[16/10/2007] Aria

Il diesel emette meno C02 del metano?

LIVORNO. Il metano per autotrazione è davvero il combustibile che, seppur di origine fossile, ha al momento il minore impatto ambientale rispetto a tutti gli altri? Qualche dubbio può effettivamente venire confrontando i dati sulle emissioni dei modelli proposti dalle diverse case automobilistiche. Ne prendiamo due a caso: la Citroen C3 bifuel (1360 di cilindrata) emette andando a metano 119 grammi di Co2 per chilometro percorso. La stessa auto nella versione benzina ne emette 148, ma nella pari-versione diesel (cilindrata 1398), i grammi di Co2 emessi per chilometro sono 115, quindi addirittura di poco inferiori al metano.
Analogo discorso vale per la Fiat, dove la Punto Natural power (1242 di cilindrata) emette i soliti 119 grammi, che è anche la stessa identica cifra che butta fuori la versione diesel (1248 di cilindrata e 119 grammi di Co2 per chilometro).

A parte il fatto che ovviamente fra i gas a effetto serra non c’è solo la Co2, e che un confronto fra tecnologie comunque diverse può essere discutibile, intanto può essere letto in modo estremamente positivo il fatto che la tecnologia in pochissimi anni ha permesso al diesel di recuperare – almeno per la Co2 - quel deficit ambientale che ne aveva caratterizzato i primi motori. E ciò fa anche ben sperare sulla capacità da parte delle case automobilistiche di intervenire per abbattere le proprie emissioni (quando obbligata, come nel caso delle direttive dell’Unione europea).

Per capire comunque se davvero oggi il diesel ha raggiunto buoni livelli abbiamo chiesto un parere all’ingegner Luigi di Matteo, che fa parte dell’area Tecnica dell’Aci.
«La prima cosa che va assolutamente sottolineata è che se analizziamo la questione dal punto di vista ambientale non possiamo riferirci solo alla Co2, perché ci sono molte altre sostanze dannose per l’uomo e per il pianeta che vengono emesse dai tubi di scappamento, come il particolato, il benzene, gli ossidi di azoto. Per quanto riguarda il particolato il metano ha effettivamente emissioni trascurabili, quasi nulle, mentre i veicoli a gasolio hanno un´alta emissione di particolato, più dei veicoli a benzina».

E per quanto riguarda la Co2? Possibile che i diesel oggi siano addirittura migliori rispetto al metano?
«Effettivamente mi sorprende un po’ che i dati della Co2 siano comparabili. Sembra strano perché il metano è uno dei composti che pur avendo natura fossile dà basse emissioni di anidride carbonica. Direi anzi che il valore di 115 grammi di Co2 emessi dal diesel me lo aspetto perché la tecnologia ha fatti passi da gigante e non solo grazie ai Fap, ma soprattutto perché da una parte ci sono i vincoli imposti per legge, dall´altra ci sono le case costruttrici che si sono spesso impegnate nella riduzione delle emissioni in maniera del tutto volontaria. Infatti guarda caso oggi tutti i valori sono di poco inferiori alla soglia che vorrebbe fissare l’Ue al 2010 per la riduzione della CO2. Quello che invece mi stupisce un po’ è il valore alto del metano… In ogni caso i dati sono quelli forniti direttamente dalle case automobilistiche e quindi oggi sono difficilmente contestabili».

Come diceva la tecnologia diesel ha fatti grossi passi in avanti, eppure esistono opinioni contrastanti anche sui filtri antiparticolato.
«I Fap funzionano molto bene, perché sono filtri dotati di ossido di cerio o addirittura di aloe, quindi sostanze vegetali grasse, che hanno la capacità di aggregare le particelle più piccole intrappolandole nel filtro. Quando il filtro viene scaricato quindi non si rilasciano più polveri che più sono piccole e più sono pericolose, bensì gruppi di molecole intrappolati in queste sostanze grasse che non hanno la stessa pericolosità. Il problema dei Fap casomai è dato dall’efficienza, visto che sarebbero utilissimi se applicati ai primi diesel: esistono in commercio dei retrofit, filtri che si possono cioè installare a qualsiasi diesel e che per esempio nella Provincia di Bolzano godono di agevolazioni fiscali e consentono di ottenere emissioni abbastanza vicine a quelle della classe Euro immediatamente superiore (per es.da euro 1 ad euro 2). Purtroppo però in Italia non esiste una normativa che omologhi i retrofit».

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