[20/09/2012] News

Siamo tutti cavie: gli effetti velenosi di un mais Ogm e dell’erbicida Rondoup della Monsanto

Un nuovo rapporto francese: «Una bomba a frammentazione: scientifica, sanitaria, politica e industriale»

Le Nouvelle Observateur pubblica oggi una grande indagine intitolata "Tous cobayes! Les effets toxiques graves d'un OGM" nel quale per la prima volta vengono valutati gli effetti di lungo periodo sulla salute di un Ogm e di un erbicida, in maniera più completa di quanto hanno fatto finora le agenzie sanitarie, i governi, le industrie ed altre ricerche.

Lo studio esamina due prodotti molto rappresentativi: un mais transgenico tollerante al Roundup, una caratteristica condivisa da oltre l'80% degli Ogm, e il Roundup stesso, il pesticida più utilizzato in tutto il mondo. I prodotti sono stati testati su 200 ratti tenuti sotto osservazione per 2 anni, i parametri utilizzati sono stati più di 100 e i dosaggi utilizzati sono quelli delle dosi utilizzate attualmente nell'ambiente, come l'11% di Ogm nell'alimentazione e 0,1 ppb di Roundup nell'acqua.

I risultati hanno rivelato una mortalità maggiore e più rapida durante il consumo di ciascuno dei due prodotti, con effetti ormonali non lineari e legati al sesso dei ratti: le femmine sviluppano importanti tumori mammari e moltissime perturbazioni ipofisarie e renali, i maschi hanno danni epato-renali cronici e molto pesanti. A partire da ieri alle 15,00, il team di ricercatori guidato da Gilles-Eric Séralini, professore di biologia molecolare all'université de Caen ha pubblicato questo studio molto dettagliato su "Food and Chemical Toxicology" e su altre riviste scientifiche internazionali on-line e sottolinea che «le implicazioni sono gigantesche. Permettono di comprendere il modo di azione tossica di un Ogm e delle caratteristiche transgeniche più estese, ma anche di un pesticidi a dosi estremamente basse equivalenti a quelle trovate nelle acque di superficie e nell'acqua da bere. In più, I risultati mettono in luce il lassismo delle agenzie sanitarie e degli industriali nella valutazione di questi prodotti. Di conseguenza, le autorizzazioni per la messa sul mercato di questi prodotti devono essere immediatamente riviste, I test attualmente in vigore di 90 giorni devono essere prolungati a 2 anni per tutti gli Ogm, i pesticidi devono essere testati 2 anni  basse dosi ed in formulazione, i test regolamentari delle compagnie devono essere immediatamente resi pubblici e sottoposti ad un'expertise contraddittoria, in futuro devono essere realizzati in maniera indipendente dai produttori.

I risultati dello studio e l'esperienza del team di ricercatori, comprese le forti conseguenze sociali che sono destinati ad avere, sono illustrati nel libro " Tous Cobayes!"di Séralini, che uscirà in Francia il 26 settembre per le edizioni Flammarion, lo stesso giorno uscirà nei cinema francesi "Tous Cobayes?", un film di Jean-Paul Jaud liberamente adattato dal libro. Un documentario televisivo "OGM, vers une alerte mondiale?" è già stato realizzato da François Le Bayon. L'impatto giuridico e sulle multinazionali biotecnologiche è analizzato dal libro "La vérité sur les OGM c'est notre affaire", che sarà domani nelle librerie francesi, scritto da  Corinne Lepage, ex ministro dell'ecologia e vice-presidente della Commissione ambiente, salute pubblica e sicurezza alimentare del Parlamento Europeo. La Laparge lavora da 15 anni con Joël Spiroux e Séralini all'interno del Comité de Recherche et d'Information indépendantes sur le Génie génétique (Criigen) ed è riuscita a trovare i 3,2 milioni di fondi per questa ricerca che organismi pubblici come l'Inra ed il Cnrs avevano giudicato poco giudiziosa intraprendere. La cosa sorprendente è che la ricerca è stata finanziata dalla Fondation Charles Léopold Mayer (Svizzera) ma anche da imprese della grande distribuzione francese, come Carrefour, e Auchan, che si sono riunite in associazione. Le Nouvelle Observateur spiega che «Dopo la mucca pazza, quest'ultime vogliono in effetti premunirsi da ogni nuovo scandalo alimentare. A tal punto che è stato  Gérard Mulliez, fondatore del gruppo Auchan, che ha sbloccato I primi finanziamenti.

