[30/05/2013] News

Reno vivo: dall'Emilia Romagna un progetto per salvare il fiume

Un bacino idrico, questa volta realizzato non per soddisfare usi antropici, ma per riqualificare un corso d'acqua  che "soffre" in particolare nei mesi estivi siccitosi. Si tratta del bacino del "Reno Vivo" progettato e realizzato dalla provincia di Bologna, utilizzando i finanziamenti previsti dal Piano di azione ambientale 2006/2008 della Regione Emilia-Romagna.

I lavori hanno portato alla creazione di un bacino per la raccolta di acqua nel periodo invernale, che potrà contenere circa 800.000 metri cubi, da cui il fiume Reno potrà attingere e mantenere così una regolare portata nei periodi critici. «Da troppi anni parlavamo di invasi e poi all'atto pratico rimaneva sempre tutto sulla carta», ha spiegato soddisfatto l'assessore provinciale all'ambiente Emanuele Burgin, che ha fortemente voluto quest'opera strategica per la tutela del fiume. Infatti le acque del Reno sono prelevate da Enel ed Hera, per creare energia elettrica, acqua potabile e irrigua e quindi non ne rimane per mantenere in vita l'ecosistema fluviale.

«Il Reno ha poca acqua e non è più "naturale" da secoli, l'abbiamo asservito alle nostre esigenze», ha sottolineato Giovanni Tamburini, presidente della Bonifica Renana, il Consorzio che gestisce il bacino dal 1 gennaio 2013. Quindi lo sfruttamento eccessivo delle acque, causato dalla crescente antropizzazione, che non ha tenuto conto delle esigenze del fiume, costringe ora a correre ai ripari con un intervento infrastrutturale anche se a basso impatto ambientale realizzato in un'area già degradata. Infatti l'invaso, che verrà inaugurato domani, si trova in comune di Sasso Marconi, località Borgonuovo, occupa un'ex cava attiva tra gli anni '50 e '60 poi abbandonata ed ora riqualificata con una spesa totale di 3.589.411,72 euro, erogati da Regione Emilia-Romagna, Atersir e provincia di Bologna.

 

L'invaso ha una superficie complessiva superiore a 23 ha (1 chilometro di lunghezza per 400 metri) e altezza dell'acqua compresa tra 1,80 m e 6,30 m. Il bacino riceverà le acque dal Rio d'Eva e in futuro anche dal canale del Maglio. Quando la rete di teleidrometri segnalerà che le portate del Reno sono sotto il livello di guardia, automaticamente oppure con comandi specifici, impartiti in sito o da remoto, si aprirà lo scarico delle acque che gradualmente rifornirà il fiume.

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