[02/10/2007] Consumo

E´ nato prima il puzzo o il rifiuto?

LIVORNO. Deve far riflettere il caso della signora fiorentina residente nel caratteristico quartiere di San Lorenzo che si è fatta certificare dal proprio medico curante che «in seguito al degrado davanti al portone della sua abitazione presenta un peggioramento dello stato di ansia e depressione per cui necessita di Seropram 10 gtt due volte al giorno e Xamax 0,25 1 cpx 3». Nello specifico il degrado sarebbe causato soprattutto dai cassonetti per i rifiuti che si trovano sotto le sue finestre, dalla sporcizia che si accumula nei pressi e che attira topi e infine da presenze umane notturne poco raccomandabili.

Fin qui il fatto di cronaca, che però è utile per fare anche alcune considerazioni dal punto di vista ambientale. La prima: quei cassonetti che tanto fastidio danno alla signora fiorentina non sono "il problema" ma una delle "soluzioni " al problema dei rifiuti che quotidianamente produciamo (ogni anno sempre di più) e che altrimenti ricoprirebbero le nostre città. Posto quindi che da qualche parte i nostri acquisti diventati rifiuti vanno messi, esistono altre "soluzioni" alternative ai cassonetti, come per esempio il Porta a porta. Ma siamo sicuri che questa novità sarebbe accolta volentieri dai fiorentini? L´esperienza insegna di no, almeno se si prende come esempio il vicino (in ordine di spazio e di tempo e in parte di tipologia di centro storico) caso di Pisa, dove il Porta a porta è stato bocciato con un referendum cittadino con l´amministrazione che è dovuta tornare sui suoi passi dopo il periodo della sperimentazione (in ogni caso il porta a porta è più funzionale alla qualità e quindi all´effettivo riciclo).

Un´altra soluzione potrebbe essere quella che sembra intenzionata a perseguire la stessa Quadrifoglio, l´azienda che gestisce la raccolta dei rifiuti nel capoluogo toscano: in progetto c´è la realizzazione nella zona di una stazione interrata di cassonetti, ma questo significa grossi investimenti per la costruzione della stessa e per l´adeguamento dei mezzi che poi i rifiuti da sotto terra li devono prelevare. Vale anche la pena di ricordare che fino a un po´ di tempo fa la signora non aveva i cassonetti sotto casa e che essi sono stati spostati nella posizione attuale a causa delle norme internazionali sulla sicurezza, visto che prima si trovavano davanti alla scuola americana dove non davano noia (quasi) a nessuno. Non c´è solo la questione-rifiuti all´interno di questo piccolo caso fiorentino. C´è molto di più. C´è il riconoscimento che il degrado urbano (spazzatura, traffico, smog e molto altro) provoca conseguenze sociali e sanitarie chiare e che la qualità della vita ne risente.

Peccato che anche questo piccolo caso contribuirà da una parte a diminuire la qualità della vita della cittadina fiorentina, ma in compenso contribuirà nel suo piccolo ad alzare il Pil (con il quale si pretende erroneamente di misurare la "salute" di una nazione), visto che la donna dovrà fare visite mediche e cure, pagate da lei o dal servizio sanitario nazionale, ma in ogni caso conteggiate (col segno +) dal Pil. Del resto proprio a Firenze ieri gli assessori Gianni Biagi e Claudio Del Lungo hanno raccontato cosa si risparmierà se sarà realizzato il progetto (tanto discusso e criticato) della Tramvia metropolitana: «In termini di mobilità - ha spiegato Biagi - si avrà una riduzione del 14,6% del traffico privato su gomma e dell´1,6% di quello pubblico su gomma».

Ma soprattutto Biagi ha citato lo studio Hearts (Health effects and risks of transport systems), una ricerca svolta nel triennio 2004-2006 sotto l´egida dell´Organizzazione mondiale della sanità e realizzata da numerosi istituti universitari e di ricerca pubblici di alcuni paesi europei compresa l´Italia. La ricerca ha scelto tre casi studio di città europee fra le quali Firenze e si è conclusa lo scorso anno. Ebbene da questo studio si apprende che la realizzazione dell´intero sistema delle previsioni infrastrutturali del Piano strutturale, di cui la tramvia è il sistema centrale, porterà effetti benefici alla città anche dal punto di vista sanitario: in termini di inquinamento si avrà una riduzione media del 43% del CO (ossido di carbonio) del 37% del NO (ossido di azoto) e del 21% del Pm10 nello scenario migliore e del 29% del CO, del 16% del NO e del 21% del Pm10 nello scenario peggiore.

In termini di esposizione al rumore lo studio, dopo aver segnalato che ad oggi circa il 60% della popolazione è esposta ad una pressione sonora notturna superiore a quella fissata dal piano di zonizzazione acustica del Comune di Firenze (53dBA), segnala che, con la realizzazione delle opere previste, si avrà una "marcata riduzione dei livelli di esposizione con una significativa percentuale di riduzione di popolazione esposta ai livelli notturni fra i 60 e 65 dBA (da oltre il 30% odierni a meno del 26%) ed ancora più marcata per la popolazione esposta a livelli fra 70 e 65 dBA (da oltre il 12% di oggi a circa il 5%).

Infine in termine di salute lo studio indica che la realizzazione delle opere in corso possono comportare una riduzione di circa 129 morti l´anno per inquinamento, di circa 596 bronchiti acute nella popolazione compresa fra 0 e 15 anni, di circa 5.896 giorni di malattia nella popolazione fra 15 e 65 anni, di circa 1.400 anni di vita persi. Numeri che fanno rabbrividire solo a leggerli con un minimo di attenzione, e che invece sono stati sovrastati mediaticamente dalla tombola-lotteria dei 697 alberi da tagliare e dei 1100 da reimpiantare che potranno essere scelti attraverso un sondaggio online (fra essenze verificate come adatte).

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