[04/07/2012] News

Spending review, nel mirino pure l’Istituto chiave nella scoperta del bosone di Higgs

Nella bozza del governo tagli all'università pubblica in favore delle scuole non statali

Che il venerdì venga sistematicamente scelto per favorire la digestione del boccone amaro, innaffiandolo con il relax del weekend? D'altronde si sa, agli italiani basta poco per svagarsi. La disputa attorno alla spending review si prolungherà però ben oltre le porte di questo fine settimana, quando la bozza del decreto sarà presentata al Consiglio dei Ministri, col governo già adesso ai ferri corti con le parti sociali ed alle prese con le preoccupazioni di regioni e partiti.

«Sono d'accordo sulla spending review, ma non sui tagli al sociale. La differenza sta in questo: è giusto abbassare i costi di una siringa ma non tagliare il posto di un infermiere». La battuta di Pier Luigi Bersani calza a pennello. Le cifre in ballo non sono ancora disponibili con precisione (e qui speriamo non si debba ripetere ancora una volta un caso simile al teatrino sul numero degli esodati messo in piedi dal ministro Fornero), ma dall'iniziale prospettiva una limatura delle spese inutili le speranze iniziano a sgretolarsi: accanto a provvedimenti sensati se ne affiancano altri che lasciano quanto mai interdetti.

Snocciolando i dati che circolano attorno alla spending review, la Repubblica impila uno sopra l'altro i -3 miliardi al fondo sanitario nazionale previsti in due anni e i 18.000 posti letto in meno (con l'idea di tagliare i piccoli ospedali), il miliardo e sette milioni in meno alle regioni in due anni, lo sfoltimento del 10% dei dipendenti e del 20% dei dirigenti nel settore pubblico, il dimezzamento del Fondo per le vittime civili e militari dell'uranio impoverito (sono forse questi i tagli alla spesa militare invocati da tempo immemore?).

Come ultima chicca e - massima assurdità - la morbosa attenzione rivolta al mondo della ricerca e della cultura: si toglie alle università pubbliche per dare alle scuole non statali. C'è infatti la volontà di tagliare dal 2013 il Fondo per il finanziamento ordinario degli atenei di 200 milioni, quando si vuole stornare la medesima cifra alle non statali. Una prospettiva che fa il paio con la «prevista riorganizzazione anche per gli enti di ricerca a cominciare dal Cnr, dall'Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn) e da quello di geofisica e vulcanologia (Ingv)», e lasciando in bilico anche l'Istituto nazionale di oceanografia e geofisica sperimentale.

Non male per un provvedimento che, puntando a coprire in parte i costi del terremoto in Emilia, taglia proprio dove potrebbe nascere la prevenzione e la mitigazione del rischio sismico. Non solo: sotto la lente finisce anche l'Infn che, appunto, potrebbe "riorganizzato". Si tratta proprio dell'Istituto che - con 600 ricercatori - ha un ruolo di primo piano nell'attività del Cern e circa le ricerche che hanno portato oggi all'annuncio della scoperta del bosone di Higgs, la particella di Dio.

Proprio queste minacciate e assurde sforbiciate sono uno schiaffo che dovrebbe farci domandare dove punti la bussola che stiamo seguendo. Casualmente, e partendo da posizioni opposte, Stefano Rodotà e Ernesto Galli della Loggia puntellano le loro riflessioni (rispettivamente su la Repubblica e sul Corriere della Sera) attorno al principio di realtà, i vincoli esterni dettati dal mondo che ci circonda e coi quali le nostre aspirazioni non possono evitare di fare i conti.

Non esiste mai, però, un solo principio di realtà: ve ne sono molti tra i quali è possibile scegliere, perché in gran parte dipende da noi quali vincoli vogliamo o non vogliamo vedere. Ci accodiamo, dunque, chiedendo che il principio di realtà da adottare non sia quello dei tagli selvaggi per i conti in ordine ma fini a se stessi.

Per far ripartire il Paese sull'unica strada che vediamo percorribile, quella di uno sviluppo sostenibile, è necessario che le poche risorse disponibili vengano riorganizzate per remare tutte nella stessa direzione. Lo stesso ministro all'Ambiente, ha ricordato ieri Clini, «ha visto una riduzione del 72% delle risorse tra il 2009 e il 2011. Il nostro obiettivo è recuperare efficienza e valorizzare le risorse che abbiamo anche in enti esterni per rafforzare la struttura del ministero»: l'efficienza è una virtù, ma serve anche la volontà di investire per un'economia sostenibile che dia lavoro, ed in questa direzione il governo non ha ancora deciso se procedere o meno. Non vorremmo che, tra le pieghe della spending review, l'unica attenzione dedicata all'economia verde porti solo ulteriori tagli, e all'alba del 2013 Clini debba lamentare un'ulteriore «riduzione delle risorse»...

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