[06/02/2013] News

Il ribelle scopritore del terzo dominio della vita se n'è andato

La sua rivoluzione testimonia la straordinaria complessità del nostro pianeta

È vero, siamo in ritardo. Ma la notizia ci è giunta solo ora, e vale davvero la pena darla. Il 30 dicembre scorso a Urbana, negli Stati Uniti, è morto Carl Woese. Aveva 84 anni e aveva realizzato una delle più importanti scoperte in campo biologico degli ultimi decenni: addirittura un nuovo dominio, il terzo, della vita.

Lo aveva annunciato nel 1997, insieme al suo studente George Fox, sui Proceedings of the National Academy of Sciences: gli organismi viventi sulla Terra non si dividono in due soli domini, i Bacteria e gli Eucaria: i primi, i batteri, sono piccoli organismi unicellulari costituiti da minuscole cellule procariote, cioè prive di nucleo; gli altri, gli eucarioti, sono tutti gli organismi uni e pluricellulari costituiti da grosse cellule eucariote, cioè dotate di un nucleo che ospita il Dna. Carl Woese dimostrò che c'è anche un terzo dominio, gli Archea, che come i batteri sono organismi unicellulari procarioti, ma che hanno una costituzione genetica e una storia (filogenesi) affatto diversa dai batteri. Tanto diversa che, secondo Woese, per costituzione e storia gli Archea sono da considerarsi distanti dai Bacteria quanto gli stessi Bacteria dagli Eucaria.

Carl Woese era nato a Syracuse, nello stato di New York, nel 1928. Si era laureato in matematica e fisica presso l'Amherst College, nel Massachusetts, e poi, nel 1953, ha conseguito il PhD in biofisica alla Yale University. Dopo aver lavorato qualche anno in un'industria, venne arruolato dal Sol Spiegelman, un famoso biologo molecolare, presso la University of Illinois di Urbana, dove è rimasto per tutta la sua vita scientifica.

Già nei primi anni di attività alla University of Illinois acquistò la fama di ribelle. Propose infatti la teoria del "mondo a Rna", ovvero una teoria sull'origine della vita sulla Terra fondata sull'acido ribonucleico, l'Rna appunto, che oggi svolge nella cellula diverse funzioni, tra cui quelle di messaggero (perché trasporta l'informazione genetica dal Dna ai luoghi di produzione delle proteine) e di costituente dei ribosomi (i luoghi della cellula dove si "fabbricano" le proteine).

La teoria è ancora oggi tra le più importanti nell'ambito della costellazione di tentativi di spiegare la transizione dal non vivente al vivente. Ma non ci sono prove definitive sulla sua validità.

La scoperta più importante di Carl Woese avvenne una decina di anni dopo, quando iniziò a studiare l'Rna ribosomale (l'Rna presente nei ribosomi) di vari organismi viventi. In particolare prestò attenzione non all'Rna 5S, contenuto nella subunità maggiore dei ribosomi e di gran lunga il più studiato dai biologi molecolari, ma sull'Rna 16S, presente nella subunità minore.

Si accorse così che la costituzione genetica di alcuni procarioti differiva in maniera clamorosa rispetto a quella della maggior parte dei batteri. In breve capì che questa diversa costituzione genetica era comune a svariati piccoli organismi che, nel già citato articolo del 1977, chiamò Archeabacteria e promosse al rango di dominio. Il terzo dominio della vita sulla Terra.

Oggi questa classificazione è contestata da alcuni. Ma ormai tutti accettano che gli Archea sono una componente importante del sistema vita e che gli eucarioti (e dunque noi, che siamo organismi multicellulari appunto eucarioti) discendiamo dagli Archea.

È davvero difficile sopravvalutare l'importanza della scoperta di Carl Woese. Sta di fatto che essa ha falsificato diversi paradigmi e, infatti, ha faticato non poco a essere riconosciuta. Ma ha dimostrato che quella della vita sulla Terra è una storia molto più complicata (e anche complessa) rispetto a quanto tendiamo a immaginare. E da questo punto di vista ha un ruolo epistemologico (e pedagogico) straordinario. 

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