[08/10/2007] Acqua

Il Po è già inquinato a 50 chilometri dalla sorgente

LIVORNO. Un’ulteriore conferma del grave stato di salute delle acque superficiali del bacino del Po, dove vivono 16 milioni di persone, viene dalla spedizione denominata «Alla ricerca del Grande Fiume», organizzata da un Comitato scientifico composto da docenti delle Università di Torino, Siena e Venezia, che hanno svolto una campagna di indagine ambientale sull´asta del Po ed alle confluenze dei suoi affluenti principali.

La campagna è consistita nella raccolta e interpretazione di dati di monitoraggio ambientale esistenti e nella analisi di quattro componenti dell´ecosistema fluviale: le acque, i sedimenti, la morfologia del fiume e gli invertebrati acquatici. Il carico di inquinanti deriva per il 15% da usi civili, il 52% da attività industriali e per il 33% da attività agro e zootecnica. Nel primo tratto del corso d´acqua l´ambiente si presenta non inquinato, o comunque, non alterato in modo sensibile. Verso valle lo stato di salute del fiume peggiora. Dopo soli 50 chilometri dalla sorgente, le acque del Po sono inquinate o alterate. Nel tratto lombardo si rileva un peggioramento. Lo scadimento di qualità nel tratto centrale è dovuto agli affluenti il cui elevato carico inquinante non viene adeguatamente abbattuto e all´uso delle fasce fluviali.

Le cause del degrado ambientale del Delta, oltre alla diminuzione della portata del fiume dipendono da diversi fattori. E´ diminuito l´apporto di materiale sabbioso da parte del Po e dei suoi affluenti (3-4 volte inferiore rispetto al passato), sia per le escavazioni in alveo, sia per la costruzione di dighe e briglie. La sabbia in pasato alimentava le difese naturali della costa come gli scanni (le spiagge litoranee).

Per il Delta del Po il pericolo maggiore viene dal mare: il progressivo abbassamento del livello del suolo e il sempre più frequente fenomeno dell´acqua alta fanno sì che sempre più spesso, e più profondamente, l´acqua salina risalga lungo i rami del fiume. Come risulta da indagini scientifiche, negli ultimi anni il cuneo salino (la risalita dell´acqua salata) è arrivato a circa 20 chilometri dal mare (nel 1960 era di 2 chilometri) e nei periodi di maggiore siccità si è spinto fino a 25-30 km dalla costa impedendo così l´utilizzo dell´acqua per irrigazione in un´area che ha superato i 20 mila ettari.

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