[12/10/2007] Parchi

A quando la conferenza nazionale sui parchi?

PISA. Alcuni mesi prima della inaugurazione del Festival nazionale dell’editoria ambientale a Pisa dell’8-9 giugno il ministro Pecoraro Scanio preannunciò la convocazione della terza conferenza nazionale dei parchi. L’argomento ripreso e discusso a Pisa in una tavola rotonda di Federparchi. Ma da allora praticamente non se ne è saputo più niente nonostante le sollecitazioni ripetute della associazione dei parchi. Sono circolate alcune voci sul tipo di conferenza da fare ma niente di concreto e di preciso.

Eppure non mancano certo gli argomenti e i problemi sui quali sarebbe bene e urgente discutere tra stato, regioni ed enti locali
riguardo al ruolo dei parchi nazionali, regionali e delle altre aree protette. Gli incendi estivi - tanto per fare un esempio- hanno al di là di ogni ragionevole dubbio confermato che la vigilanza dei parchi nazionali non può più essere ‘delegata’ al Cfs e sottratta di fatto alla gestione dell’ente parco pena disfunzioni, ritardi e pasticci. E così pure per i direttori che non possono essere di nomina ministeriale come lo erano i segretari comunali e provinciale ai tempi del centralismo burocratico imperante. Altro esempio ancora più eclatante è ormai la insostenibile e scandalosa gestione delle aree protette marine considerate come il terrazzo (o piscina) di casa per la burocrazia ministeriale. Non minori e meno importanti le situazioni regionali. In molti casi si stanno discutendo – talvolta stancamente- leggi che non sarebbe male mettere anche a confronto sul piano nazionale.

A rendere più confuso il quadro c’è il dibattito in corso sul codice delle autonomie che per ora sembra caratterizzato prevalentemente da una caccia forsennata ai ‘tagli’ a prescindere di fatto dai ruoli. E anche i parchi ne fanno le spese nel senso che il loro ruolo sembra offuscarsi e intorbidarsi in questa affannosa e incasinata ricerca di una ridefinizione dei ruoli dello stato, delle regioni, delle province e dei comuni con in più le comunità montane. Ecco perché c’è bisogno e urgenza della terza conferenza nazionale che anche nei giorni scorsi Federparchi ha riproposto non soltanto al ministero dell’ambiente. Ed ecco perché sarebbe bene mettere fine a questi traccheggiamenti e silenzi che accrescono soltanto le incertezze e il disagio. Silenzi e rinvii in politica di solito complicano le cose anziché risolverle specie per le istituzioni; e i parchi sono un importante soggetto istituzionale.

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