[17/10/2007] Aria

Il Canada non può (o non vuole) rispettare il Protocollo di Kyoto

LIVORNO. Il governatore generale del Canada, Michaëlle Jean (nella foto), in rappresentanza della Regina Elisabetta (ufficialmente Capo di Stato del Canada) ha letto davanti al Parlamento, il “discorso del trono”, cioè un documento programmatico del premier conservatore Stephen Harper che capeggia un governo di minoranza.
Nelle 19 pagine del “discorso del trono” Harper fissa tra le 5 priorità del Canada anche la riduzione delle emissioni di gas ed il rafforzamento della sovranità canadese sull’Artico con la costruzione di una stazione di ricerca di importanza internazionale e la modernizzazione delle forze armate canadesi. Un chiaro segnale ai potenti vicini statunitensi e soprattutto ai russi che hanno sull’Artide mire non nascoste.

Per quanto riguarda l’ambiente, il premier conservatore ha scritto che il Canada non potrà rispettare gli obiettivi del Protocollo di Kyoto per la riduzione dei gas serra, ma che comunque si impegnerà a ridurre del 20% le emissioni entro il 2020 al livello precedente il 2006 e si sforzerà di trovare un accordo internazionale per una riduzione del 50% delle emissioni climalteranti nel mondo entro il 2050. Per questo il Canada promette di lottare contro il cambiamento climatico a partire dalla creazione di una Borsa del carbonio.

Il discorso non ha convinto almeno due dei tre partiti di opposizione, il Bloc Québécois ed il New Democratic Party, mentre il Liberal Party sembra incerto. Se il programma di Harper non verrà approvato, cadrà il governo ed il Canada andrà ad elezioni anticipate..

Gli ambientalisti canadesi guardano con preoccupazione a quanto sta succedendo in patria, ma ancor più a quello che il governo conservatore sta combinando all’estero: proprio alla vigilia del “discorso del trono”, in un summit tenutosi nella capitale dell’India New Delhi, il Canada è diventato ufficialmente il settimo membro attivo del Partenariato Asia-Pacificp (Pap) per lo sviluppo “verde” e il clima, un organismo che il nuovo Premio Nobel per la pace Al Gore ha bollato come «impostore» perché non riconosce il Protocollo di Kyoto.

Per l’opposizione e gli ambientalisti canadesi questa adesione non rappresenta niente di buono.

Usa, Cina, India, Giappone, Corea del Sud ed ´Australia sono i Paesi fondatori del partenariato Pap (che sembra proprio è il nocciolo duro della politica anti-Kyoto voluta da Bush) che si sono accordati per concertare insieme al settore privato la loro sicurezza energetica, ridurre l’inquinamento e lottare contro il cambiamento climatico, «senza per questo nuocere – dice il Pap - alla crescita economica ed alla riduzione della povertà»

«Ecco la prova che il governo del Canada preferisce chiaramente di non far niente riguardo ai cambiamenti climatici – dice John Bennett, direttore di Climage for Ch’ange – Penso che la migliore descrizione di questo partenariato è quella avanzata da Al Gore. Ha detto che è un’impostura.»

Per Bennett il Pap non è altro che un prodotto della Casa Bianca: «Bush tenta di creare l’impressione che lui faccia qualcosa. Ma in realtà non fa niente. Il Partenariato Asia-Pacifico fa particolarmente paura perché il Canada probabilmente, e molto presto, vuole mettere fine al suo divieto di vendere materiale nucleare all’India. Una interdizione che esiste dagli anni 70, quando l’India aveva utilizzato la tecnologia canadese per fabbricare la sua bomba atomica. Gli Stati Uniti hanno messo termine ad una interdizione simile da tre anni. Era una condizione dell’India per partecipare al nuovo partenariato. Non solamente il Pap non farà niente per lottare contro il cambiamento climatico, ma ci porterà ad una proliferazione degli armamenti nucleari. Non abbiamo bisogno di alter bombe atomiche nel mondo; questo non regolerà la questione dei cambiamenti climatici».

Anche per Bernard Bigras, portavoce degli autonomisti del Bloc Québécois per i temi ambientali, l’adesione del Canada al Pap «è un segnale del rilancio del nucleare, soprattutto dell’inclusione del nucleare nella categoria delle energie pulite. Un’aberrazione perché non si è ancora trovata una maniera sicura di gestire le scorie nucleari. In più – spiega Bigras – é chiaro che l’adesione al Pap serve al governo Harper a indebolire la Convenzione quadro dell’Onu sui cambiamenti climatici; serve a indebolire il Protocollo di Kyoto e ad uscire senza un mandato preciso dalla prossima conferenza Onu di Bali sui cambiamenti climatici. Quello che vogliamo è che, al contrario, il Canada dia prova di leadership a Bali perché ci sia un obiettivo di riduzione dei gas serra a medio termine. Quello che Harper ha deciso di fare è di prendere il programma ambientale che ha stabilito sul piano nazionale per esportarlo sulla scena internazionale. Riguardo alla politica canadese di lotta ai cambiamenti climatici, non si trova alcun obbiettivo di riduzione di gas serra a medio e non ci sono scadenze chiare».

Al Gore, gli ambientalisti e l’opposizione canadese criticano il concetto di “obiettivi ambiziosi” del Pap che non sono sostenuti da nessuna cifra reale «questo significa che non faranno niente. Significa che i Paesi membri non hanno accettato obiettivi obbligatori di riduzione dei gas serra – dice Bennet – Tutte le persone sensate che prendono coscienza delle prove scientifiche dei cambiamenti climatici concludono che siamo di fronte ad una crisi. Davanti ad una crisi, è necessario agire. C’è un’urgenza. Quello che dice il Pap è che le cose andranno di bene in meglio nel settore dell’efficienza energetica e che il problema si regolerà da solo».

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