[11/10/2007] Energia

Il comitato contro l´Olt: «No a tutti i rigassificatori, sì all´eolico e alle rinnovabili»

LIVORNO. Il Comitato contro il rigassificatore offshore di Livorno e Pisa invita sabato prossimo a una grande mobilitazione popolare per impedire la realizzazione dell’impianto la cui costruzione della parte a terra, tra l’altro, è già cominciata. Abbiamo intervistato Maurizio Zicanu, un portavoce del comitato che si oppone alla realizzazione di questa piattaforma che dovrebbe permettere l’arrivo di gas attraverso le navi metaniere.

La posizione del comitato è no al rigassificatore di Livorno o a tutti i rigassificatori?
«E’ un secco no a tutti i rigassificatori perché possiamo avere il gas che ci serve attraverso i gasdotti che già ci sono»

Ma uno dei motivi per la loro costruzione è quello di avere la possibilità di diversificare le fonti di approvvigionamento.
«E’ un falso motivo, perché non abbiamo mai avuto problemi con i Paesi dai quali ci arriva il gas attraverso i gasdotti. Anzi le multinazionali come Eni e Edison hanno ottimi rapporti con questi paesi e direi fanno ottimi affari».

Altro motivo è la possibilità di avere un mix di fonti energetiche per poter affrontare la fase di transizione verso le rinnovabili.
«Anche questo è un falso motivo, perché bisogna senza dubbio uscire dalla dipendenza delle fonti fossili, ma anche il metano è una fonte fossile. L’impressione è che non si voglia affatto una transizione verso le rinnovabili, ma verso il carbone e il nucleare. Del resto il ministro Bersani ha più volte detto di essere favorevole al carbone e al nucleare di quarta generazione. Ma la transizione alle fonti rinnovabili si fa con le rinnovabili».

Però spesso quando si tratta di realizzare impianti di energie rinnovabili sul territorio, come l’eolico, nascono opposizioni non solo da parte locale ma anche da associazioni ambientaliste, e allora come si fa?
«Si superano avendo una programmazione seria e senza imporre interventi alla popolazione. Con il territorio ci si deve confrontare, si deve informare. Noi all’eolico siamo favorevoli. Anzi aspettiamo che inizino al più presto i lavori che erano stati annunciati per l’impianto del Picchianti e per quello sulla diga Curvilinea, come sono partiti quelli per il rigassificatore».

Ma siete quindi contrari anche all’idea del rigassificatore a Rosignano?
«Certo, siamo contrari anche a quello perché a parte il fatto che sarebbe più problematico di quello di Livorno, dato che lì siamo in area industriale dove già la situazione è piuttosto critica, e poi perché di gas non ne serve oltre a quello che già abbiamo. Ma non lo diciamo solo noi, lo dice anche il documento della cabina di regia dell’agosto 2006, che di rigassificatori non c’è n’è bisogno. Servono alle aziende per avere maggiori quantitativi di gas da stoccare e da rivendere a seconda dei prezzi sul mercato».

Quindi secondo lei li costruirebbero solo a fini speculativi?
«Sì è un business che non serve all’Italia, ma che servirà alle aziende che ci investono, che potranno poi rivenderlo all’estero»

Veniamo alla marcia di sabato. Avete un idea di quante persone parteciperanno? Verranno anche da fuori?
«Ci auguriamo che siano tante ma non abbiamo nessuna idea. Il percorso è lungo e potrebbe scoraggiare qualcuno l’idea di fare cinque chilometri. Parte dalla barriera Garibaldi e arriva sino al cantiere, dove abbiamo un presidio e dove ci sarà un dibattito e un concerto finale.
Siamo nel patto di mutuo soccorso e quindi siamo in contatto anche con i No-tav, i comitati di No-Dal Molin e con quello di Montale che sta facendo un presidio tipo il nostro, ci auguriamo che vengano».

Dopo la marcia quali altre iniziative avete in programma?
«Avremo, finalmente dopo anni di attesa, il 18 ottobre un incontro con il sindaco Cosimi, e se troviamo un accordo vorremmo organizzare un dibattito pubblico assieme alle istituzioni. Altrimenti lo faremo lo stesso e a quel punto sarà un vero e proprio processo pubblico al rigassificatore».

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