[08/10/2007] Rifiuti
LIVORNO. Uno studio del Programma Onu per l’ambiente (Unep) sulla più grande discarica di rifiuti africana, quella di Dandora vicina alla capitale del Kenia, Nairobi, dimostra che la salute dei ragazzi che vivono nei suoi dintorni e l’ambiente sono pesantemente minacciati. Lo studio ha esaminato 328 giovani tra i 2 ed i 18 anni che vivono a Dondora ed ha anche raffrontato campioni di suolo della discarica e quelli di un’altra località nei dintorni di Nairobi. La metà dei ragazzi ha tassi di piombo nel sangue superiori ai livelli accettati internazionalmente, il 42% dei campioni di terreno contiene più di 400 parti per milione di piombo invece delle 50 ppm massime di un terreno considerato come non inquinato. Bambini e ragazzi risultano esposti ad inquinanti come i metalli pesanti e sostanze tossiche attraverso suolo, acqua e fumi della spazzatura che brucia in continuazione. Gli effetti sono: complicazioni respiratorie croniche (che colpiscono circa la metà dei giovani), gastro-intestinali e dermatologiche.
La discarica di Dandora occupa 30 ettari e riceve ogni giorno 2.000 tonnellate di rifiuti prodotti dai 4 milioni e mezzo di abitanti che vivono a Nairobi. Lo studio dimostra anche la presenza di prodotti chimici e rifiuti ospedalieri. Tutti i giorni centinaia di persone delle vicine bidonville e dei quartieri poveri utilizzano la discarica per trovare cibo, prodotti riciclabili e oggetti di “scarto” da rivendere. Così facendo, respirano fumi tossici della spazzatura bruciata e metano, ma i rifiuti hanno anche pesantemente inquinato il fiume Nairobi che scorre a pochi metri dalla discarica, rendendolo inutilizzabile sia per il consumo umano che per l’irrigazione agricola.
Per Achim Steiner, vicesegretario generale dell’Onu e direttore esecutivo dell’Unep, «Siamo di fronte a risultati inquietanti, ma in realtà sono ancora più scioccanti di quel che noi avevamo immaginato. La discarica di Dandora rappresenta bene le sfide precise per la città di Nairobi e per il Kenia in generale. Ma è anche un esempio delle discariche di rifiuti in numerose città dell’Africa e di altri centri urbani dei Paesi in via di sviluppo. E’ evidente che un’azione urgente é indispensabile per ridurre i pericoli ambientali e sanitari perché ragazzi ed adulti possano continuare le loro vite quotidiane senza la paura di essere avvelenati e senza distruggere il sistema fluviale vicino». L’Unep è pronto ad aiutare gli amministratori locali e nazionali a migliorare la disastrosa gestione della discarica, attraverso una politica che possa produrre lavoro sostenibile e sano nel settore della gestione della discarica e del riciclaggio dei rifiuti.
«Abbiamo registrato – dice Njoroge Kimani, uno dei principali autori del rapporto - una situazione allarmante riguardante la salute dei giovani di Dandora: asma, anemia ed infezioni della pelle sono endemiche. Queste malattie sono legate all’ambiente intorno alla discarica, e sono aggravati da povertà, analfabetismo e malnutrizione. Visto che la discarica non ha né confini certi né è gestita, la gente corre anche il rischio di contrarre malattie veicolate dal sangue come l’epatite e l’Aids».
I risultati della ricerca mostrano livelli altissimi di piombo e cadmio (13.500 ppm e 1.058) mercurio (più di 18 ppm) e una forte presenza di Pcb. Il 50% dei ragazzi ha alte percentuali di piombo nel sangue, un basso livello di emoglobina e di ferro, ma il piombo causa anche altre effetti: danneggia il sistema nervoso ed il cervello, mentre il cadmio produce cancro e danni agli organi interni, soprattutto i reni.
Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), un quarto di tutte le malattie che colpiscono l’umanità sono causate da rischi ambientali e i ragazzi sono più vulnerabili degli adulti. Per i bambini di meno di 5 anni, le malattie legate ai fattori ambientali sono responsabili di oltre 4 milioni e 700 mila morti ogni anno, ed anche qui la differenza tra ricchi e poveri è evidente: il 25% dei decessi nei Paesi in via di sviluppo è dovuto a cause ambientali, nei Paesi sviluppati “solo” il 17%.
«I bambini di Dandora, del Kenya, e dell´Africa e del mondo non meritano questo – dice Steiner – Non possiamo più permettere soluzioni inappropriate alla crisi di gestione delle discariche che troviamo in molte città, particolarmente nel mondo in via di sviluppo» e non a caso lo studio raccomanda la gestione della discarica di Dandora in maniera economica, sociale e ambientalmente sostenibile. «Le vite di molti residenti dipende dalla discarica di Dandora. La sfida è, in primo luogo, come ridurre al minimo e infine arrestare il livello di materiali pericolosi che arrivano alla discarica e poi un miglior trattamento dei rifiuti tossici e ospedalieri prima che ci arrivino. Dobbiamo anche fornire migliori e sostenibili condizioni di vita alle persone che lavorano nella discarica e che vivono nei suoi dintorni. In futuro, le quantità crescenti di rifiuti possono essere inevitabili ma dobbiamo apprendere come migliorare davvero la vita dei poveri che dipendono dalla discarica e favorire il riutilizzo della spazzatura per una più sana opportunità economica».