[28/06/2011] News

Conciliare eradicazione della povertà e salvaguardia dell’ambiente

Si conclude oggi a Parigi la due giorni della conferenza internazionale "Concilier lutte contre la pauvreté et qualité de l'environnement Quelles solutions innovantes?", organizzata dall'Agence Française de Développement (Adf) e da Veolia Environnement  alla vigilia del G20 (sotto presidenza francese) e ad un anno da Rio+20. Alla conferenza di Parigi partecipano scienziati, politici, imprenditori e volti noti dell'ambientalismo internazionale come Wangari Maathai, premio Nobel per la pace; Amartya Sen, premio nobel per l'economia; Antoine Frérot, presidente di Veolia Environnement; Trevor Manuel, ministro del Sudafrica a capo della Commissione della pianificazione nazionale; Julia Marton-Lefèvre, direttrice dell'Iucn; Maria Nowak, presidente del'Adie; Kandeh Yumkella, direttore dell'Onudi; Dov Zerah, direttore dell'Agence Française de Développement.  

Il documento di presentazione spiega che il meeting si tiene «in un mondo in cui: povertà e degrado dell'ambiente coabitano sempre di più... La popolazione mondiale dovrebbe raggiungere i 9 miliardi, di cui 2 miliardi in Africa... La lotta contro la povertà deve intensificarsi perché ogni uomo ed ogni donna possano nutrirsi, istruirsi, alloggiarsi, curarsi ed avere accesso ai servizi essenziali: acqua, energia, elettricità... Nel frattempo i più vulnerabili saranno i primi colpiti dalle degradazioni ambientali».

La Marton-Lefèvre  intervenendo alla conferenza ha ricordato che «La povertà e il degrado ambientale vanno di pari passo in tutto il mondo, ciascuno può provocare l'altro. Con la popolazione mondiale che dovrebbe raggiungere i 9 miliardi entro il 2050 c'è un urgente bisogno di affrontare insieme questa coppia di problemi al momento di definire nuovi modelli di sviluppo economico. I legami tra povertà e ambiente sono stati ampiamente discussi da quando Indira Gandhi ha scatenato un dibattito globale sul rapporto tra povertà, crescita economica e ambiente nella sua famosa osservazione alla Conferenza di Stoccolma del 1972 che "La povertà è il più grande inquinatore. Oggi, appena ad un anno dal quarantesimo anniversario della Conferenza di Stoccolma ed a 20 anni dall' Earth Summit di Rio, è il momento giusto per riflettere su quanto abbiamo fatto con i nostri pensieri ed azioni per il raggiungimento degli obiettivi dello sradicamento della povertà e per la conservazione della biodiversità».

La direttrice generale dell'Iucn si è risposta tracciando un bilancio non certo esaltante: «Nonostante alcuni notevoli risultati su entrambi i fronti, le povertà è ancora lontana dall'essere messa fuori dalla storia mentre i pericoli per la biodiversità aumentano».

Dalla conferenza è emerso un pianeta che dovrà fare i conti con le richieste ed i  bisogni di servizi ambientali in aumento, che «Obbligheranno le società ad adattarsi e a definire nuovi modelli di sviluppo e di crescita. Dovranno fare sempre di più appello ad un utilizzo razionale delle risorse ed a sviluppare un'economia low carbon. Così, di fronte alla complessità ed all'interdipendenza di questi due grandi problematiche, lotta contro la povertà e salvaguardia della qualità dell'ambiente, un'analisi delle loro interazioni offrirà delle prospettive di soluzioni nuove, innovative e creerà delle reali opportunità».

Si tratta di diverse povertà, quella dei poveri francesi non è certo uguale a quella del Mali o dell'India, ma l'obiettivo è quello che gli esseri umani siano ovunque rispettati in quanto tali e che abbiano il diritto di uscire dalla povertà, ma, perché le popolazioni beneficino dei servizi essenziali, sono indispensabili profonde mutazioni economiche «Per creare più ricchezza ed arrivare alla fine ad un miglioramento delle loro condizioni di vita - si legge nel documento della Conferenza - La diversità degli sviluppi seguiti dai popoli della terra conduce ad una moltitudine di tipi di povertà, ai quali si aggiungono altri parametri,  possibili elementi aggravanti, come i fattori ambientali. E' utile interrogarsi sulla pertinenza delle soluzioni adatte che tengano conto delle dimensioni ambientali».

Attualmente, l'ambiente emerge come una componente essenziale dello sviluppo sostenibile e «L'essere umano, attraverso le sue interazioni con il suo ambiente naturale, dovrà evolvere per far fronte alle nuove difficoltà su scala internazionale: risorse naturali limitate e fragilizzate, perdita della biodiversità, territori finiti con competizione tra i loro utilizzatori, bisogno di nuove fonti di energia, pressione demografica, particolarmente in ambiente urbano, e cambiamento climatico».

Di fronte ad una sfida che riguarda il futuro stesso dell'umanità, occorre la mobilitazione di tutti, istituzioni, comunità scientifica, Ong e mondo degli affari  «Per elaborare e mettere in opera nuove politiche e strumenti efficaci e sostenibili di lotta contro la povertà in un contesto di fragilità crescente dell'ambiente. Se il tema si pone una sfida globale, le risposte locali, le più vicine possibili alle popolazioni, sono indispensabili». Insomma, come dice un vecchio e mai tramontato slogan ambientalista: «Pensare globalmente e agire localmente», per sconfiggere la povertà e salvare l'ambiente e il genere umano.

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