[26/09/2007] Trasporti

Tav su un binario morto? Di Pietro non ci sta

LIVORNO. Manca ancora più di un mese alla scadenza dei termini utili a presentare il progetto esecutivo per la Tav Torino-Lione, che dovrebbe consentire all’Italia di ottenere il finanziamento europeo, ma c’è chi dà già per arreso il governo italiano. Secondo il vicepresidente del Parlamento Europeo Mario Mauro (rilanciato dal Giornale) nei giorni scorsi il ministro Antonio Di Pietro (Nella foto) avrebbe ammesso che «la Tav non vedrà la luce perché parte della maggioranza boicotta apertamente opere di modernizzazione del Paese».

Dichiarazione che è stata smentita a Greenreport dal portavoce del ministro Lucio Fava Del Piano: «Nessuno nasconde le difficoltà che ci sono, ma anche in queste ore il ministro Di Pietro ha sempre ripetuto che entro il 15 ottobre sarà presentato il progetto. Purtroppo è facile prendere pezzi di frasi in qua e là e dopo averle decontestualizzate, usarle secondo i propri fini».

Eppure ci sarebbero altri segnali che potrebbero far pensare non solamente “a difficoltà”, tutte emerse nella lunga giornata di ieri che ha visto a Strasburgo il presidente delle Fs Moretti attentissimo, a quanto sembra, soprattutto a sorvolare sull’argomento Tav. Ma anche l’assenza all’ultimo minuto da parte del commissario Ue ai Trasporti Barrot, all’incontro tra lo stesso Moretti con gli europarlamentari italiani potrebbe essere letto in questo senso.

Poi c’è ovviamente la componente sociale rappresentata dalla folta delegazione della Val Susa, capeggiata da Vittorio Agnoletto, che sempre ieri è andato a depositare le 31 mila firme raccolte tra chi si oppone al progetto. E questa volta Barrot si è fatto vedere: «Non rifiuto mai un incontro a nessuno» ha spiegato, aggiungendo subito dopo però, che «ho difficoltà ad accettare posizioni teoriche: se non si faranno i tunnel per attraversare le Alpi cosa accadrà del traffico? La Svizzera ha già intrapreso lavori giganteschi per liberarsi dei camion sulle Alpi e credo che l’Unione europea debba fare altrettanto. Anzi alla fine sia pure con ritardo alla fine il tunnel si farà».

Per i No Tav invece Bruxelles non potrà approvare nulla semplicemente «perché non esiste un progetto italiano definitivo». Tanti interrogativi quindi, e soprattutto tante posizioni che sanno più di schermaglie che di scelte. E che non aiutano certo a trovare la mossa giusta che potrebbe rioridinare lo scacchiere europeo dell’alta velocità ferroviaria.

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