[09/10/2007] Parchi

Fadama, miracolo nigeriano

LIVORNO. «Daga Allah Sei Fadama» («Dopo Dio c’é Fadama ») dicono nel nord della Nigeria per spiegare la bellezza e l’importanza delle Famada, così come vengono chiamate le zone irrigue lungo il corso dei fiumi del grande Paese africano che sono coltivabili anche durante la stagione secca, quando il livello dell’acqua é più basso.

Il suolo fertile e la presenza di falde poco profonde rende l’acqua facilmente accessibile, ma terre, zone di pesca e pascoli sono sempre più contesi e questo provoca anche conflitti per il suo uso tra agricoltori, pescatori ed allevatori di bestiame. Per questo la Banca mondiale e l’Associazione mondiale per lo sviluppo hanno finanziato un progetto di sviluppo agricolo che ha contribuito a far calare le tensioni incoraggiando le comunità la cui sussistenza dipende dalle Fadama a unire i propri sforzi per diventare protagonisti di un nuovo sviluppo.

Un primo progetto aveva già favorito l’irrigazione delle aree nell’ultimo decennio, il progetto "Fadama 2" ha stanziato 125 milioni di dollari che hanno permesso a 2 milioni e 300 mila famiglie di aumentare le loro entrate economiche negli ultimi due anni, contribuendo così anche alla modernizzazione delle aree agricole e non petrolifere della Nigeria, con lo sviluppo di una rete viaria rurale e promuovendo una gestione più sostenibile dell’ambiente. Gli effetti positivi del progetto sono stati rilevati anche da un recente studio dell’Istituto internazionale di ricerca sulle politiche alimentari (Ifpri) di Washington, secondo il quale i risultati oltrepassano tutte le attese.

Per l’Ifpri le entrate delle famiglie partecipanti sono aumentate del 60 % tra il 2005 e il 2007, molto più del 20% previsto dagli esperti, e le donne, che tradizionalmente subiscono l’impoverimento, hanno addirittura visto apprezzare i loro averi del 1.565%. Per questo il Progetto ha ricevuto il premio regionale di eccellenza della Banca mondiale per lo sviluppo sostenibile e il governo nigeriano ha chiesto un aiuto di 250 milioni di dollari per estenderlo a tutti i 36 Stati del Paese. Il Consiglio di amministrazione della Banca mondiale sarebbe intenzionato a presentare il progetto "Fadama 3" nel marzo 2008.

Il "Fadama 2" si é rivelato uno strumento utile non solo per ridurre la povertà, ma anche per dare maggiore autonomia alle popolazioni rurali, comprese le donne e i portatori di handicap, in aree della Nigeria dove i collegamenti sono rari e l’accesso a banche ed alla microfinanza é praticamente impossibile. Per Nwanze Okidegbe, consigliere della Banca mondiale per le strategie agricole, «L’incidenza del progetto sullo sviluppo agricolo della Nigeria, considerato essenziale per la diversificazione dell’economia nazionale, é già da ora monumentale».

Ha avuto successo perché incoraggia gruppi di utilizzatori all’interno di una stessa comunità (agricoltori, pescatori, allevatori, donne, handicappati, studenti) a mettere in atto programmi di sviluppo locale a forte vocazione partecipativa e di integrazione, con finanziamenti contenuti in un piano concordato di sviluppo locale (Pdl) per l’acquisto di attrezzature per la lavorazione del pesce, concimi, pompe d’acqua e generatori per migliorare le condizioni di vita e lavoro comuni.

«Quando il comitato locale di sviluppo delle Fadama – spiega un dirigente regionale della Banca mondiale – approva le richieste contenute nel Pdl, queste sono integrate al budget totale allocato dall’amministrazione territoriale. La comunità lancia allora una gara d’offerte e il vincitore del contratto viene retribuito direttamente dai destinatari del progetto». Una novità non da poco in un Paese come la Nigeria in testa alla classifica mondiale della corruzione pubblica.

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