[27/10/2011] News

Protocollo di Kyoto: alla Conferenza Unfccc posizione comune di Cina, Basic e G77

In un'intervista all'agenzia ufficiale Xinhaua, Xie Zhenhua il viceministro cinese incaricato dalla Commissione di Stato per lo sviluppo e la riforma di seguire i negoziati climatici internazionali, ha detto che alla prossima Cop17 dell'Unfcc a Durban, «la Cina esorterà l'applicazione del Piano di azione di Bali e l'inclusione di tutti i Paesi sviluppati nel Protocollo di Kyoto», un chiarissimo segnale agli Usa che quel protocollo non l'hanno mai firmato e soprattutto a chi, come Russia, Giappone, Canada e Australia, vorrebbero non rinnovarlo dopo il 2012. Secondo Xie questa proposta cinese è costruttiva e «L'appello della Cina ad applicare ad applicare il Piano di azione di Bali significa un secondo periodo di impegno del Protocollo di Kyoto», ma non si nasconde che questa proposta «Rischia di creare un disaccordo da parte dei Paesi industrializzati».

Xie aveva già guidato la delegazione cinese alla Cop15 Unfccc di Copenhagen del 2009 ed alla Cop16 di Cancun nel 2010, e è a Londra per discutere della Cop17 do Durban con i rappresentanti della Gran Bretagna e dell'Ue.

Prima di partire ha detto a Xinhua che «Diversi Paesi recentemente hanno espresso le loro reticenze nel vedere un secondo periodo di impegno dopo il 2012, quando il primo periodo d'impegno terminerà, a causa della mancanza di integrità ambientale di alcuni Paesi sviluppati, quali gli Stati Uniti, che  hanno rifiutato si sottomettersi agli obiettivi di riduzioni di legalmente obbligatori, come stipulato nell'Annesso 1 del Protocollo di Kyoto. Speriamo che la conferenza di  Durban non ci porti ad un impasse. La ha chiesto a questi Paesi sviluppati a prendere degli impegni relativi alle esigenze della Annesso 1 del Protocollo di Kyoto. Anche per i Paesi in via di sviluppo, i loro sforzi volontari per la riduzione delle emissioni  di gas dovrebbero essere formalizzati nella Convenzione quadro dell'Onu sul cambiamento climatico».

Xie ha ribadito il solito mantra cinese: «La proposta della Cina si conforma ai principi di "responsabilità comuni ma differenziate" ed alle "rispettive capacità". La nostra proposta è realistica perché i suoi obiettivi son sono altro che il riflesso degli impegni presi da ciascun Paese».

Insomma, se qualcuno farà fallire (anche) il prossimo vertice climatico mondiale di Durban, il colpevole è già noto ed identificato: i Paesi industrializzati che non vogliono rispettare gli impegni.

E  Xie, tanto per far capire quale sarà il clima in Sudafrica, ricorda che «La proposta ha ottenuto così un largo sostegno: i Paesi del Basic (Brasile, Sudafrica, India e Cina) presenteranno la proposta con il  Gruppo 77». Quindi, Paesi emergenti (compresi i padroni di casa sudafricani)  e Paesi in via di sviluppo presenteranno a Durban con un documento unico, mentre l'occidente in crisi si presenterà diviso, sembra la plastica dimostrazione dei nuovi rapporti di forza che cambieranno il mondo, rapporti che rispetto a Copenhagen, ma anche a Cancun, la crisi economico/finanziaria e di sistema dei ricchi fa pendere dalla parte degli emergenti che intanto rafforzano il loro legame con i Paesi in via di sviluppo.   

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