[20/03/2013] News toscana

Candidatura di Santini a Presidente del Parco delle Foreste Casentinesi obbliga ad alcune riflessioni

Il sindaco di Stia, candidato all'unanimità da tutti gli enti locali territorialmente interessati dal Parco e sostenuto dalle due regioni (per legge la nomina del Presidente di un Parco nazionale deve essere effettuata dal Ministero dell'Ambiente previa intesa con la/le Regioni interessate) come futuro Presidente, ha fatto bene a chiarire , con molta onesta intellettuale, la propria posizione e le proprie intenzioni nel caso in cui venisse nominato.Tuttavia è riprovevole il fatto che a fronte del veto posto alla sua nomina da parte di alcune ass.ni Ambientalistiche nazionali (WWF, LIPU, Pro Natura, FAI ecc.) perchè cacciatore, il Ministero dell'Ambiente abbia sollevato anch'esso le proprie perplessità in tal senso.

Analoga cosa ha fatto la deputata Brambilla del PdL dichiarando ai giornali che nominando Santini sarebbe stato come nominare Dracula a Presidente dell'AVIS. La legge 394/91, osannata un giorno si e un'altro pure dalle stesse Associazioni Ambientaliste che hanno posto il veto sulla nomina di Santini (legge difesa a spada tratta contro chi vorrebbe aggiornarla) non pone nessun vincolo soggettivo per la nomina dei Presidenti dei Parchi nazionali. Tant'è che sono in carica da tempo altri Presidenti che detengono la licenza di caccia ed addirittura un Direttore. Stupisce poi che le stesse associazioni non abbiano, ad esempio, mai sollevato alcun problema rispetto al precedente Presidente del Parco delle Foreste Casentinesi che era ed è un appassionato pescatore.

Purtroppo questa vicenda poco edificante, segnata dal ruolo opaco giocato dal Ministero e dal veto ideologico di alcune associazioni, dimostra quanto manicheismo regni ancora in Italia a proposito della difesa della natura e della gestione dei Parchi. L'importante è che un Presidente di Parco sia persona retta e capace di interpretare correttamente ,per la propria esperienza e la propria storia personale, la mission che la legge gli affida . Santini oltre a tutto questo è anche un residente dell'area del Parco ,dove è nato e dove amministra con successo uno dei Comuni che conferisce la maggior parte del territorio all'area protetta tosco-romagnola. Io credo che le Associazioni ambientalistiche dovrebbero recuperare il senso del proprio ruolo ,che non è tanto quello di cogestire le aree protette bensì di battersi perchè ne vengano istituite delle nuove e siano ben gestite quelle esistenti, senza fare il processo preventivo a chi è chiamato a dirigerle.

Quanto al Ministero il proprio ruolo è innanzitutto quello di affidare dei compiti precisi a coloro vengono nominati a presiedere i Parchi nazionali , vigilando poi sulla loro condotta e valutando i risultati della loro azione. Qui sta il punto"valutando i risultati ottenuti" cosa che è possibile fare con rigore e serietà se per ogni singolo Parco il Ministero individua gli obiettivi , anche numerici, da raggiungere con tanto di indicatori di risultato . Anzichè preoccuparsi se il Santini di turno abbia o meno la licenza di caccia , di pesca o altre diavolerie del genere il Ministero dovrebbe cercare di affinare questa capacità; che attualmente manca perchè , purtroppo, manca un disegno nazionale e manca la volontà di costruire un serio e lungimirante sistema nazionale delle aree protette che includa , con la stessa importanza, le aree protette nazionali, quelle regionali e quelle aree come sono i SIC e le ZPS designate in base a delle Direttive Europee. Di questo dovrebbero occuparsi a Roma , a Bologna ed a Firenze e non delle doppiette che detiene legittimamente Santini nella propria abitazione e che la legge italiana gli da il diritto di utilizzare secondo le regole dettate dalle normative vigenti.

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