[30/05/2013] News

Africa e bracconaggio agli elefanti, Onu: «Grave minaccia per la pace e la sicurezza»

Il bracconaggio agli elefanti in Africa Centrale, effettuato da bande armate, non è solo una pratica illegale che mette in pericolo una specie animale, ma rappresenta un fattore destabilizzante e una minaccia per la pace e la sicurezza per l'intera area. Per questo il tema è stato affrontato ieri in sede di Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.

«Il bracconaggio e i suoi potenziali collegamenti con altri criminali  eventi terroristici costituisce una grave minaccia per la pace e la sicurezza in Africa centrale- ha sottolineato il Segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon- Il commercio illegale di avorio può costituire attualmente una fonte importante di finanziamento per i gruppi armati. Preoccupa anche che i bracconieri stiano usando armi sempre più sofisticate e potenti, alcuni delle  quali  si ritiene possano arrivare dalla Libia».

Il rapporto del Segretario generale sulle attività dell'Ufficio Regionale delle Nazioni Unite per l'Africa Centrale e sull'esistenza dei gruppi armati di bracconieri, fa riferimento al declino della popolazione di elefanti dell'Africa centrale negli ultimi dieci anni e evidenzia come molteplici massacri di massa degli animali siano stati segnalati in aree protette negli ultimi mesi. Bracconieri in cerca di avorio sono da ritenersi responsabile di massacri di elefante in Ciad, Camerun, Gabon e Repubblica Centrafricana. E in questi luoghi il destino degli elefanti, delle donne e dei bambini è legato a doppio filo: chi massacra gli elefanti sta togliendo il futuro alle comunità del centro Africa.

Le armi che pochi giorni fa sono state utilizzate per uccidere 26 elefanti nel world heritage site di Dzanga Sangha nella repubblica Centro Africana, secondo il rapporto Onu, sono le stesse che hanno commesso crimini orrendi ed eccidi nella città di Bangui, capitale della Repubblica Centro Africana provocando 200.000 rifugiati nei paesi confinanti. Per Ban Ki-moon la situazione è molto grave per cui sono diventate necessarie delle risposte militari nazionali  per dare la caccia ai bracconieri. Il Segretario generale ha esortato i governi africani a garantire una maggiore sicurezza nazionale e regionale a causa del bracconaggio, attraverso azioni concertate e coordinate.

«La diffusione del bracconaggio transfrontaliero in Africa centrale e i suoi collegamenti con sofisticati gruppi armati è allarmante. Abbiamo visto l'impatto devastante di questo crimine in troppi paesi- ha dichiarato Isabella Pratesi direttore politiche di conservazione internazionali Wwf Italia-  Il Wwf  da anni lavora in questa regione  nel cuore del bacino del Congo, il cuore verde dell'Africa a cui è dedicata l'iniziativa Green hearth of Africa, perché la conservazione degli elefanti, ma anche delle foreste e dei gorilla e della biodiversità tutta,  possa essere la strada per uno sviluppo diverso, duraturo sostenibile e pacifico per le comunità locali e per questo il Wwf Italia si appella a tutti gli attori che possono avere un ruolo nello sviluppo e nella difesa dei valori umani e naturali del centro Africa perché questo diventi possibile».

Intanto oggi il direttore del Wwf Internazionale Jim Leape  sarà insieme  al presidente del Gabon Ali Bongo Ondimba e al presidente Donald Kaberuka della Banca Africana di Sviluppo, per esaminare la minaccia del traffico illecito di fauna selvatica allo sviluppo economico sostenibile in Africa. La discussione si svolge a Marrakech, nell'ambito delle riunioni annuali della Banca africana di sviluppo, dove è prevista la partecipazione di funzionari governativi e istituzionali di tutto il continente. «Per garantire la pace, la sicurezza e la prosperità in Africa centrale, gli sforzi devono essere presi al più alto livello per combattere il traffico di fauna selvatica. Ho esortato i governi dell'Africa Centrale a rafforzare il controllo e le risposte della giustizia penale ai crimini contro la fauna selvatica e per affrontare i legami tra questo e altri crimini internazionali», ha concluso Pratesi.

Torna all'archivio