[25/09/2007] Comunicati

Al Gore fa lezione d’ambiente all’Onu e chiede summit mondiali sul clima ogni 3 mesi

LIVORNO. L’ex vice-presidente Usa, Al Gore (Nella foto), recente vincitore del premio oscar con il documentario “An inconvenient truth” sui pericoli dei cambiamenti climatici è stato chiamato ad intervenire ad un déjeuner organizzato da Indonesia, Danimarca e Polonia a margine della riunione di alto livello dell’Onu sul global warming. Una colazione di lavoro forse risultata un po’ indigesta, visto che l’intervento di Al Gore non è stato certo marginale ma così “pesante” che lo stesso sito dell’Onu lo ha ampiamente ripreso. «Facciamo fronte ad un’urgenza planetaria che minaccia l’avvenire di tutta la civilizzazione umana – ha detto l’ex vicepresidente Usa - Si tratta di un’espressione in abituale, ma è la realtà. E’ venuto il tempo di agire per impedire l´accumulo dell’inquinamento responsabile del riscaldamento planetario per proteggere l’avvenire della specie umana. Questa riunione è l’occasione di riunire l’autorità morale necessaria per rispondere ad altre questioni come l’Aids, la tubercolosi e la malaria, d´i altre pandemie così come la fame e la povertà».

Al Gore chiede che alla Conferenza Onu che si terrà a Bali a dicembre un’accelerazione forte che dia a tutti i Paesi «il mandato di pervenire ad un nuovo trattato entro il 2009. Questo trattato deve essere pienamente messo in campo nel 2010: deu anni prima di quanto previsto attualmente in ragione della conclusione del Protocollo di Kyoto. Non si può semplicemente attendere più a lungo. Si potranno avere una serie di obbligazioni differenti, ma tutti I Paesi dovranno partecipare – dice Gore con una evidente stoccata a Bush – I Capi di Stato, per cominciare, devono partecipare alla Conferenza di Bali. Dopo, occorre che si accordino per una riunione di alto livello sui cambiamenti climatici all’inizio del 2008 per rivedere i risultati di Bali, poi che si riuniscano ogni tre mesi fino a che un trattato non sia convenuto».

Poi Al Gore ha abbandonato i panni del politico per spiegare le cose da divulgatore: «Solo tre giorni fa, un nuovo rapporto scientifico, pubblicato in occasione dell’equinozio che segna la fine del periodo caldo nell’emisfero nord ha concluso in maniera scioccante che la calotta polare fonde a gran velocità. Il livello minimo di questa massa glaciale era inferiore del 20% rispetto ai precedenti rapporti. 2,5 milioni di chilometri quadrati in più si sono sciolti, sono sei volte la dimensione dello Stato della California, Non restano che 4,9 milioni di Km2. A questo ritmo – ha detto allarmato – durante l’estate, quando il polo nord è più indispensabile per rinfrescare il pianeta, potrebbe essere totalmente sparito in meno di 23 anni. Se mai questo si produrra, questa caratteristica non tornerà per milioni di anni. E pertanto gli scienziati ci dicono che é ancora tempo di salvarlo».

Al Gore ha ricordato che «mentre si scioglie il Polo Nord, la pressione sulla Groenlandia s’accelera, cosi come il numero dei terremoti dei ghiacciai che la ricoprono. Se mai quest’ultimi crolleranno nel mare, il livello degli oceani si accrescerebbe di sei metri nel mondo. Da sei mesi, nell’emisfero Sud, un fenomeno simile si è prodotto nell’antartico occidentale, ugualmente delle dimensioni della California. Anche lì esiste un rischio di accrescimento della risalita degli oceani di sei metri di altezza. Un innalzamento di solo un metro porterebbe a creare 100 milioni di rifugiati climatici. Sei metri farebbero 450 milioni di rifugiati climatici».

