[19/09/2007] Aria

Inquino troppo? Vado dal commercialista per contabilizzare le emissioni

“Diritti di emissione dei gas serra: aspetti contabili e di bilancio” è il documento approvato dal Consiglio nazionale dei dottori commercialisti (Cndc) in tema di contabilizzazione delle emission trading. Il documento è stato elaborato dalla Commissione nazionale di studio economia e contabilità ambientale al fine di costruire uno strumento di approfondimento e di supporto operativo agli addetti ai lavori: fornisce un quadro sistematico e esaustivo del tema dei diritti di emissione delle imprese e illustra le soluzioni di contabilizzazione più praticabili in conformità con i principi contabili internazionali e nazionali.

Una dimostrazione ulteriore quindi, di quanto siano intimamente intrecciate le questioni economiche a quelle ambientali.

La Comunità europea – tramite la direttiva 2003/87/Ce recepita in Italia con decreto legge 273/2004 poi convertito con la legge 316/04 -ha costituito un sistema comunitario per lo scambio di emissione di gas serra (le così dette emission trading) al fine di ridurre le emissione di Co2 “secondo criteri di efficacia dei costi ed efficienza economica”. Tale sistema consente dunque, di rispondere agli obblighi del protocollo di Kyoto attraverso l’acquisto dei diritti di emissione.

Prevede infatti, la fissazione di un limite massimo alle emissioni realizzate dalle imprese: ogni impresa ha a disposizione un certo numero di quote che attribuiscono il diritto a immettere in atmosfera una tonnellata di biossido di carbonio nel corso dell’anno di riferimento della stessa quota. La quota viene assegnata alle imprese dei settori industriali con impatto più rilevante attraverso i Piani nazionali soggetti ad approvazione da parte della Commissione europea.
L’adozione della direttiva ha comportato inevitabilmente un impatto economico sulle imprese italiane: i gestori degli impianti sono tenuti a restituire un numero di quote corrispondenti alle emissioni realmente prodotte. Dunque, l’eventuale surplus può essere accantonato o venduto e l’eventuale deficit può essere colmato con l’acquisto di ulteriori quote, pena la sanzione.
Ma i riflessi della normativa non si fermano qui: gli effetti delle disposizioni coinvolgono anche il profilo della realizzazione contabile e del bilancio dell’impresa.
Il sistema europeo del resto ha sollevato non poche problematiche legate alla corretta qualificazione civilistica, contabile e fiscale delle quote di emissione.
A livello europeo tale incertezza si è concretizzata nel ritiro, da parte dell’International accounting standards board (Iasb), dell’Ifric 3. Con tale documento l’organismo aveva fornito la propria interpretazione circa la natura delle dinamiche interessate dal mercato dei diritti permissivi e delle quote nell’ambito dell’emissioni secondo i principi contabili internazionali. L’ European financial reporting advisory group (Efrag) invece, aveva raccomandato di non adottare l’interpretazione in quanto non coerente con una rappresentazione fedele della realtà economica del contesto di riferimento.
A oggi dunque, i principi applicabili nel settore delle emissioni rimangono quelli generali sulla contabilità internazionale adottati anche in Italia.
Il dlgs 38/2005 ha previsto per le società con titoli quotati la possibilità - relativamente all’esercizio 2005 - e l’obbligo - relativamente all’esercizio 2006 - di redigere il bilancio individuale nel rispetto dei principi contabili internazionali (Ias/Ifrs). Tali principi garantiscono il trasferimento di informazione di importante livello qualitativo a carattere sia contabile sia finanziario, attraverso la redazione di bilanci comprensibili a tutti.
Ecco dunque che il Cndc individua due distinte metodologie alternative per il rilevamento e la contabilizzazione dei fenomeni di assegnazione, utilizzo ed acquisto dei diritti di emissione: il metodo lordo e il metodo netto.
Il primo considera l’assegnazione dei diritti di emissione come un contributo pubblico e i diritti come attività immateriale; mentre il secondo prevede l’iscrizione dell’eventuale eccedenza di emissione come costo sulla base del prezzo di mercato rilevando all’attivo solo i diritti acquisiti a titolo oneroso.
L’intervento del Cndc sulla base dei principi contabili internazionali è significativo: ha dimostrato che ormai la “globalizzazione contabile è una realtà” e che i principi contabili nazionali sono destinati a essere progressivamente sostituiti da una serie di principi e norme riconosciute a livello internazionale. Non solo, ha dimostrato come documenti interpretativi della legge siano destinati ad assumere il carattere di forza di legge. Attraverso tale meccanismo la sostenibilità ambientale entra nelle maglie dell’economia: il calcolo dei costi ambientali (naturalmente di quelli quantificabili economicamente e che hanno un loro mercato come le quote di emissione) nel documento di bilancio diventa strumento di connubio fra economia e ambiente.
Il bilancio è lo strumento interpretativo non sostituibile nel processo decisionale di tipo economico dunque, può essere un mezzo appropriato per orientare l’economia verso la sostenibilità.

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