[21/09/2007] Consumo

La Francia fa suo il principio di precauzione e promette: stop agli ogm

LIVORNO. Viva la Francia. Anche se come premier c’è Sarkozy. Ma la decisione di andare verso il blocco delle colture Ogm, sposando praticamente le posizioni di Josè Bovè, è di quelle che meritano un plauso. Non solo per la decisione in sé, ma anche per le motivazioni del ministro dell’ecologia Louis Borloo: «Sugli Ogm sono d’accordo: non se ne può controllare la diffusione e quindi noi non vogliamo prendere rischi». Il buon vecchio principio di precauzione che invece l’Ue non sembra ricordarsi visto che sta per dare il via libera a patate, mais e barbabietole transgeniche.

Va detto – a scanso di equivoci – che sono ancora dichiarazioni queste, e annunci. Il ministro infatti ha promesso (e gli atti di governo si sa, sono un’altra cosa) che «bloccherà la commercializzazione di qualsiasi coltura transgenica almeno fino a quando non si approverà una nuova legge in merito, che sostituirà i decreto del 2006, giudicato confuso su molteplici punti».

Ma comunque una presa di posizione di questo tipo e con questo argomento da parte della Francia è qualcosa che non si può ignorare e che fa pure ben sperare per il futuro. Preoccupano invece, le polemiche seguite all’annuncio di Borloo da parte degli agricoltori del settore, preoccupati per la competitività: «Misure di questo tipo sono irresponsabili, abbiamo la conferma che pure l’agricoltura è vittima della politica spettacolo».

Dichiarazioni che fanno a pugni con la sostenibilità ambientale perché dimostrano che pure tra la gran parte degli agricoltori in questo caso francesi (ma non è una notizia) il problema è sempre e solo quello della competitività. Comprensibile, per carità, ma da ricordarsi quando nei giorni dispari gli stessi protagonisti canteranno le lodi delle qualità del loro prodotto. La logica del c’è questo e anche quello – nell’agricoltura come praticamente in tutto il resto - non regge.

L’Italia in questo caso può almeno vantare di essere stata da apripista (con la Toscana tra le Regioni in testa) a dire no agli Ogm e speriamo che la campagna in corso (Italia-Europa Liberi da Ogm) dia presto i suoi frutti e possa far leva su un’Ue che sul tema appare fragile-fragile e troppo piegata sulle lobby del transgenico.

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