[10/10/2007] Energia

Greenpeace: scorie nucleari in condizioni precarie

LIVORNO. «Nonostante la centrale di Sabotino (Latina) non sia più in funzione da oltre 20 anni e il combustibile nucleare sia stato allontanato, rimangono una serie di problemi irrisolti». A dichiararlo è Greenpeace che spiega: «Ieri mattina c’è stato un nuovo sopralluogo ed è prelevato un campione d’acqua che verrà analizzato per verificare la presenza o meno di presenze nocive e radioattive».

Oltre alle perdite di radioattività riscontrate da Arpa Lazio e Nipaf, oggetto di indagine della magistratura, Greenpeace denuncia innanzitutto la precarietà della conservazione dei rifiuti che tuttora sono in forma non condizionata e in sistemazioni provvisorie (fosse, serbatoio) su cui non risulta sia mai stato fatto un esame approfondito per verificarne la tenuta e la vita utile residua».

«E’ assolutamente insostenibile la situazione dei fanghi della piscina – denuncia Giuseppe Onufrio, direttore delle campagne di Greenpeace- e non si capisce che cosa si aspetti per realizzare strutture idonee di protezione e soprattutto il condizionamento dei fanghi stessi con una solidificazione in cementi speciali. Negli anni scorsi si è assistito ad un balletto indecente tra la Sogin e il Comune di Latina: la Sogin accusava il Comune di non rilasciare i permessi per gli interventi ed il Comune che accusava la Sogin di non confrontarsi. Se la situazione è ancora disastrosa è perché c’è un concorso di colpa tra i due soggetti».

Il problema più grosso, in prospettiva, della centrale di Sabotino è la presenza nell’edificio reattore di 3.300 m^3 di grafite contaminata con carbonio 14 (tempo di dimezzamento circa 5000 anni) che, allo stato attuale, è una delle maggiori componenti dell’inventario volumetrico dei rifiuti di alta attività presenti in Italia. Attualmente non esiste nessun piano per gestire questo materiale, che infatti non fa parte dell’accordo Sogin-Areva, che riguarda solo il ritrattamento del combustibile irraggiato (267 milioni di euro). In termini volumetrici, gran parte del problema di gestione dei rifiuti ad alta attività è dunque senza nessuna ipotesi di soluzione.

«Lo smantellamento delle centrali nucleari rimane un nodo ancora critico e di non banale soluzione - spiega Giuseppe Onufrio - A Latina per di più non esiste nemmeno una proposta su come sistemare i 3.300 m^3 di grafite contaminata. Che fine hanno fatto i 140 milioni di euro ogni anno prelevati sulla bolletta elettrica dal 2000 e che dovrebbero servire allo smantellamento e la messa in sicurezza delle scorie nucleari?».

Nel frattempo arriva la notizia che il Belgio sarebbe pronto ad accogliere nel suo inceneritore di Dessel, nella regione del Limburgo, rifiuti radioattivi di altri paesi, compreso dall’Italia. Lo scrive il quotidiano Le Soir (fonte Ansa) citando due documenti confidenziali del consiglio d´amministrazione dell´Organismo nazionale dei rifiuti radioattivi. Negli ultimi mesi, scrive il giornale, sono state compiute numerose missioni esplorative all´estero per alimentare con materiali a debole radioattività, come i rifiuti sanitari, l´inceneritore di Belgoprocess a Dessel, attualmente sotto utilizzato. Tra i paesi contattati, al momento tuttavia senza esito, oltre all´Italia, ci sarebbero anche la Germania, la Francia, l´Olanda, la Romania e la Slovenia.

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