[03/10/2007] Rifiuti

Operazione “Money-Luff”: nove arresti nel nord Italia per traffico illecito di rifiuti

LIVORNO. La maxi operazione “Money-Luff” del Corpo forestale dello Stato ha portato all´arresto di 9 persone per traffico illecito di rifiuti speciali, pericolosi e tossico-nocivi.
«L’attività investigativa iniziata nel settembre 2005 – spiega una nota della Forestale - è stata condotta dai Nipaf (Nuclei Investigativi di Polizia Ambientale e Forestale), di Verona e Vicenza. Sono state disposte nove ordinanze di misura cautelare: due in carcere e sette domiciliari. Inoltre il Gip ha disposto quattro sequestri preventivi per la discarica “Ca’ di Capri”, gli impianti di frantumazione di Castelnuovo del Garda e di Arese, e il laboratorio di analisi chimiche “Chimica Servizi S.r.l.” a Dossobuono di Villafranca, in provincia di Verona.

Sono in corso ancora 20 perquisizioni e sequestri domiciliari, e richiesta di esibizione documenti presso la sede regionale Arpav del Veneto a Padova, e la sede Arpav di Verona. Perquisizioni anche presso i siti di trattamento rifiuti in Veneto, Lombardia, Piemonte e Liguria». Il principale reato contestato è quello di traffico illecito di rifiuti ai sensi dell’articolo 260 del Testo unico ambientale.

Secondo il Cfs «gli indagati hanno, infatti, gestito abusivamente, grazie a un’attività continuata e ben organizzata, un’ingente quantità di rifiuti dell’ordine di 150 mila tonnellate annue, conseguendo un ingiusto profitto stimabile in 20 milioni di euro annui. La gestione illecita è consistita nell’aver smaltito un rifiuto, il “car-fluff”, con caratteristiche di non conferibilità nella discarica di Ca’ di Capri, poiché pericoloso e tossico nocivo poiché proveniente dalla rottamazione di vetture non correttamente bonificate. Inoltre è stato accertato che il car-fluff veniva utilizzato, tramite miscelazione, come vettore di smaltimento illecito per altri rifiuti pericolosi prodotti nel ciclo aziendale. Il “car fluff” è il rifiuto che si origina dalla frantumazione dei veicoli fuori uso a seguito del recupero dei metalli, ed è costituito da residui di gommapiuma, vernici, plastiche, gomme, ed altri».

Legambiente plaude all’operazione delle forze dell´ordine che «con il loro impegno e la loro pervicacia, sono riuscite a smascherare questo grave episodio di criminalità ambientale, individuandone i responsabili. La vicenda di oggi riporta l´attenzione sulla gravità del fenomeno ecomafie, che negli ultimi anni è stata oggetto di importanti operazioni contro il traffico illecito di rifiuti speciali anche nel Nord Italia. Per questo motivo ribadiamo con forza la richiesta di dotare il nostro sistema normativo di adeguati strumenti preventivi e repressivi: è ora di introdurre nel nostro codice penale i delitti contro l´ambiente».

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