[12/09/2007] Acqua

Global warming, Gianni Piatti: «Un patto per il buon utilizzo dell´acqua»

ROMA. Il sottosegretario all’ambiente Gianni Piatti (Nella foto), nel suo intervento alla Conferenza nazionale sui Cambiamenti Climatici ha posto tra le priorità un “patto” per il buon utilizzo delle nostre risorse idriche «Una nuova cultura dell’acqua è lo sfondo politico necessario per far sì che tutto l’impegno messo in atto in questi ultimi tempi, produca risultati tangibili. Un utilizzo che sia più intelligente, razionale e soprattutto più responsabile. Lo richiedono – continua il sottosegretario – i cambiamenti climatici che stiamo esaminando in questa sede, le modifiche strutturali che si sono già determinate (minore piovosità, problema dei ghiacciai, ecc.), che i relatori hanno richiamato e lo richiede la situazione drammatica di tanti Paesi che non possiedono acqua e che fanno dire, al Dipartimento per la Sicurezza degli Usa, che tale scarsezza in alcune aree geografiche può motivare conflitti impensabili».

Parole assolutamente condivisibili e quadro sostanzialmente noto ma pensiamo che a questo punto sia necessario qualcosa di più di un patto: è necessaria una normativa quadro che interessi tutti i settori delle acque e che ognuno si prenda le proprie responsabilità mettendo in evidenza certo i passi avanti compiuti, ma anche spiegando, ad esempio, i motivi dei ritardi che riguardano anche questo settore. Il sottosegretario ha poi continuato «tutte le iniziative che fino ad ora sono state attivate sulla problematica dell’acqua fanno emergere fortemente la necessità di uscire dall’emergenza per poter avere finalmente una politica dell’acqua che si rivolga, certo alla quantità (pianificazione del bilancio idrico, riduzione dei consumi, riciclo delle acque reflue), ma anche alla qualità, a partire dalla riduzione dell’inquinamento e dalla promozione della buona acqua pubblica. Credo che vi sia accordo nel voler superare la forte frammentazione dei soggetti che si occupano di acqua e vi sia anche intesa per determinare un governo delle acque che produca rapide decisioni.

I Piani di tutela delle acque (ancora non adottati da parte delle Regioni) e i Piani di gestione dei Bacini Idrografici previsti dalla Direttiva Europea - conclude Piatti - devono spingerci a scelte rapide, a partire dalla costituzione dei Distretti idrografici».

Ecco appunto, auspichiamo che le scelte rapide che non sono avvenute in passato (aspettiamo sempre la revisione della parte terza del Dlgs 152/06) e che hanno portato l’Italia a forti ritardi nel recepimento della Direttiva Acque 2000/60, si possano attuare a breve. Il livello politico, il governo attuale, ha il dovere di dare segnali precisi rispetto alla direzione da intraprendere sapendo che non sarà facile mettere d’accordo tutti i soggetti che si occupano di acqua visti anche gli interessi in gioco.

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