[02/03/2012] News

Agire ora e fissare da subito quali dovrebbero essere gli obiettivi dell'umanità

I governi devono riconoscere le serie limitazioni presentate dal Pil

Nella scorsa rubrica ho rapidamente accennato al documento "Environment and Development Challenges: The Imperative to Act" che è stato reso noto dai numerosi vincitori, nell'arco degli anni, del Blue Planet Prize, da molti ritenuto una sorta di Premio Nobel sull'ambiente.

Il testo può essere scaricato dal sito della Millennium Alliance of Humanity and Biosphere (MAHB) voluta dalla prestigiosa Università di Stanford ed oggi ampliata a tanti istituti e centri di ricerca in tutto il mondo (http://mahb.stanford.edu).

L'alleanza mira a promuovere la cosiddetta "Foresight Intelligence" e cioè l'abilità di implementare i cambiamenti comportamentali, istituzionali e culturali necessari all'umanità per assicurare un futuro sostenibile ed equo per tutti.

Il documento realizzato dai vincitori del Blue Planet Prize (che sono illustri scienziati e studiosi dell'ambiente e della sostenibilità come Bob Watson, Paul Ehrlich, Harold Mooney, Amory Lovins, Gene Likens, Jim Hansen, James Lovelock, Susan Solomon, Suki Manabe ecc.) sottolinea fortemente la necessità e l'imperativo di agire ora.

Il quadro della situazione dei sistemi naturali del nostro meraviglioso pianeta (che saranno oggetto approfondito della grande conferenza organizzata dall'International Council for Science - ICSU - a fine marzo a Londra, dal titolo "Planet Under Pressure", www.planetunderpressure2012.net ) è sempre più drammaticamente chiaro agli scienziati di tutto il mondo e non possiamo aspettare oltre nel muoverci speditamente per cambiare rotta ed imboccare la strada di una maggiore sostenibilità dei nostri modelli di sviluppo.

Le emissioni di gas che incrementano l'effetto serra naturale e modificano la composizione chimica dell'atmosfera costituiscono uno dei più grandi pericoli per l'umanità. Le emissioni annuali ormai si aggirano sui 50 miliardi di tonnellate di anidride carbonica equivalente ogni anno e continuano a crescere. Gli ecosistemi oceanici e terrestri sono ormai incapaci di assorbire queste emissioni tanto che la concentrazioni espresse in anidride carbonica equivalente in atmosfera hanno raggiunto le 445 ppm (parti per milione di volume) e crescono intorno alle 2.5 ppm l'anno. 

Senza concrete e urgenti azioni per ridurre le emissioni di gas climalteranti, nel corso del secolo attuale aggiungeremo almeno 300 ppm di anidride carbonica equivalente, raggiungendo entro la fine del secolo le 750 ppm o una cifra più alta. Ciò può significare un incremento della temperatura media della superficie terrestre di 3°C , un valore che, dalle nostre conoscenze scientifiche, non è mai stato raggiunto negli ultimi 3 milioni di anni di vita della Terra e potrebbe giungere fino a 5°C, un valore che il nostro pianeta non ha mai sperimentato negli ultimi 30 milioni di anni circa. Ricordo a tutti che la nostra specie è riuscita a diffondersi sul pianeta, crescendo di numero (sino a raggiungere gli attuali 7 miliardi, con la previsione dei 9.3 miliardi nel 2050) e a colonizzare praticamente tutte le terre emerse grazie ad equilibri dinamici ambientali e climatici che sono esistiti negli ultimi 10.000 anni (consentendoci anche di passare dalla rivoluzione agricola a quella industriale).

La tutela della biodiversità, la ricchezza della vita sulla Terra, è fondamentale per la sopravvivenza umana. Il valore sociale, economico, culturale, spirituale e scientifico della biodiversità è realmente incalcolabile. L'attuale tasso di estinzione della biodiversità che, secondo gli studiosi, non ha precedenti se non rispetto all'ultima grande estinzione di massa verificatasi circa 65 milioni di anni fa, quando sparirono anche i dinosauri dal nostro pianeta, mette a serio rischio le capacità che la struttura e le funzioni degli ecosistemi hanno di fornirci le basi stesse della nostra sopravvivenza.

Il documento degli studiosi ci ricorda chiaramente che una crescita economica incontrollata è insostenibile in un pianeta con limiti biofisici evidenti. I governi devono riconoscere le serie limitazioni presentate dal Pil (il Prodotto Interno Lordo) come misura ed indicatore della crescita e della ricchezza di un paese. Il Pil quindi deve essere assolutamente integrato con altri indicatori ambientali e sociali che diano il senso compiuto di cosa significhi realmente la ricchezza di un paese.

Inoltre è necessario istituire delle tasse ecologiche ed eliminare rapidamente tutti i sussidi perversi forniti dai governi alle attività dannose per l'ambiente e il nostro futuro.

Paul ed Anne Ehrlich, i famosi ecologi della Stanford University, qualche anno fa avevano lanciato il Millennium Assessment of Human Behaviour che oggi si è trasformato appunto nella Millennium Alliance for Humanity and Biosphere.

Gli Ehrlich sottolineano che sia evidente a noi tutti che la sola consapevolezza del pericolo biofisico che sta correndo la nostra civiltà sia insufficiente a stimolare i cambiamenti necessari per evitarne il collasso. Occorre quindi una comprensione più ampia del modo in cui le culture si modificano e possono essere modificate, il che sottolinea l'urgenza da parte della società globale di concentrarsi sulla necessità di una rivoluzione culturale.

L'obiettivo del Millennium Assessment of Human Behaviour era proprio quello di  fornire questo spunto.

Alla luce del successo dell'IPCC, un gruppo di scienziati sociali, naturalisti e umanisti si è messo a lavorare per individuare come sia possibile accrescere l'abilità ad implementare i cambiamenti nel comportamento, nelle istituzioni e nella cultura che sono necessari all'umanità intera per assicurare a tutti un futuro sostenibile ed equo. Cioè la Foresight Intelligence.

Questo, come abbiamo imparato a conoscere, mi auguro, anche dalle pagine di questa rubrica è anche l'obiettivo della scienza della sostenibilità.

Tra i compiti più importanti delle azioni del MAHB vi è proprio la generazione di dibattiti pubblici sulle cause del comportamento autodistruttivo quali il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità, discutendone le dimensioni etiche e indagando come l'evoluzione culturale possa dirigersi verso la creazione di una società globale sostenibile.

Presumibilmente, questa è la direzione auspicata dall'intera umanità: una possibilità per figli e nipoti di condurre vite altrettanto soddisfacenti o migliori delle nostre.

L'obiettivo fondamentale del MAHB è riformulare le definizioni e le soluzioni ai problemi della sostenibilità promuovendo un dibattito globale su quali dovrebbero essere gli obiettivi dell'umanità.

Anche questi sforzi vanno nella direzione di ottenere risultati positivi da un importante momento di confronto multilaterale che sarà costituito dalla Conferenza delle Nazioni Unite sullo Sviluppo Sostenibile che avrà luogo a Rio de Janeiro nel giugno prossimo e costituisce un momento significativo per reindirizzare i nostri modelli di sviluppo (www.uncsd2012.org).

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