperazione e di finanziamento – ha detto in una conferenza stampa João Paulo Capobianco, segretario esecutivo per l’ambiente del governo brasiliano -. La nostra è una proposta intermedia che no altera l’Unep».

La proposta brasiliana è stata formulata durante il summit “sviluppo sostenibile: sfida per la governabilità internazionale” che ha visto la presenza di rappresentanti dei governi di 22 Paesi tra i quali di ministri dell’ambiente Jean-Louis Borloo, Francia, Marthinus van Schalkwyk, Sudafrica, Djibo Ka, Senegal, Humberto Rosa, Portogalllo, Phil Woolas, Gran Bretagna e Roberto Dobles, Costa Rica.

L’incontro brasiliano ha ripreso il dibattito iniziato proprio a Rio de Janeiro nel 1992 con la Conferenza dell’Onu su ambiente e sviluppo, per capire quanto è stato realizzato degli accordi presi in quell’occasione.
I brasiliani dicono di voler evitare la polarizzazione tra la proposta francese, avanzata con grande risalto mediatico nel corso del summit dell’Ipcc a Parigi dall’ex presidente Chirac, che cerca di trasformare l’Unep in una organizzazione dell’Onu per l’ambiente, con mandato e poteri sufficienti, e quella di altri Paesi che propongono di rafforzare questa agenzia dell’Onu. Il Brasile, ha spiegato Marina Silva, propone una specie di "agenzia ombrello”, «che coordini le questioni di regolamentazione ambientale, finanziamenti e cooperazione, contribuendo alla coesione e all’efficacia dell’istanze già esistenti. L’iniziativa ha sorpreso positivamente ed ha creato una nuova base di negoziazione tra l’Unione Europea e i Pesi in via di sviluppo. Sono sicura – ha detto il ministro - che l’opzione brasiliana sarà un contributo per superare queste posizioni polarizzate».

Secondo Silva la necessità di un’alternativa al modo attuale di gestire le tematiche ambientali a livello planetario deriva dalla «crisi ambientale che stiamo vivendo, la governabilità ambientale non è soddisfacente».
L’Unep è invece considerata dai 22 Paesi riunitisi a Rio un’Agenzia con poteri e fondi insufficienti per poter davvero adempiere ai suoi molti mandati e compiti, anche per questo si moltiplicano forum, protocolli e trattati internazionali sull’ambiente, la cui esistenza, secondo il ministro dell’ambiente brasiliano, è diventata «imbarazzante» da giustificare davanti ai contemporanei «allarmanti indicatori di degrado ambientale del pianeta».

C’è quindi la necessità di unificare il dibattito su ambiente e sviluppo sostenibile dei quali non si capiva pienamente l’importanza quando fu organizzata la struttura dell’Onu. Un concetto posto crudamente dal cancelliere del Brasile, Celso Amorim già in apertura dell’incontro di Rio de Janeiro: «le grandi sfide di 15, 10 e 5 anni fa si sono aggravate. Non possiamo aspettare che questo quadro peggiori»

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