Intanto fondono tutti I ghiacciai delle Alpi, delle Montagne Rocciose e dell’´Himalaya e Al Gore spiega che «l’altipiano del Tibet contiene 100 volte più ghiaccio che tutte le Alpi messe insieme» e più di un miliardo e mezzo di persone trovano la metà della loro acqua potabile grazie a questi ghiacciai. Nel mondo stanno sparendo i fiumi medi: il Po in Italia, il Murray-Darling in Australia, che sostiene oltre il 40% dell´agricoltura del continente. Per questo secondo Gore «l’insicurezza alimentare s´accresce. Ma l´insicurezza idrica si accresce ancor più velocemente. La siccità in Australia ha conosciuto dei records anche quando non si accompagna asl fenomeno di El Niño. Il loco Ciad è completamente scomparso in 40 anni. I grandi laghi d’Africa subiscono trasformazioni catastrofiche, i Grandi Laghi dell’America del nord perdono la loro calotta glaciale ed il loro livello si abbassa rapidamente. Il mare Mediterraneo diventa più salato e minaccia di diventare un lago salato. I coralli sono minacciati di estinzione nel ventunesimo secolo a causa cause del riscaldamento del mare e perché sono assorbite 25 milioni di tonnellate di CO2 negli oceani ogni 24 ore, mentre 75 milioni di tonnellate di CO2 sono emesse nell’atmosfera del nostro pianeta ogni 24 ore».

E Al Gore ha continuato la sua terrificante lezione con gli uragani ed I tifoni che «sono sempre più numerosi. Tre anni fa il Brasile ha conosciuto il primo uragano della sua storia, quando i manuali scientifici presenti affermavano che era impossibile di avere un uragano nell’Atlantico del sud. Ugualmente il primo uragano ha colpito New York, a Brooklyn solo due mesi fa».

Secondo Gore la siccità dei suoli favorisce l’evaporazione degli oceani, innescando precipitazioni che causano inondazioni, con il record di quest’anno di alluvioni nel Ghana, in Cina, India Bangladesh e nell’intero pianeta. Intanto aumentano le ondate di calore che nel 2005 in Europa hanno colpito 35 mila persone. «L’ultimo inverno- ha spiegato l’ex vicepresidente – è stato il più caldo della storia delle temperature registrate dall’uomo nel mondo. L’ultima primavera é stata ugualmente la più calda in Europa; il 2005 è stato l´anno più caldo mai registrato. Parallelamente, gli insetti che prosperano col caldo si propagano e l’estinzione delle specie si accelera. In 100 abbiamo quadruplicate la popolazione mondiale. In parallelo utilizziamo tecnologie sempre più potenti».

Poi Al Gore si rivolge addirittura ad un paragone spaziale tra Venere e la Terra: «hanno più o meno la stessa dimensione, la stessa quantità di carbonio. Ma la differenza è che il carbonio sulla Terra è nel suolo. Su Venere il carbonio è nell’atmosfera. La temperatura media sulla Terra è di 15 gradi Celsius. Su Venere é di 455 gradi e le piogge sono fatte di acido solforico». Un paragone che serve ad Al Gore per criticare chi «estrae più carbone possibile dalla terra e lo brucia in modo irresponsabile lasciando residui nell’atmosfera».

Quindi Al Gore ha stabilito un parallelo tra la menaccia nucleare ed il riscaldamento climatico come minacce mondiali e chiesto un piano Marshall che leghi la lotta al global warming a quella alla povertà e chiesto di ricorrere alle energie pulite ed alle tecnologie per la cattura del carbonio per superare «il vecchio fossato tra Nord e Sud ormai obsoleto», anche attraverso una moratoria alla costruzione di nuove centrali a carbone che non abbiano la capacità di catturare ed abbattere le emissioni di CO2, ma anche nuove misure di risparmio energetico per gli edifici che generano più CO2 degli autoveicoli.
«Le nostre istituzioni politiche sono sclerotizzate – ha concluso Al Gore – Occorre superare la paralisi, invece di passare il nostro tempo ad interessarsi di Anna Nicole Smith, O.J. Simpson e Paris Hilton. I nostri figli ci domanderanno: “perché non avete fatto nulla” oppure “Come avete trovato la forza morale di reagire”. Io spero che sia la seconda domanda quella che ci porranno».

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