[13/09/2007] Acqua

Provincia di Firenze, studi di fattibilità per nuovi invasi

FIRENZE. La provincia di Firenze per tentare di dare risposta alle crisi idriche sempre più frequenti, sceglie la via infrastrutturale. Il consiglio provinciale ha infatti approvato oggi, con 17 voti a favore (la maggioranza di centrosinistra) e 10 astensioni (Prc, Verdi, Fi, An, Udc), la mozione della II e III commissione consiliare. Nel documento si chiede l’elaborazione di uno studio di fattibilità per la localizzazione di siti idonei ad ospitare invasi di dimensioni medio grandi, che consentano di immagazzinare e contenere l’acqua durante l’anno per poi rilasciarla nei periodi di effettiva necessità per usi civili, agricoli e per il sostentamento del deflusso minimo vitale.

«La mozione – ha spiegato il presidente della II commissione Paolo Londi – parte dalla situazione di crisi idrica più volte sottolineata all’inizio dell’estate, dai cambiamenti climatici che in questi ultimi tempi sono avvenuti e da una costante riduzione della portata del maggior fiume della regione Toscana, l’Arno. La mozione- continua Londi- sottolinea che occorre una revisione totale degli acquedotti a livello nazionale perché in alcune realtà la dispersione dell’acqua raggiunge il 40% e, partendo dall’esperienza dell’invaso di Bilancino, propone che la provincia, coadiuvata dai consorzi di Bonifica, realizzi dei siti idonei per ospitare degli invasi».

Più prudente Calò (Prc) che individua anche altre cause per la carenza di risorsa idrica: «L’emergenza idrica non è dovuta ad un generico cambiamento degli effetti climatici ma è dovuta anche da una serie di scelte politiche e amministrative e di interventi di forte antropizzazione dei territori; tant’è vero che i danni alla risorsa idrica sono avvenuti grazie o al disequilibrio idrogeologico, ed abbiamo l’esempio dell’Alta velocità tra Bologna e Firenze ed i milioni di metri cubi di acqua persi nel Mugello, o per una intensiva, troppo intensiva e massiccia opera di urbanizzazione in molte zone del nostro territorio come, ad esempio, in Valdisieve». Lensi (Fi), tra l’altro, da un’indicazione per l’Ente attuatore del progetto: «Occorre intervenire sugli acquedotti comunali che sono dei veri colabrodo.

E’ vero che il lago di Bilancino è certamente un soggetto di grande importanza per il nostro bacino idropotabile. Però nessuno ha ricordato quanto questi lavori a Bilancino siano stati aspri e duri ed occorre tenerne conto per non ripetere gli stessi errori quando si vanno a realizzare questi piccoli invasi. Infine- continua Lensi- si torna a parlare dei Consorzi di bonifica che sono enti di natura squisitamente burocratica: credo che la provincia dovrebbe assumersi autonomamente questo progetto». Nascosti (An) tornando sui problemi idrici provocati dai lavori per l’Alta Velocità punto il dito contro l’Ente di controllo «Non problemi per l’Alta Velocità come scelta infrastrutturale ma per il mancato controllo e per la realizzazione dell’opera. E c’è un solo organo tecnico competente che sovrintende i lavori della Regione: l’Arpat che non ha realizzato appieno il proprio lavoro.

L’Alta velocità è un dato di fatto, che però questi lavori potevano essere seguiti meglio, è un altro dato di fatto». Intanto che aspettiamo lo studio di fattibilità (sono stati dati 5 mesi di tempo), sarebbe opportuno fare un piano sull’uso sostenibile delle risorse idriche, vedere la disponibilità di acqua da destinare ai vari usi e attivare un piano di conservazione per tutti i settori. Nello stesso tempo è necessario intensificare i controlli penalizzando gli sprechi e i veri e propri abusi. Possono sicuramente essere utili anche piccoli invasi pianificati a livello di bacino: in primis però sarebbe opportuno rendere funzionali quelli esistenti ed eventualmente pensare a qualche nuova localizzazione. Ma compiuti i passi precedenti, probabilmente ne serviranno un numero minore.

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