[04/01/2012] News

Climate-gate: la polizia cerca “FOIA”, l’hacker eroe degli eco-scettici

Il flop della campagna negazionista

Da più di due anni la comunità scientifica internazionale si chiede chi siano i colpevoli del cosiddetto "climate-gate", cioè della pubblicazione su internet di più di mille e-mail private che si scambiavano esperti del clima. Uno  "scandalo " fatto scoppiare ad arte nel 2009, alla vigilia della Conferenza  dell'Unfccc di Copenhagen, che arrivò come una bomba su quel summit cruciale seminando dubbi, ripresi capziosamente da delegazioni come quelle russa e saudita, sull'integrità delle ricerche degli scienziati e ridando fiato agli eco-scettici e a chi nega che sia in corso il global warming. Le 6 successive indagini ufficiali hanno chiarito che i ricercatori tirati in ballo con la pubblicazione delle e-mail non avevano nascosto o alterato alcun dato importante. Il climate-gate si è sgonfiato, per poi avere una fiammata alla vigilia della Cop 17 Unfccc che si è tenuta a Durban tra novembre e dicembre  2011,  quando sono state pubblicate da alcuni siti eco-scettici altre e-mail private e la polizia britannica ha avviato una nuova indagine.

Come quelle del 2009, il pacchetto di e-mail faceva parte di un furto dal server della Climate research unit (Cru) dell'università dell'East Anglia e l'hacker le ha postate, con commenti, su diversi blog. Ma questa volta, a sentire quanto scrive Leslie Kaufman sul The New York Times, il ladro di e-mail si è lasciato alle spalle alcuni indizi: «Un file crittografato e una nota finale che sembrano esse una provocazione, ma sufficiente a far rivivere ferventi speculazioni su che tipo di persona potrebbe essere dietro lo "stunt"».

Il commento accusa la lotta contro il global warming di sottrarre fondi a quella contro la povertà: «Ogni giorno quasi 16.000 bambini muoiono per cause legate alla fame», poi aggiunge una sfida agli hacker ed  ai programmatori: sono state rese note 5.000 e-mail, ma «ll resto, circa 220.000, sono criptate per vari motivi. Non abbiamo in programma di rilasciare pubblicamente la pass phrase».

Una provocazione che almeno ha avuto il merito di risvegliare la sonnolenta indagine della polizia britannica: il Dipartimento della giustizia ha chiesto che Automatica, la società madre del blog che ospita WordPress.com, conservi per tre giorni i digital logs dei tre blog dove ci sono i link alle  e-mail più recenti. In un blitz a Leeds, la polizia ha sequestrato laptops  nelle casa di un blogger, che però non sarebbe sospettato come autore materiale del climate-gate.

Secondo quanto dice al New York Times  Kert Davies, research director di Greenpeace, la nota «è un indizio forte sulla predisposizione dell'hacker. C'è un certo odore di  "quadrante " della comunità negazionista. Fanno finta di essere preoccupati che stiamo impendendo lo sviluppo nei Paesi poveri. Solo alcuni think tank pensano in quel modo e giocano in questo modo, per lo più in Europa». .

Altri fanno notare che nel 2009, il ladro on line utilizzava la sigla RC linkata ad uno zip file chiamato "FOI2009", un apparente riferimento ai Freedom of Information statutes di Gran Bretagna ed Usa, il che riporterebbe alle accusa dei climate skeptics agli scienziati del clima dell'università dell'East Anglia di non rispondere celermente alle richieste di informazione libera e di non permettere l'accesso a tutti i loro dati ed  e-mail. Ma a novembre l'hacker sui blog si è firmato  "FOIA", un soprannome tra i leacker nelle discussioni e-mail sul clima.

Anche uno dei più noti portavoce dei climate skeptics, Myron Ebelle, direttore della politica energetica e per il global warming policy del Competitive enterprise institute di Washington, è perplesso:  «La crittografia del file sfida il mio pensiero sull'identità di FOIA. In precedenza, presumevo che il leaker fosse un dipendente dell'università dell' East Anglia che era stato turbato dal diniego alle richieste che gli scienziati rilasciassero pubblicamente e tempestivamente i dati completi e le e-mail, secondo il  Freedom of information sct britannico. Ma un impegno di principio per le informazioni aperte non è in linea con un file crittografato». Ebelle crede che ci sia «Un diverso tipo di intelligence al  lavoro. E' molto suggestivo che qualcuno abbia pensato come causare agli uomini della Cru la maggiore ansia possibile. E' come sapere che il vostro edificio al suo interno ha una bomba che potrebbe esplodere in qualsiasi momento».

Non la pensa così Brendan de Melle, direttore di DeSomogBlog, un sito web  che smonta le campagne di disinformazione dei negazionisti del cambiamento climatico: «Il file crittografato è solo un disperato tentativo di distrarre la gente dal fatto che gli scienziati sono stati vendicati. E' una sorta di esca. Si sollevano questioni che sono fuori dal contesto. Alla fine, il prodotto è l'incertezza».

I tre blog dove sono stati postati i commenti e le e-mail sono tutti noti per il loro acceso negazionismo climatico e Steve McIntyre, il blogger canadese che gestisce climateaudit.org, rispondendo alla domanda della Kaufman se conosce l'identità dell'hacker, ha detto: «Non so chi sia e non riesco a pensare ad alcuna ragione per cui qualcuno potrebbe pensare lo sappia. Non sono stato contattato da qualsiasi entità delle forze dell'ordine».

Roger Tatterall, autore del blog Tallbloke's Talkshop ed uno degli incaricati della gestione dei contenuti web dell'università di Leeds, proprietario di due computer portatili sequestrati dalla polizia britannica, non ha voluto chiarire nulla: «Non voglio negare, perché questo presupporrebbe che ci sia un'accusa o un sospetto. La polizia ha dichiarato che io non sono un sospetto». In una e-mail inviata da Tattersall al New York Times, il suo avvocato scrive che il suo cliente avrebbe collaborato con la polizia senza che ci fosse bisogno di un mandato di perquisizione. La polizia di Norfolk, che ha effettuato il raid, si è rifiutata di dare commenti su qualunque indagine.

Jeff Condon, autore del blog The Air Vent, ha detto: «Non ho idea di chi abbia postato i link per le e-mail sul mio blog. Ma la maggioranza le ha trovate interessanti, dopo che il fantasma ha postato i link sui blog come il mio, molti di coloro che hanno commentato sembrano conversare di tecnologia. La maggior parte dei miei lettori sono laureati, il 50% ha un dottorato di ricerca. Questo è il genere di persone che il ragazzo che ha abbandonato i link cercava di raggiungere». Ma Condon ha detto al New York Times di non credere che "FOIA" sia una persona seria: «A volte, sospetto che il leaker sia uno studente malizioso. Nessun adulto con informazioni sensibili sarebbe uscito in quel modo. E' un comportamento "pranklike"».

Ma gli scienziati che sono stati infamati dal climate-gate sperano, ragazzo o "intellicence", che la ripresa delle indagini porti alla fine a smascherare il ladro di e-mail. «Mi sembra che le autorità non avrebbero agito senza una qualche prova  - ha detto Michael Mann, uno scienziato della Pennsylvania State University specializzato in climate modeling e che è stato vittima del furto di e-mail del 2009  - Devono sapere qualcosa che noi non sappiamo ancora».

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