[03/04/2007] Consumo

Gli ecoincentivi fanno volare le vendite delle auto ecologiche

LIVORNO. I giornali di oggi dedicano come di consueto ampio spazio agli ultimi dati relativi alle immatricolazioni automobilistiche, un mercato che in Italia continua a rappresentare uno dei motori più importanti dell’economia. Le statistiche e le interpretazioni giornalistiche questa volta dicono che le cose vanno male, ovvero che le immatricolazioni di marzo sono cresciute del 2,36%, con la parola “soltanto” a fare da introduzione al dato percentuale. Le attese in effetti ipotizzavano una crescita addirittura a doppia cifra, ma se per i fan del made in Italy c’è da registrare l’ulteriore conquista della Fiat, che con un +6,6% ha raggiunto il 31,8% del mercato italiano, anche tutti gli altri possono guardare con una certa fiducia al mese di aprile che promette crescite più solide.
Fin qui nulla di diverso da quello che oggi pubblicano tutti i giornali. Gli aspetti per noi più interessanti sono quelli che il direttore del Centro studi Promotor Gian Primo Quagliano, indica come i motivi della mancata crescita a doppia cifra.

Primo motivo: marzo ha avuto un giorno di lavoro in meno (e questo la dice lunga sulla presunta necessità di avere analisi sempre più fitte e ravvicinate fra loro). Il secondo motivo è altrettanto tecnico e imprevedibile, ovvero il verificarsi di alcune vertenze sindacali.
Terzo motivo: «La forte stangata fiscale – spiega Quagliano - assestata con la manovra di fine anno alle auto aziendali, che nel 2006 rappresentavano il 28% delle immatricolazioni».
Quarto motivo: «L’aver limitato il diritto agli incentivi soltanto a chi acquista vetture con emissioni di CO2 non superiori a 140 g/km – è ancora il direttore di Promotor a parlare - ha molto ridimensionato l’impatto della manovra di rottamazione».

Finalmente una buona notizia e una vera notizia! Ovvero gli ecoincentivi (anche in questo caso c’è un prefisso, che dovrebbe far capire che non si trattava di un’iniziativa finalizzata al bene dell’industria automobilistica ma al bene dell’ambiente) hanno funzionato al 100%: visto che il 47% delle immatricolazioni ha riguardato “solo” le versioni con emissioni di CO2 inferiori ai 140 grammi per chilometro, che oggi però rappresentano solo il 19% delle versioni offerte. Gli incentivi quindi hanno generato un forte incremento di ordini, ma case e concessionari hanno faticato a far fronte a questo picco di domanda che riguarda le vetture più ecologiche.

Altri dati? Nei primi tre mesi del 2007 l’insieme delle vetture dei segmenti A e B, cioè quasi tutti i veicoli rientranti nei limiti previsti per gli ecoincentivi, hanno superato il 59% del mercato, mentre un anno fa erano soltanto il 57%. Identica la ripercussione sul gasolio: sempre nel primo trimestre la penetrazione del diesel si è ridotta dal 57,53% del marzo 2006, al 55,67% di oggi.

E questo significa, in prospettiva e lasciando per una volta un po’ di spazio all’ottimismo, cominciare a riorientare il mercato. Perché le case automobilistiche questi dati sanno leggerli bene e nonostante le prese di posizione “partigiane” dell’associazione dei costruttori sui nuovi obiettivi che si deve dare l’Unione europea (120 o 130 grammi di CO2 per chilometro), sanno perfettamente che i loro veicoli dovranno essere sempre più ecologici.

Torna all'archivio