[26/07/2012] News

Ilva sotto sequestro, il patron Riva agli arresti. 8 gli indagati

Clini: «Chiederò che il provvedimento di riesame avvenga con la massima urgenza»

Il terremoto è arrivato, ed è arrivato più forte di quanto forse era prevedibile. Il gip Patrizia Todisco ha firmato il provvedimento di sequestro (senza facoltà d'uso) degli impianti dell'area a caldo dell'Ilva di Taranto e misure cautelari per alcuni indagati nell'inchiesta per disastro ambientale a carico dei vertici Ilva.

Sempre secondo quanto riportato dall'Ansa, sono 8 gli indagati, tra dirigenti ed ex dirigenti dell'Ilva, per i quali il gip Patrizia Todisco ha disposto gli arresti domiciliari. Cinque di questi erano già inquisiti e avevano nominato propri consulenti nell'ambito dell'incidente probatorio. I provvedimenti sono stati firmati ma non ancora notificati. Gli arresti riguardano il patron Emilio Riva, presidente dell'Ilva Spa fino al maggio 2010, il figlio Nicola Riva, che gli è succeduto nella carica e si è dimesso un paio di settimane fa, l'ex direttore dello stabilimento di Taranto, Luigi Capogrosso, il dirigente capo dell'area del reparto cokerie, Ivan Di Maggio, il responsabile dell'area agglomerato, Angelo Cavallo. La misura cautelare, però riguarderebbe anche altri tre dirigenti.

Il gip di Taranto Patrizia Todisco ha firmato il provvedimento di sequestro senza facoltà d'uso dell'intera area a caldo dello stabilimento siderurgico Ilva. I sigilli sono previsti per i parchi minerali, le cokerie, l'area agglomerazione, l'area altiforni, le acciaierie e la gestione materiali ferrosi. Sono state individuate anche tre figure tecniche (due funzionari dell'Arpa Puglia e uno dei Dipartimenti di prevenzione dell'Asl di Bari) che dovranno sovrintendere alle operazioni e garantire il rispetto delle norme di sicurezza. Della gestione delle fasi che attengono al personale si occuperà un commercialista e revisore contabile.
  

Circa ottomila lavoratori dell'Ilva usciti dallo stabilimento siderurgico dopo aver appreso dell'ordinanza di sequestro degli impianti dell'area a caldo hanno raggiunto la città di Taranto, dove stanno sfilando in corteo. I manifestanti sono entrati dalla città vecchia e attraversato il ponte girevole per raggiungere la prefettura. Una delegazione cercherà di incontrare il prefetto Claudio Sammartino. I sindacati non escludono un sit in sotto la sede del tribunale.

Sulla decisione del giudice è intervenuto il ministro dell'ambiente Corrado Clini. «Chiederò che il provvedimento di riesame avvenga con la massima urgenza». Così il ministro Clini sulle misure della magistratura per l'Ilva di Taranto. «Verrà affrontata l'emergenza - continua - per almeno 15.000 persone in seguito a iniziative della magistratura che sta procedendo al sequestro e a altre misure cautelari». Le risorse per "interventi urgenti di riqualificazione ambientale" a Taranto saranno pari a "un importo complessivo di 336 milioni di euro". Lo annuncia il ministro dell'Ambiente Corrado Clini spiegando i contenuti del protocollo d'intesa firmato oggi al ministero. L'accordo prevede una "cabina di regia" presieduta dal presidente Vendola. «L'intenzione è di sostenere la continuazione delle attività produttive e portuali nel sito di Taranto». A dirlo il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, alla fine della riunione sull'Ilva, dove si è firmato un protocollo per lo stabilimento. «Il protocollo - prosegue - non é una risposta alla magistratura ma è un impegno ad andare avanti per impedire che tutto questo si blocchi. Noi vogliamo che l'azienda resti a Taranto e che allo stesso tempo l'intervento ambientale si faccia di corsa».

Intanto la Puglia si costituirà parte civile se si dovesse arrivare al processo nell'inchiesta della magistratura sull'Ilva. Lo ha affermato il governatore della Puglia, Nichi Vendola. «Se la Magistratura - dice - avesse indicato delle prescrizioni, l'Ilva avrebbe il dovere di adempierle».

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