[26/09/2007] Comunicati

Sarkozy: «Un New Deal ecologico ed economico e un nuovo ordine mondiale»

LIVORNO. Durante le ultime elezioni presidenziali francesi si è discusso di ambiente come è raro vedere in una campagna elettorale. I due candidati al ballottaggio, Nicolas Sarkozy (Nella foto) e Ségolène Royal, il gollista e la socialista, si sono contesi i voti “verdi” firmando patti per l’ambiente e mettendo l’ecologia al centro di molti impegni, con un unico tabù: il sacro nucleare francese che nessuno dei due metteva davvero in discussione.

In Italia siamo spesso abituati a vedere le proposte elettorali sull’ambiente come patrimonio dei Verdi oppure come promesse che si scordano (quasi tutte) dopo la chiusura delle urne, appena comincia l’intricata discussione sul governo tra i partiti. Il destro Nicolas Sarkozy invece ieri è andato alla tribuna dell’Onu chiedendo di fondare un «nuovo ordine mondiale», un «New Deal ecologico ed economico», che abbia il compito soprattutto di ripartire meglio i profitti delle materie prime, della tecnologia e di moralizzare il capitalismo finanziario. Forse in Italia verrebbe accusato di essere un pericoloso visionario estremista.

«In questo mondo dove la sorte di ciascuno dipende sempre di più da quella degli altri – ha detto Sarkozy - l´Onu non deve essere indebolito, ma rafforzato. La sua riforma per adattarla alla realtà d’oggi è una priorità per la Francia. Non abbiamo più tempo per aspettare». Il presidente francese ha evocato «un nuovo stato dello spirito. E’ di un vero New Deal quello di cui il mondo ha bisogno. Un New Deal ecologico ed economico». Poi Sarkozy si é appellato a «tutti gli Stati a riunirsi per fondare un nuovo ordine mondiale del XXI secolo su l´idea che i beni comuni dell’umanità devono essere messi sotto la responsabilità dell’umanità intera». Per questo ha difeso l’idea di assicurare «a tutti gli uomini l´accesso alle risorse vitali, all’acqua, all’energia, all’alimentazione, alle medicine ed alla conoscenza» ed ha lanciato un «appello solenne perché l’Onu prenda in mano la questione di una più giusta ripartizione dei profitti, della rendita delle materie prime e delle rendite tecnologiche».

Ma secondo il presidente di centrodestra della Francia l’Onu dovrebbe anche «prendere in mano la moralizzazione del capitalismo finanziario al fine di metterlo più al servizio dello sviluppo e meno a quello della speculazione» perché così «si vada più lontano nella lotta contro la corruzione». Per Nicolas Sarkozy «non ci sarà pace nel mondo se la comunità internazionale dà prova di debolezza di fronte alla proliferazione degli armamenti nucleari (dei quali la Francia però è molto ben dotata, ndr). Penso evidentemente al problema iraniano. L´Iran ha diritto all’energia nucleare a fini civili. Ma lasciando che l´Iran se doti dell’ama nucleare, faremmo correre un rischio inaccettabile alla stabilità della regione e del mondo. Minacceremmo l’esistenza stessa del Trattato sulla non proliferazione delle armi nucleari».

Un trattato che, va detto, hanno bellamente ignorato due alleati dell’occidente come India e Pakistan senza sollevare molti scandali e proteste. Poi Sarkozy ha concluso affrontando il tema spinoso della giustizia internazionale con richiami soprattutto a Palestina, Libano ed Iraq, ma anche di carattere sociale ed economico: «La giustizia – ha detto – è che il figlio del povero, in tutto il mondo, abbia altrettante chance di riuscire che il figlio del ricco. La giustizia é che i Paesi in via di sviluppo ai quale si vuole imporre regole ambientali quando gli abitanti hanno appena di che mangiare, siano aiutati a metterle in atto. La giustizia é che non si possa sfruttare le risorse d’in Paese senza pagare il giusto prezzo».

In una successiva conferenza stampa Sarkozy a sottolineato che la Francia farà della lotta contro i cambiamenti climatici «una priorità assoluta. Vogliamo decisioni subito, adesso, immediatamente, perché domani sarà troppo tardi. E questo troppo tardi é due gradi Celsius in più, dopo di che avremo raggiunto il punto di non ritorno». Chissà se Berlusconi (e magari anche Prodi), che tanto ha gioito per la sua elezione, prenderà esempio dalle parole su ambiente, finanza e giustizia sociale del nuovo astro sfolgorante del centro-destra francese ed europeo?

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