[02/10/2012] News

Forum nazionale “Salviamo il Paesaggio”: «Il suolo è un bene comune e come tale deve essere tutelato»

Bene il “salvasuoli”, ma ripensare le scelte già fatte che incombono sui suoli agricoli

Alessandro Mortarino, coordinatore del Forum italiano dei movimenti per la terra e il paesaggio e della campagna "Salviamo il paesaggio, difendiamo i territori" ha annunciato l'invio afferma  annunciando l'invio di una lettera di osservazioni e di proposte al ministro delle Politiche agricole Mario Catania, primo firmatario del disegno di legge per la valorizzazione dei terreni agricoli e contro la loro cementificazione approvato il 14 settembre 2012 dal Consiglio dei ministri. Secondo Mortarino «Il consumo di suolo non può restare un principio, né un enunciato: servono misure concrete. Il disegno di legge coglie nel segno: il consumo di suolo, agricolo e forestale, rappresenta la sottrazione di una risorsa fondamentale per il benessere della comunità nazionale. La prassi amministrativa e di pianificazione territoriale deve oggi iniziare a confrontarsi con la finitezza delle risorse e dei beni comuni».

Tuttavia, per Damiano Di Simine, coordinatore del gruppo tecnico che ha redatto le osservazioni al ddl per il Forum «E' fondamentale che la norma acquisisca al suolo il senso e il riconoscimento di bene comune - commenta. I tempi sono maturi perché valori quali la sicurezza e l'autonomia alimentare, il paesaggio, i servizi ambientali e le funzioni ecosistemiche vengano resi prevalenti rispetto al diritto di proprietà, che non porta con sé il diritto di consumare e cementificare un bene comune qual è il suolo».

Il Forum sottolinea che «Anche nell'attuale legislatura, continuiamo ad assistere alla proposizione di programmi infrastrutturali ridondanti (ad esempio in materia di grande viabilità) e non mirati al superamento di reali e prioritarie carenze del Paese. In particolare, la legge in discussione in questi giorni, che dispone regimi urbanistici derogatori straordinari motivati dalla realizzazione di stadi appartiene alla peggior tradizione di deregulation urbanistica e, se approvata, determinerà ferite profonde nel paesaggio rurale del nostro Paese».

Il Forum Italiano dei Movimenti per la Terra e il Paesaggio è stato costituito il 29 Ottobre 2011 a Cassinetta di Lugagnano (Milano). Si tratta di una rete di associazioni e cittadini di tutta che, «Mantenendo le peculiarità di ciascun soggetto aderente, intende perseguire un unico obiettivo: salvare il paesaggio e il territorio italiano dalla deregulation e dal cemento selvaggio». Un movimento crescente al quale aderiscono e 84 associazioni nazionali e 744 tra associazioni e comitati locali, tra le quali tutte le principali realtà italiane operanti nel campo della salvaguardia del territorio, dell'ambiente, del paesaggio, dei suoli agricoli, e più di 12.000 persone a titolo individuale.

Nella lettera inviata a Catania si legge: «Il DdL coglie nel segno quando propone di bloccare la distrazione di risorse provenienti da oneri di urbanizzazione per coprire le spese correnti dei comuni: è inaccettabile che i comuni svendano il territorio per esigenze di cassa. Ma su questo ci aspettiamo un segnale chiaro da parte del Parlamento, che invece negli ultimi anni ha sistematicamente riproposto questa possibilità attraverso le Leggi finanziarie».

Il documento del Gruppo tecnico del Forum ed inviato al ministro contiene "osservazioni" alla bozza di ddl e proposte integrative «Tese al perfetto raggiungimento degli obiettivi dichiarati dagli intenti del provvedimento, ovvero la salvaguardia concreta dei suoli agricoli. I punti centrali del documento sono: La necessità di far sì che la norma definisca il "suolo" come un "bene comune"; Una più stretta definizione di "aree agricole" in funzione del loro stato di fatto (ovvero che si considerino come "terreni agricoli" tutte le superfici interessate dalla presenza di suoli produttivi vegetati, coltivati, incolti o forestali, attualmente non interessate da edificazioni e infrastrutture e non i soli terreni così indicati dagli strumenti urbanistici comunali); La soppressione della soglia massima di superficie agricola "edificabile" prevista dal ddl, anteponendo -per ognuno dei Comuni italiani- un prioritario censimento del patrimonio edilizio esistente e le sue potenzialità residue; Il prolungamento ad almeno 20 anni del divieto di mutamento di destinazione per i terreni che hanno beneficiato di aiuti di Stato e Comunitari (molti dei quali prevedono interventi, ad esempio agropaesistici e forestali, la cui maturità interviene oltre i 10 anni dall'impianto).

Nella lettera al Ministro Burdese, Di Simine e Mortarino spiegano: «La  nostra  proposta  riprende  in  altre  parole  la  versione  modificata  nel  1986  della  cd.  'Legge Bucalossi', ma estende le possibilità di utilizzo delle risorse, fermo restando il divieto di utilizzo copertura delle spese correnti, prevedendo che il risanamento possa essere non solo per i centri storici ma per tutti i complessi edilizi, alla luce delle tantissime aree degradate e/o da bonificare collocate anche in posizioni periferiche, ed inoltre inserendo la possibilità di espropriare anche gli immobili (oltreché le aree). Il mantenimento della facoltà di utilizzo del 30% per la manutenzione ordinaria e straordinaria del patrimonio comunale appare opportuno per sanare troppe situazioni di degrado e obsolescenza del patrimonio edilizio comunale, tenuto conto del difficile contesto di trasferimenti di risorse ai comuni a fronte di esigenze impellenti di miglioramento dell'efficienza energetica e di messa in sicurezza statica e sismica. Rispetto all'epoca in cui fu varata la legge 'Bucalossi' inoltre, si vuole prevenire un eccesso di investimenti in nuove opere pubbliche (che anch'esse  sovente  determinano  rilevanti  ed  evitabili  consumi  di  suolo  agricolo),  privilegiando invece la manutenzione del patrimonio e del territorio esistente. Oltre a ciò, riteniamo che si debbano prevedere opportune compensazioni per prevenire uno stato di sofferenza delle risorse finanziarie a comporre il bilancio di parte corrente, fino ad oggi (impropriamente) coperte dall'utilizzo degli oneri.  Riteniamo che il recupero di gettito a

livello di ente locale possa avvenire attraverso premialità in virtù delle quali, nella misura in cui un dato Comune dimostri di tutelare e valorizzare il suolo agricolo, ad esso derivino precisi ritorni, ad esempio in termini di maggior partecipazione al gettito fiscale derivante da imposte sul reddito, IMU e ex-ICI».

 

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