[26/09/2007] Consumo

Raee, il governo sulla strada dell´Unione europea

LIVORNO. Termini certi per un rapido adeguamento alla normativa comunitaria anche in materia di Raee: è una delle novità del disegno di legge comunitario 2007 approvato in via preliminare dal Consiglio dei ministri il 25 gennaio scorso e approvato ieri in prima lettura dal Senato.
Al governo viene conferita apposita delega legislativa per apportare integrazioni e modifiche al decreto legislativo 25 luglio 2005, n. 151, attuativo di quelle direttive relative alla riduzione dell’uso di sostanze pericolose nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche, nonché allo smaltimento dei rifiuti.
Il fine di tale scelta è quello di correggere, modificare o abrogare le disposizioni in contrasto con gli obblighi comunitari in modo tale da consentire un più efficace funzionamento dei sistemi collettivi di gestione dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche.

Una delega necessaria anche in virtù del fatto che già nell’ottobre dell’anno scorso è stata avviata la procedura di infrazione contro l’Italia per mancato adeguamento alle disposizioni comunitarie.
L’attuazione nazionale della direttiva comunitaria – in via generale - è garantita da un disegno di legge, da presentarsi entro il 31 gennaio di ogni anno denominato appunto “Disposizioni per l’adempimento di obblighi derivanti dall’appartenenza dell’ Italia alle comunità europee”. In esso il Governo riferisce al Parlamento sullo stato di conformità dell’ordinamento interno comunitario e sullo stato delle eventuali procedure di infrazione, nonché sulla giurisprudenza della Corte di giustizia europea fornendo pure l’elenco delle direttive attuate o da attuare.

Oltre a contenere disposizioni dirette a modificare o abrogare normative statali vigenti in contrasto con l’ordinamento comunitario e a predisporre condizioni normative migliori per il recepimento e l’attuazione della disciplina comunitaria, il disegno di legge inserisce anche altri elementi di novità.

A partire dalla data di entrata in vigore della legge, il Governo sarà delegato ad adottare entro la scadenza del termine di recepimento fissato dalle singole direttive, i decreti legislativi per dare attuazione a quelle direttive comprese nell’elenchi dell’allegato A e B. Per i termini già scaduti o che scadranno nei tre mesi successivi all’entrata in vigore della legge, il Governo ha tempo fino a 90 giorni per adottare il decreto, mentre per quelle direttive che non hanno un termine di recepimento il tempo è dilatato fino a 12 mesi.

Queste novità riguardano da vicino molte questioni ambientali, perché delle 17 direttive elencate e delle disposizioni per modificare le norme statali molte riguardano materie attinenti all’ambiente. E se questo è lo scenario, la legge comunitaria consentirà (almeno in teoria) di rendere più rapido l’adeguamento dell’ordinamento italiano alla normativa comunitaria e di ridurre il ritardo accumulato dal legislatore nazionale. Non solo, consentirà di eludere il rischio di incorrere in una infrazione sanzionabile poi dalla Corte europea.

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