[18/09/2007] Consumo

Ogm contaminano sei alveari in Francia

LIVORNO. Presenza di ogm oltre il limite obbligatorio dello 0,9%. È quanto hanno riscontrato due laboratori scientifici su polline raccolto da sei alveari situati in prossimità di un campo di mais ogm a Lussas, in Francia. E proprio nel giorno in cui l’Ue sta (vedi altro articolo di greenreport) decidendo sull’introduzione della barbabietola di zucchero ogm. Una notizia negativa che allarma Legambiente e Unaapi: «I sei alveari, situati a parecchie centinaia di metri dal campo ogm – spiegano l’associazione ambientalista e l’Unione nazionale associazioni apicoltori italiani– hanno dato polline con concentrazioni di ogm tra lo 0,55 e l’1% di ogm. Questo dimostra quanto sia illusoria la misura di isolamento di 50 metri prevista dall’Unione europea tra i campi coltivati a ogm e quelli vicini giacché non tiene conto che il polline viene disseminato nel raggio di 3 km».

Un piccolo apiario amatoriale di 5 alveari, infatti, può giungere a visitare in un giorno 70 milioni di fiori in un raggio di tre chilometri su una superficie corrispondente a 4.000 campi di calcio: «È certa la contaminazione ogm – continuano le due associazioni - dei mieli e di tutti i prodotti dell’alveare nel caso di diffusione di piante ogm visitate dalle api, quali ad esempio colza, mais, cotone ecc…Il polline, che è sempre più apprezzato quale ottimo ed energetico alimento anche per l’uomo, può addirittura risultare contaminato a soglie superiori a quelle pur elevate dello 0,9% ammesse dalla norma».

«Le coltivazioni ogm comportano gravi conseguenze di forte impatto ambientale – concludono Legambiente e Unaapi, entrambe aderenti alla Coalizione Liberi da Ogm - e in particolare espongono a immensi rischi sia l’impollinazione, sia la fauna impollinatrice e sia gli stessi prodotti dell’apicoltura ed è necessario quindi rivedere le norme che autorizzano le colture ogm in campo aperto e, nel contempo, avviare nuovi studi specifici, seri e indipendenti capaci di dare risposte certe alle perplessità dei consumatori europei, in maggioranza contrari agli ogm nel piatto».

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