[12/10/2007] Parchi

Deforestazione “zero” in Amazzonia entro il 2015

LIVORNO – Nove organizzazioni non governative brasiliane, comprese Greenpeace, Wwf e The Nature Conservancy si sono date l’obiettivo di fermare la deforestazione in Amazzonia ed hanno elaborato è un vasto Piano per fermare il disboscamento entro sette anni presentandolo a Brasilia al ministro dell´ambiente federale brasiliano Marina Silva ed ai governatori degli Stati che comprendono estensioni di foresta amazzonica.
Il piano punta ad unire governo e società civile negli sforzi per la conservazione dell´ambiente e della grande biodiversità dell’Amazzonia.

«Questo è solo l´inizio, ma è un buon punto di partenza, ed è qualcosa di interessante» ha detto Silva, che è cresciuta in Amazzonia e, prima di diventare ministro dell’ambiente, era una leader dei movimenti per la salvaguardia della foresta pluviale nota a livello mondiale. «Stiamo costruendo un piano nazionale comune – ha aggiunto – ma con responsabilità differenziate».

La proposta di arrivare a deforestazione “zero”, chiamata "Accordo sul rispetto del valore della foresta amazzonica e fine del disboscamento", chiede di unire forti politiche pubbliche con strategie di mercato per il raggiungere degli obiettivi di riduzione annuale di deforestazione e suggerisce che circa 1 miliardo di dollari all´anno di Real (550 milioni di dollari) in risorse nazionali ed internazionali debba essere investito per mantenere le foreste esistenti ed i loro servizi ambientali.
Altre raccomandazioni riguardano il rafforzamento del monitoraggio sulle foreste, il controllo, misure fiscali e incentivi economici per le popolazioni indigene ed ai produttori rurali per conservare la terra.

«E´ necessario andare oltre il “comando e controllo" – si legge nella proposta di accordo - attraverso la promozione di misure di revisione e di riorientamento di incentivi finanziari, che storicamente sono stati convogliati in pratiche distruttive».
Nel 2006, si stimava che circa il 17% della foresta Amazzonica originaria presente in Brasile era già stata distrutta, una superficie più estesa di quella dell’intera Francia.

Secondo quanto scritto nell’Accordo «il cambiamento di utilizzo del territorio e la conseguente deforestazione, in particolare l’eliminazione di alberi a scopo agricolo e per l’allevamento di bestiame, sono responsabili fino al 75% delle di emissioni di gas serra del Brasile, e contribuiscono a perdite significative della biodiversità nella regione. Continuando la distruzione dell’Amazzonia una prolungata siccità potrebbe colpire molte regioni del Brasile e riguardare direttamente la vita di milioni di persone che dipendono dalla foresta per sopravvivere».

Torna all'archivio