Sembra che gli scienziati francesi si siano preparati ad un'offensiva informativa preventiva per reggere le prevedibile controffensiva del produttori di Ogm e pesticidi, Monsanto in testa. Secondo Le Nouvel Observateur oggi in edicola, questo studio «E' una vera bomba (...) Una bomba a frammentazione: scientifica, sanitaria, politica e industriale. In effetti, polverizza una verità ufficiale: l'innocuità del mais geneticamente modificato».

La storia di questa ricerca, iniziata nel 2006, sembra un thriller e fino al 2011 i ricercatori hanno lavorato in condizioni di semi-clandestinità: hanno criptato i loro messaggi come al Pentagono, non si parlavano tra di loro al telefono ed hanno addirittura avviato un falso studio per confondere le multinazionali delle sementi , da parte delle quali temevano un colpo di mano per far saltare questa ricerca rivoluzionaria.

Il team ha chiamato il suo lavoro "opération Vivo", evocando anche la difficoltà a reperire sementi di mais Ogm NK 603, proprietà brevettata della Monsanto, recuperati in un liceo agricolo canadese e poi importati in Francia nel 2007 in grossi sacchi di iuta. Poi, nel segreto più totale, hanno prodotto crocchette di mais ogm  con le quali hanno cibato i 200 ratti da laboratorio selezionati, chiamati "Sprague Dawley".

Il bilancio è agghiacciante. Séralin spiega al Nouvelle Observateur che «Dopo meno di un anno di menù differenziato al mais Ogm, ce stata un ecatombe tra i nostri ratti, della quale non avrei immaginato l'ampiezza». Tutti i gruppi di ratti nutriti con il mais Ogm trattato con il Roundup, o alimentati con acqua contenente le basse dosi di erbicida presenti nei campi Ogm, «Sono stati colpiti da una moltitudine di pesanti patologie al 13esimo mese dall'esperienza - scrive Le Nouvelle Observateur - Tra le femmine, questo si manifesta manifeste con delle esplosioni a catena di tumori mammari che raggiungono perfino fino al 25% del loro peso. Tra i maschi, sono gli organi depuratori, il fegato ed i reni, che sono colpiti da anomalie marcate o severe. Con una frequenza da 2 a 5 volte più importante che per i roditori nutriti senza mais Ogm.  Il paragone è implacabile: i ratti nutriti con il mais Ogm sviluppano quindi da due a tre volte più tumori dei ratti nutriti senza Ogm, quale che sia il loro sesso. All'inizio del 24esimno mese, vale a dire la fine della loro vita, dal 50% all'80% delle femmine nutrite ad Ogm sono colpite, contro solo il 30%tra le senza Ogm».

Tra i ratti Ogm i tumori si presentano anche più velocemente: addirittura 20 mesi prima tra i maschi e 3 mesi tra le femmine. Una cosa impressionante in un animale con una vita media di due anni: a titolo di paragone un anno di vita di un ratto equivale a 40 anni di vita per un essere umano.

Lo studio di Séralini provocherà probabilmente una nuova guerra senza esclusione di colpi tra pro ed anti Ogm e le agenzie sanitarie Statali saranno in grande imbarazzo. Ma l'offensiva vera contro lo studio verrà probabilmente dalla Monsanto, la multinazionale leader delle sementi transgeniche che rischia di essere messa fuori gioco. L'obiezione che già circola è che per ogni pianta Ogm ci sono un centinaio di varietà e che per indagare sui loro rischi ci vorrebbero almeno una decina di studi, che costano ognuno tra i 100 e i 150 milioni di euro. Ma è anche chiaro che dopo questo studio e dopo l'offensiva mediatica/scientifica  che lo accompagna, con film e libri, nessuno potrà più guardare agli Ogm con l'indifferenza di prima.

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