[15/10/2007] Consumo

La Cina proibisce le esportazioni a chi inquina

LIVORNO. La vicenda dei giocattoli della Mattel e quella di prodotti di acquacoltura ed alimentari sofisticati sta creando imbarazzo in Cina e così il ministero del commercio ha deciso di vietare agli esportatori la vendita dei loro prodotti all’estero se violano i regolamenti sulla protezione dell’ambiente. Si tratta di un’interdizione provvisoria do commerciare all’estero (ma non nel mercato interno cinese, a quanto pare), che durerà tra anni e che punirà così le imprese che emettono una quantità eccessiva di sostanze inquinanti che sperperano le risorse ambientali.

La crescita delle esportazioni cinesi si basa sull’economicità dei prodotti e questa a sua volta spesso si sostiene sulla mancata osservanza delle regole ambientali che, seppur non certamente draconiane, esistono anche in Cina. Un comunicato congiunto del ministero del commercio e dell´Amministrazione di Stato della protezione dell´ambiente annuncia le nuove misure di penalizzazione ed incita le autorità locali, il vero e proprio buco nero della tolleranza e connivenza per quanto riguarda l’inquinamento, «a rafforzare la sorveglianza sulle compagnie esportatrici, soprattutto quelle che consumano molta energia e risorse naturali, ed a fare un rapporto su queste violazioni presso le amministrazioni locali del commercio».

In base ai rapporti delle autorità locali, il ministero del commercio autorizzerà i dipartimenti locali a sospendere le autorizzazioni di esportazione, le quote ed i permessi, i contratti di trasformazione, ma anche l’autorizzazione a partecipare a fiere commerciali nazionali o regionali per chi ha violato le norme ambientali. Le domande di “riammissione” alle esportazioni saranno accolte a condizione che le autorità locali per l’ambiente confermino che le industrie hanno davvero corretto i loro metodi di produzione.

Probabilmente la preoccupazione del governo non è solo quella di difendere l’immagine, la qualità e l’affidabilità dei prodotti cinesi, ma anche il ripetersi di enormi problemi ambientali legati all’inquinamento come quello che sta colpendo il quinto più grande lago naturale della Cina, nella provincia orientale di Anhui, dove un’esplosione di alghe causato dall’immissione di scarichi inquinanti ha fatto calare del 20% la pesca, con un calo di 500 tonnellate di prodotti ittici nel 2007.

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