[03/04/2007] Comunicati

Europa: come il clima cambierà turismo e agricoltura

LIVORNO. Il gruppo II dell’Ipcc riunito in questi giorni a Bruxelles comincia a rendere note le sua previsioni sull’adattamento, le conseguenze e le vulnerabilità relative al riscaldamento climatico. La sfida del clima è partita e «almeno per qualche decennio ci saranno alcuni vincitori» ha alla Reuters, uno dei responsabili dell’ Intergovernmental panel on climate ch’ange, ma ha aggiunto che la maggior parte dei piani d´azione dell’Ipcc prevedono un esteso aumento delle temperature per questo secolo, e che alla fine «Chiaramente non ci sarebbero vincitori da nessuna parte».

Per L’europa l’Ipcc prende atto che I sistemi umani, a differenza dei Paesi in via di sviluppo, sono generalmente dotati di una grande capacità di adattamento, tuttavia la parte meridionale del Continente e l’Artico dimostrano una maggiore
Per l’Ipcc é probabile che in estate il deflusso, le risorse idriche e l’umidità del suolo diminuiranno nell’Europa meridionale, questo contribuirà ad accrescere lo scarto tra il nord Continente ed il sud sottoposto a siccità, è altrettanto probabile che gli stessi fattori aumenteranno in inverno, tanto nel nord che al sud.
La metà dei ghiacciai alpini ed una gran parte del permafrost (il suolo ghiacciato ndr) potrebbero scomparire entro la fine del secolo.

I rischi di inondazioni, erosione, sparizione di zone umide, aumenteranno considerevolmente in tutta Europa e le zone costiere saranno particolarmente esposte, con conseguenze pericolose per gli insediamenti umani, l’industria, il turismo, l’agricoltura e gli habitat naturali. Il clima più mite potrebbe significare più turismo in Scandinavia e in Nuova Zelanda, mentre le temperature africane allontanerebbero i turisti dal Mediterraneo.

Ma il cambiamento climatico potrebbe avere qualche effetto positivo sull’agricoltura nel nord Europa, mentre la produzione diminuirà nell’Europa meridionale ed orientale.
Per il ministro norvegese dell’ambiente Helen Bjoernoy «potremmo avere effetti positivi in alcuni settori e molto negativi in altri. È impossibile dire cosa sarà la linea di confine. L’aumento delle temperature potrebbe significare mele e le ciliege più dolci in Scandinavia o meno necessità di spazzaneve in inverno eliminare le vie. Ma anche un spostamento degli stock di merluzzo o di aringhe e danni per le industrie della pesca».

Ma secondo alcuni esperti l´agricoltura di molte regioni non può semplicemente spostarsi a nord, la Russia ed il Canada non hanno semplicemente terreni adatti, mentre il rialzo delle temperature potrebbero sciogliere lo strato di ghiaccio permanente su cui sono state realizzate molte strade e città in Siberia e portare nuovi parassiti nelle foreste boreali.

Le zone biotiche guadagneranno in altezza e si sposteranno verso nord, questo provocherà la sparizione di habitat importanti come le zone umide, la tundra e gli habitat isolati e minaccerà la sopravvivenza di alcune specie animali e vegetali.
L’innalzamento delle temperature e le onde di calore potranno modificare le destinazioni abituali del turismo estivo, mentre l’innevamento irregolare rischia di avere un effetto negativo sul turismo invernale.

Ma sono i sistemi naturali delle regioni polari ad essere estremamente vulnerabili ai cambiamenti climatici, con ecosistemi con una bassissima capacità di adattamento. Per quanto riguarda gli esseri umani, mentre è probabile che le comunità con un più alto livello tecnologico riusciranno ad adattarsi all’evoluzione del clima, alcune comunità autoctone, legate a modi di vita tradizionali avranno una scarsa capacità di adattamento e saranno cancellate come entità autonome.

Di recente il presidente russo Vladimir Putin ha detto: «sentite dire spesso, che la Russia è un paese nordico e non sarebbe spaventoso se avesse due o tre gradi in più di caldo. Forse sarebbe una cosa buona e potremmo spendere di meno in cappotti di pelliccia e per altre cose calde». Una visione un po’ provinciale e minimalista se si confronta con le previsioni dell’Ipcc.
Nell’Artico il cambiamento climatico sarà più marcato e più rapido che nel resto del Pianeta ed avrà importanti ripercussioni fisiche, ecologiche, sociologiche ed economiche.
I cambiamenti climatici sono già in corso, e si manifestano con la diminuzione dell’estensione e dello spessore della banchisa polare del mar Artico, il disgelo del permafrost, l’erosione delle coste, la modificazione dei ghiacciai e con un cambiamento nella distribuzione ed abbondanza delle specie animali presenti nella zona polare.

Certi ecosistemi potrebbero adattarsi sulla base di un possibile rimpiazzo per migrazione di specie, con una modificazione delle popolazioni animali ed eventualmente con un aumento della produttività globale dovuta al clima più mite, ma gli ecosistemi che si trovano ai bordi dei ghiacci e che ospitano alcune specie endemiche saranno seriamente minacciati, fino all’estinzione.
A questo si aggiunga che alcuni dei meccanismi essenziali del cambiamento climatico si innescano proprio nelle regioni polari e che, una volta in marcia, potrebbero aver effetto per secoli, anche molto dopo che le emissioni di gas serra si siano stabilizzate. Effetti che potrebbero essere irreversibili sulla copertura glaciale, la circolazione oceanica su scala globale e l’innalzamento del livello del mare.

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