[12/01/2007] Comunicati

Prodi a Caserta: crescita sì, ma ancorata alla sostenibilità ambientale e sociale!

CASERTA. Tanto clamor per nulla. O per meglio dire, un finale, quello che è emerso dal conclave di Caserta, che riporta la linea già annunciata da Prodi alla conferenza di fine anno, linea alla quale ha sempre dichiarato di attenersi ovvero quella descritta nel programma dell’Unione. A nulla è valso quindi il fuoco di fila messo in piedi dall’ala "riformista" del governo, che cercava di spostare la barra del timone per anticipare riforme (a cominciare dalle pensioni) peraltro previste dal programma, ma che Prodi ha voluto rimettere al loro posto cronologico e di gerarchia.

Crescita per rilanciare l’Italia certo (e questo era scontato) in tutti i settori e per scongiurare definitivamente il rischio declino. Ma al primo posto (nel testo diffuso dal sito del governo italiano e ignorato da pressochè tutta la stampa) per declinare questa idea di crescita, ci sono gli interventi nel settore energetico così da rispettare gli impegni di Kyoto e non pagare le multe salate cui andremmo in contro.

«Ci accingiamo a pagare un miliardo e mezzo di euro l’anno per compensare le mancate riduzioni di emissioni di Co2 - ha detto Romano Prodi davanti ai suoi ministri - non è meglio investire una cifra identica in energie rinnovabili, capaci con le tecnologie di oggi di produrre grandi quantità di energia? E’ un semplicissimo cambio di indirizzo, ma una decisione coraggiosa, decisioni di cui abbiamo bisogno».

Questo ha detto ieri Prodi a Caserta ed ha aggiunto: «basta investire un miliardo e mezzo per prendere in tre anni la leadership europea in materia. Non sto parlando di cose astratte, perché con un miliardo e mezzo di euro si cambia il mondo».

E poi c’è la ricerca e la politica delle conoscenza. C’è il rigore e la dimensione etica nella pubblica amministrazione. Crescita per garantire equità sociale e sviluppo.

Crescita. E’ questo infatti il termine più usato (o per meglio dire abusato) dai mass media per riassumere il vertice governativo, ma in questo caso non ha solo il valore di aumento dei consumi e di ripresa economica dell’industria solo per garantire i prodotti da consumare. La crescita viene agganciata ad alcuni indirizzi precisi: ambiente, ricerca, conoscenza, etica. Politiche per i giovani e per l’occupazione femminile.

Con la crescita è possibile redistribuire le ricchezze e quindi perseguire anche l’equità sociale, che è l’altro tasto su cui l’asse Prodi-Padoa Schioppa ha recuperato sul terreno dell’ala più radicale del Governo, oltre al fatto di rimandare –almeno per l’immediato- il tema pensioni.

Il termine che ha –apparentemente- messo d’accordo tutti, riformisti e radicali, che scalpitavano ai blocchi di partenza prima di sedersi al tavolo a ferro di cavallo, ognuno con la propria lista delle priorità, in realtà riporta la barra verso il programma dell’Unione, contestualizzandolo rispetto agli scenari internazionali e alla discussione che si è avuta in questi giorni a Bruxelles sulla necessità di intervenire sui cambiamenti climatici. Altre priorità e altre "piste da battere" insomma, rispetto a quelle del battage pre-conclave sostenuto anche dall´uscita del riformista Rossi dai DS.

Partendo dal Sud (e non a caso è stata scelta Caserta come sede del vertice e del consiglio dei ministri che si terrà oggi), annunciando politiche di rigore che riguardano la riorganizzazione delle Authority e misure per ridurre i tempi per far partire nuove imprese.

Ma la crescita ha avuto anche una piegatura sociale. La sfida annunciata dal ministro dell’Economia Padoa Schioppa (quella di portare l’Italia al traguardo del 2,5% nel 2011) garantirà –a detta del ministro dell’economia- anche la ripresa sul versante sociale, a partire dagli ammortizzatori sociali.

Parlare di soddisfazione è forse esagerato (soprattutto se messo in rapporto alle necessità e alle urgenze), ma va dato atto a Prodi di avere avuto la capacità e la fermezza di non cedere alle sirene di chi avrebbe voluto, come prioritarie, altre azioni per ottenere la crescita che non le politiche ambientali, l’etica e la ricerca delle pari opportunità.

(nella foto Fassino e Prodi)

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