[08/10/2007] Aria

Non ci sono ostacoli tecnici per inserire aerei e navi nel dopo Kyoto

BRUXELLES. Secondo l’European environment agency (Eea), le emissioni di gas serra provenienti dai trasporti aerei e marittimi internazionali potrebbero essere incluse nelle misure di riduzione da prevedere per la fase post protocollo di Kyoto.

Il periodo di applicazione del Protocollo de Kyoto, che si ferma al 2012, non include queste emissioni, ma secondo l’Eea, che risponde così anche al no espresso dalle compagnie aeree internazionali, «nuovi impegni sono necessari. Le emissioni di aeronautica e trasporti internazionali sono la fonte di gas serra che cresce più velocemente. Le emissioni di anidride carbonica dell’Ue prodotte da aeronautica e navigazione internazionali sono aumentate rispettivamente del 96% e del 50% fra il 1990 e il 2005».

L’Eea si rivolge in particolare ai Paesi sviluppati e a due appendici dell’Onu: l’International civil aviation organization (Icao) e all’International maritime organization (IMO) per chiedere di limitare le emissioni da questi settori. Ma proprio l’atteggiamento prudente, fino al rigetto delle proposte dell’Ue, di Icao e Imo ha prodotto scarsi risultati nel taglio delle emissioni climalteranti nei due settori di trasporto e sta sollevando un forte dibattito sul ruolo dei viaggi aerei e marittimi nel rispetto dei parametri del Protocollo di Kyoto e dopo il 2012.

Un workshop organizzato ad Oslo dal governo norvegese e dall’Eea, ha messo a fuoco la strategia per identificare i potenziali ostacoli tecnici all´inclusione dell’aeronautica e dei trasporti marittimi internazionali nei futuri accordi internazionali sui limiti da porre per contrastare il cambiamento climatico. Il workshop, nonostante un’attivissima opera di lobbing svolta internazionalmente dagli Stati Uniti e dalle compagnie aeree, non ha trovato che nessun ostacolo tecnico reale che non possa essere risolto.

«Se stiamo andando verso il raggiungimento di obiettivi di lunga durata per la minimizzazione del riscaldamento globale ad un massimo di due gradi centigradi – ha detto Jeff Huntington, a capo del programma di valutazione ambientale dell’Eea - le emissioni dell’aeronautica e dei trasporti marittimi internazionali devono essere incluse nei futuri accordi internazionali come quelle di tutti gli altri settori».

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