[26/06/2008] Consumo

Nuove regole dell´Ue sui dolcificanti chimici

LIVORNO. Sono arrivate le nuove regole europee per i dolcificanti artificiali destinati a essere utilizzati nei prodotti alimentari: con la direttiva Ue pubblicata ieri sulla Gazzetta ufficiale sono stati stabiliti i nuovi requisiti di purezza specifici per gli edulcoranti per uso alimentare.

La nuova direttiva che sostituisce la direttiva del 95, individua i requisiti di purezza per sorbitolo, mannitolo, isomalto, maltitolo, lactitolo, xylitolo, acesulfame-K, aspartame, acido ciclamico e suoi sali di Na e Ca, saccarina e sali di Na, K e Ca, thaumatina, neohesperidina DC. E lo fa sulla base delle specifiche e delle tecniche di analisi definite nel Codex alimentarius secondo quanto stabilito dal comitato misto di esperti Fao/Oms per gli addittivi alimentari.

Inoltre gli additivi alimentari, preparati con metodi o materiali significativamente diversi da quelli valutati dal comitato scientifico per l’alimentazione o differenti da quelli menzionati nella direttiva, devono essere sottoposti al giudizio della sicurezza dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare facendo particolare attenzione appunto, ai requisiti di purezza.

Il termine “edulcorante” dunque significa dolcificante. Anche lo zucchero bianco estratto dalla barbabietola da zucchero, lo zucchero di canna e il fruttosio sono edulcoranti ma naturali. Esistono infatti altri due tipi di edulcoranti, i polialcoli (alcool polivalente, ossia manitolo, sorbitolo, maltitolo o xylitolo) e gli edulcoranti intensi (saccarina, ciclamato, aspartame, acesulfame k) che non forniscono calorie ma potrebbero generare effetti sulla nostra salute se consumati regolarmente in grande quantità.

Un numero sempre maggiore di alimenti contiene edulcoranti artificiali in particolare i prodotti dietetici. L’aspartame ad esempio è il dolcificante artificiale più usato perché ha un gusto più simile alla zucchero ed è spesso presente nei prodotti costituiti da una associazione di più dolcificanti, in quanto contribuisce a toglierne il retrogusto poco gradito. La saccarina e i ciclammati sono altri due dolcificanti sintetici molto diffusi. Anche questi sono privi di calorie che, a differenza dell’aspartame, non sono metabolizzati dall’organismo, ma sono semplicemente attaccati dai batteri del tratto gastrointestinale e poi espulsi. A differenza dello zucchero e degli altri dolcificanti naturali (fruttosio e glucosio), la saccarina, l’aspartame e il ciclammato non dovrebbero provocare carie dentaria.

Ma in verità sono decenni che si discute negli ambienti medici e scientifici per stabilire se questi edulcoranti chimici siano nocivi o innocui, in base a controversi esperimenti effettuati su animali. Sospetti di cancerogenicità sono stati alternativamente avanzati sia pure in relazione a dosi molto più elevate di quelle assunte comunemente dall’uomo.

Sull’aspartame però è certa la nocività di uno dei componenti, la fenilalanina (aminoacido), per i soggetti affetti da fenilchetonuria (malattia congenita data dall’assenza di fenilalanina idrossilasi, enzima che consente la sintesi di altre proteine) ; infatti nelle confezioni è presente un’avvertenza in etichetta.

Il vero problema è che le etichette in generale indicano la presenza nel prodotto dell’edulcorante artificiale, ma non la quantità. E inatnto gli edulcoranti artificiale vengono utilizzati sempre più negli alimenti sia per effetto della ventata liberatoria portata dalla Ue sia per i loro costi. Il loro impiego è meno costoso del normale zucchero e quindi in molti paesi europei (soprattutto in Inghilterra) queste sostanze vengono utilizzate in misura sempre maggiore in bevande gasate, biscotti, gelatine e anche preparati a base di fagioli.

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