[02/10/2007] Comunicati

L’esperto nell’era della coscienza enorme del rischio

ROMA. Le domande le ha poste domenica scorsa, con la sua solita ironia, Fabio Fazio in apertura del suo programma televisivo Che tempo che fa al meteorologo Luca Mercalli: dici che il clima sta cambiando, che la temperatura sta aumentando, ma quest’estate in Liguria ha fatto piuttosto fresco? E ancora: che fine ha fatto l’aviaria, che voi scienziati avete più volte annunciato come la pandemia prossima ventura?
Naturalmente Fabio Fazio ha posto le due questioni non perché non sapesse le risposte – puntualmente fornite da Luca Mercalli – ma perché ha voluto fare da megafono sornione ai media, su cui queste domande si rincorrono con una certa frequenza, rilanciate anche da giornalisti di valore.

Quando le sentiamo, la prima reazione – a pelle – è: ma allora non avete ancora assimilato la moderna cultura scientifica, che nell’analisi di fenomeni complessi che seguono dinamiche non lineari, propone scenari probabilistici e non deterministici. Ci dice che, in una tendenza generale all’aumento della temperatura media del pianeta, è probabile che la prossima estate sia più calda della media degli ultimi cento anni. È probabile, ma non è certo. Può anche succedere che la prossima estate sia più fresca della media. E anche che ci siano due o tre estati di seguito più fresche.

In realtà, non sta succedendo. Le nostre ultime estati sono state un po’ tutte in ogni regione d’Italia più calde della media. Quello che sta succedendo è che noi iniziamo ad adattarci a un clima più caldo e abbiamo una percezione del tempo meteorologico diversa da quella che avevamo anche solo un paio di decenni fa. Ci sembra fresca un’estate che è solo un po’ più calda della media. Mentre percepiamo come torrida solo un’estate che è molto più calda della media.

Un discorso analogo vale per l’aviaria. Gli esperti dell’Organizzazione mondiale di sanità ci hanno detto che è probabile che il virus dell’aviaria muti e diventi aggressivo verso l’uomo. È probabile, ma non certo. E le misure di prevenzione adottate aiutano a far sì che lo scenario peggiore non si verifichi. Insomma, con la nostra azione preventiva forse abbiamo aiutato il virus dell’aviaria a non diventare una minaccia per l’umanità.

In definitiva, per vivere meglio nell’era della coscienza enorme del rischio e in un ambiente che cambia rapidamente dovremmo acquisire questa cultura probabilistica e smettere la nostra (naturale?) cultura deterministica.
Tuttavia, a ben vedere, questa (naturale?) reazione irritata della persona esperta di fronte a domande insipienti è una reazione di pancia, non razionale. Perché non tiene conto di un fatto, che Fabio Fazio, con la sua ironia sorniona, mette molto bene in luce: i mass media non hanno memoria. Di fronte ai medesimi fatti, propongono sempre le medesime domande.

Sono gli scienziati, i medici, i tecnici a dover smettere ogni atteggiamento da sopracciò e a rispondere con la medesima pacatezza e la medesima ironia con cui ha risposto Luca Mercalli. Meteorologo e comunicatore esperto.

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