[23/05/2013] News

Strage di operai in Bangladesh: Benetton si ravvede e stringe una partnership con l'Ong Brac

Parlamento europeo: «Sia resa giustizia alle vittime del crollo del Rana Plaza e degli incendi delle fabbriche»

Proprio nel giorno in cui il Parlamento europeo, «In seguito agli incendi ed ai crolli di fabbriche in Bangladesh» chiede «Che sia resa giustizia alle vittime così come un'azione europea per prevenire tali incidenti in futuro» e chiama la Commissione europea «A promuovere la responsabilità delle imprese europee all'estero ed a garantire il rispetto degli obblighi giuridici relativi ai diritti umani, al lavoro e all'ambiente»,  Benetton Group, a pochi giorni dalla sottoscrizione del Fire and Building Safety Accord, si fa promotore di una nuova iniziativa «Volta a diretto sostegno dei sopravvissuti e delle famiglie delle vittime del crollo del Rana Plaza Building a Dacca, in Bangladesh».

La Benetton Benetton Group, dopo una campagna di pressione internazionale  ha firmato insieme ad altri grandi marche della moda pronta mondiale,  in collaborazione con aziende, sindacati e l'Organizzazione mondiale del lavoro, il Fire and Building Safety Accord, un'iniziativa promossa da IndustriALL e da Uni Global che vuole garantire la sicurezza degli edifici che ospitano le imprese del tessile  bengalesi. La multinazionale italiana assicura che «Continua a dialogare con associazioni e organizzazioni per individuare nuovi canali attraverso i quali far pervenire il proprio supporto a tutte le persone colpite».

Benetton, che inizialmente aveva sminuito il suo coinvolgimento nella terribile strage di operaie del Rana Plaza, per poi ammetterlo di fronte all'evidenza delle etichette e delle ricevute delle commesse ad un subappaltatore trovate tra le macerie, ora dice che «Al fine di garantire un intervento immediato ed efficace, il Gruppo ha stretto una partnership con Brac, recentemente riconosciuta come la prima Ong al mondo, e tra le organizzazioni che hanno saputo fornire, nella maniera più tempestiva, immediata assistenza alle vittime della tragedia».

Brac dal 1972 si dedica allo sviluppo di programmi di intervento a sostegno di persone e comunità in situazioni di povertà, analfabetismo e ingiustizie sociali. Le sue iniziative spaziano in diverse aree, dalle discriminazioni sociali e di genere all'educazione, dal micro-credito ai diritti umani, dal lavoro all'ambiente, raggiungendo 126 milioni di persone in tutto il mondo. Fondata in un piccolo villaggio del Bangladesh, dove tutt'ora opera in 64 distretti a sostegno delle comunità locali, è oggi attiva anche in Afghanistan, Pakistan, Sri Lanka, Uganda, Tanzania, South Sudan, Sierra Leone, Liberia, Haiti e Filippine ed è stata recentemente giudicata da "Global Journal" la prima Ong  al mondo, per l'impatto, l'innovazione e il modello sostenibile che ha saputo esprimere. L'efficacia dei suoi interventi è garantita attraverso un sofisticato sistema di formazione, ricerca e monitoraggio di tutte le attività promosse, oltre a stringenti verifiche finanziarie realizzate nella forma di audit.

L'amministratore delegato di Benetton Group, Biagio Chiarolanza, dice che «La vicenda del Rana Plaza ha chiamato in causa l'intero settore tessile, e tutti all'interno della nostra categoria sono moralmente chiamati a dare un aiuto alle famiglie delle vittime. Abbiamo voluto essere in prima linea e dare il nostro supporto attraverso una Ong che ha saputo fornire, in queste settimane dalla tragedia, un aiuto reale alle vittime e a tutte le persone colpite. Gli impegni assunti dal Gruppo rientrano nel campo di azioni promosse dall'Ong Brac. Nel contesto di questa partnership, Benetton Group si impegna a fornire nell'immediato un primo aiuto finanziario per arti artificiali e interventi chirurgici rivolti alle persone rimaste ferite nel crollo del Rana Plaza. Stiamo inoltre sviluppando, in stretta collaborazione con Brac, un programma a lungo termine principalmente focalizzato sulle famiglie che hanno perso la loro unica fonte di reddito in seguito alla disgrazia, e che prevede inoltre diverse forme di supporto, tra le quali interventi di assistenza psicologica e di riabilitazione per le vittime rimaste ferite e corsi di formazione per i lavoratori».

Ritornando al voto del Parlamento europeo, gli eurodeputati ricordano in una risoluzione che «Il Bangladesh beneficia di un accesso al mercato europeo duty e quota-free e che queste preferenze possono essere ritirate in caso di violazioni gravi e sistematiche dei principi iscritti nelle Convenzioni in materia di diritti umani». Il Parlamento s di Strasburgo chiede alla Commissione Ue di «Esaminare il rispetto di queste convenzioni con il Bangladesh e di avviare un'inchiesta se scopre che il Paese ha violato in miniera seria e sistematica I principi enunciate in quelle convenzioni».

Tira brutta aria per le multinazionali della moda, anche perché gli eurodeputati insistono perché «Le persone responsabili del crollo dell'immobile del Rana Plaza, dell'incendio della fabbrica  Tazreen o di tutti gli altri incendi siano tradotti davanti alla giustizia, perché le vittime abbiano un accesso senza ostacoli alla giustizia e che sia elaborato un piano di indennizzo».

I deputati europei «Riconoscono l'importanza del Fire and Building Safety Accord in Bangladesh, firmato dai sindacati, dalle Ong e da circa 40 multinazionali del tessile» e «Chiedono alle altre marche del tessile di sostenere questi sforzi. Il piano di azione adottato all'inizio di maggio, in vista di riformare le legislazioni del lavoro, è una misura favorevole», però «Invitano i governi e le autorità giudiziarie competenti ad indagare sulle accuse secondo le quali la regolamentazione non è stata messa in opera a causa della collusione tra dei funzionari corrotti e dei proprietari che cercano di ridurre i loro costi».

Torna all'archivio