[19/09/2007] Rifiuti

Governo dei rifiuti (urbani): la discussione del consiglio regionale

LIVORNO. Certezza dei dati sulla raccolta differenziata e tracciabilità del rifiuto, verificare quanto realmente viene recuperato e riciclato dai rifiuti differenziati che sono stati raccolti, invitare il Conai (Consorzio nazionale imballaggi) ad investire di più nel recupero dei rifiuti, affidare alla Giunta e alla commissione Territorio e ambiente del Consiglio regionale i risultati finali del lavoro d´inchiesta per affrontare al meglio i prossimi passaggi in materia di Piano dei rifiuti o di revisione legislativa del settore. Sono questi alcuni dei suggerimenti avanzati nella relazione conclusiva della commissione d´inchiesta sulla raccolta differenziata dei rifiuti – istituita dopo il caso Geofor - che è stata illustrata in aula dal presidente della commissione, Andrea Agresti (An).

Al termine della discussione in consiglio regionale, è stata firmata e approvata all´unanimità una mozione da parte dei consiglieri appartenenti a tutti i gruppi che raccomanda «l’adozione, da parte della Giunta regionale, delle misure suggerite e indicate nelle ´considerazioni conclusive´ della relazione medesima». E le conclusioni di cui si parla, leggendo il resoconto della seduta de consiglio, sono: «La Giunta farà il suo lavoro per proporre gli interventi necessari per rendere efficace una politica dei rifiuti che passa dalla raccolta differenziata alla politica educativa e culturale per ridurre la produzione, alla realizzazione della conclusione del ciclo con gli impianti di termovalorizzazione...».

Per quanto riguarda la competenza delle Province, il presidente Martini ha poi detto che la Regione è chiamata in causa dal momento che deve dare indicazioni programmatiche che devono essere rispettate: «La legge regionale fa carico alle Province di tradurre il piano regionale e spetta a loro farlo senza vincoli né tabù; non è l´aula che deve indicare dove realizzare il tal impianto e con quale tecnologia. L´indicazione fondamentale la dà il Piano regionale di sviluppo, l´asse generale nel quale opera la Regione. Noi dobbiamo aiutarle con un forte discussione».

Durante il dibattito la discussione ha fornito qualche interessante sottolineatura e analisi, anche se piuttosto a spot. Agresti ad esempio ha ricordato durante l´incontro con l´ex assessore regionale Marino Artusa e con i vertici dell´Arrr (Agenzia regionale per i rifiuti) è emerso che «le modalità di analisi e la validazione dei dati» per la certificazione della raccolta differenziata «sono precise e codificate ma non consentono di scoprire la contraffazione dei registri e delle fatture». E che quindi sono necessarie «procedure più pressanti, con controlli diretti presso le aziende e i gestori, che la Giunta provvederà a definire in accordo con le comunità di ambito e l´Arrr». Nessuno in aula però ha fatto notare che, al di là dell’ “incidente”, la Toscana resta l’unica regione in Italia che ha valida proprio attraverso Arrr la raccolta differenziata.

Agresti ha poi affermato che “permane il problema dello smaltimento degli scarti o del Cdr che vengono mandati in discarica anche se il notevole potere energetico potrebbe essere utilizzato nei termovalorizzatori».

Alfonso Lippi (Ds), ha invece suggerito che si giunga a «misurare l´effettivo recupero dei rifiuti e non la raccolta differenziata in quanto tale», e che si pensi di trasformare l´attuale ecotassa, che oggi penalizza in maniera indistinta i Comuni che non raggiungono la quota prefissata di raccolta differenziata, in una ecotassa progressiva modulata sulla base dei risultati raggiunti. Allo stesso tempo «si deve prevedere un premio che incentivi chi i risultati li ottiene».

Monica Sgherri (Prc) ha invece ignorato sostanzialmente la questione della corretta gestione dell’intero ciclo dei rifiuti soffermandosi sulla «grave facilità con cui si possono falsificare i dati della raccolta differenziata» e sulla necessità di chiarire «la questione dei rifiuti assimilati, che hanno contribuito a raggiungere la quota di raccolta differenziata, introducendo una contabilità separata per questo tipo di rifiuti».

Paolo Marcheschi (Fi) ha invece spostato prima la discussione sulla questione delle abolizioni degli Ato («La mancanza delle decisioni come la mancanza dell´attuazione di ciò che si annuncia fa più danni di quelli ai quali può rimediare l´eliminazione dell´Ato») per poi affermare che «occorre dare risposte immediate, per esempio, per quanto riguarda il recupero energetico previsto dalla normativa nazionale».

Mario Lupi, capogruppo dei Verdi, si è detto preoccupato per il fatto che per la prima volta dal 1998, nel 2005 è diminuita, seppur di poco, la raccolta differenziata, «e invece dovrebbe essere in crescita» e sui termovalorizzatori ha detto di essere a favore di «interventi differenziati e sistemi applicati che hanno dato buoni risultati, andando verso tecnologie diverse». Che non si sa quali sarebbero, a meno che non intenda il dissociatore molecolare, che come hanno spiegato diversi esperti anche a greenreport non è altro che un inceneritore che brucia a temperatura più bassa.

Nell´annunciare l´impegno della commissione Ambiente e territorio che presiede, il consigliere Erasmo D´Angelis (Pd) ha evocato la scadenza del 2010, quando le discariche saranno piene e verranno chiuse: «Che faremo? Siamo in grado di costruire 2/3 termovalorizzatori tecnologicamente sicuri, gli impianti necessari a chiudere il ciclo? Se corriamo sì», ha affermato. Ma bisogna che tutti facciano la loro parte «come per esempio spingere gli enti locali ad acquistare i materiali riciclati rendendo appetibile al mercato la loro produzione». Aspetto quest’ultimo assai dolente, come noto a chi ha letto le inchieste di greenreport sul tema.

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