Obiettivi per lo sviluppo sostenibile, accordo fatto per il post-2015

Ban Ki-mon «Una svolta storica per il pianeta. Integrano pienamente economia, sociale ed ambiente»

[3 Agosto 2015]

E’ stato raggiunto l’accordo tra gli Stati membri dell’Onu sul contenuto del futuro programma per lo sviluppo per il post-2015, che sarà formalmente adottato dai leader mondiali al Summit straordinario sullo sviluppo sostenibile che si terrà dal 25 al 27 settembre a New York.

L’Onu sottolinea che si tratta del risultato di un processo negoziale durato oltre due anni e che ha visto una partecipazione senza precedenti della società civile: «I 193 Stati membri dell’Assemblea generale dell’Onu si sono messi d’accordo sul progetto di documento finale  di un programma ambizioso che comporta 17 nuovi obiettivi dello sviluppo sostenibile. Questi obiettivi hanno l’obiettivo , entro il 2030, di eradicare la povertà estrema e di promuovere la prosperità ed il benessere dei popoli, proteggendo allo stesso tempo l’ambiente».

Secondo il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-mon , l’accordo raggiunto  «Annuncia una svolta storica per il pianeta. Il consenso al quale sono pervenuti gli Stati è il risultato di un processo veramente aperto, inclusivo e trasparente. Si tratta di un programma dei popoli, un piano di azione per mettere fine alla povertà in tutte le sue form, in maniera irreversibile, ovunque e senza lasciare da parte nessuno. Il programma punta anche a garantire la pace e la prosperità, così come a realizzare delle partnership che abbiano come principale preoccupazione la gente e il pianeta. I 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile, integrati, interdipendenti ed indivisibili sono prima di tutto degli obiettivi dei popoli e portano il marchio dell’ampiezza e dell’universalità e dell’ambizione di questo nuovo programma».

I nuovi 17 obiettivi dello sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals – Sdg) sostituiranno gli 8  Obiettivi del millennio per lo sviluppo (Mdg) adottati nel 2000 e che negli ultimi 15 anni hanno permesso a più di 700 milioni di esseri umani di emanciparsi dalla fame estrema, dalle malattie e dall’ineguaglianza di genere ed hanno permesso a milioni di poveri di accedere all’acqua ed ai servizi igienici.

Gli Sdg per il post-2015 guardano oltre: affrontano le cause profonde della povertà ealla necessità di uno sviluppo sostenibile per tutti i popoli.

Nel preambolo del documento finale “Transforming Our World: The 2030 Agenda for Sustainable Development” si legge: «Siamo risoluti a liberare la specie umana, in una generazione, dalla tirannia della povertà ed a guarire e mettere al sicuro il nostro pianeta per le generazioni presenti e future. Siamo determinati a prendere delle iniziative audaci e trasformative delle quali abbiamo urgentemente bisogno per mettere il mondo su una via sostenibile e resiliente. Mentre ci imbarchiamo in questa avventura collettiva, ci impegniamo affinché nessuno venga lasciato da parte».

Il documento definisce l’eradicazione della povertà  «L’obiettivo primordiale del nuovo programma di sviluppo» ed integra pienamente la dimensione economica, sociale ed ambientale dello sviluppo richiamando i Paesi di tutto il mondo ad agire, sia quelli poveri che quelli ricchi o a medio reddito.

I 17 Sdg  e  i 169 target  di Transforming Our World  hanno come obiettivo quello di superare gli ostacoli sistemici posti  allo sviluppo sostenibile, come l’ineguaglianza, consumi e modi di produrre non sostenibili, insufficienza di infrastrutture e mancanza di lavoro dignitoso. Viene preso in considerazione anche l’aspetto ambientale dello sviluppo sostenibile in particolare negli obiettivi che riguardano gli oceani e le risorse marine, gli ecosistemi e la biodiversità.

Una critica all’attuale modello di sviluppo, tanto che nel progetto di documento finale si dice che per realizzare queste trasformazioni  «Bisognerà mettere fine allo statu quo e rafforzare la cooperazione internazionale in molti settori. Il programma chiede una rinnovata partnership mondiale per lo sviluppo sostenibile, ed un rafforzamento dei dati statistici per misurare lo sviluppo sostenibile. Inoltre viene chiesto di istituire un meccanismo per facilitare il trasferimento di tecnologie e un meccanismo finanziario per sostenere i nuovi obiettivi, fondato su una cooperazione tra Stati, società civile, imprese comunità scientifica e sistema dell’Onu. Questo meccanismo era stato approvato alla Third International Conference on Financing for Development tenutasi ad Addis-Abeba a luglio e disporrà di un team inter-agenzie, di un forum su scienza, tecnologie e innovazione e di una piattaforma on-line per collaborare.

Ban Ki-moon è convinto che «Basandosi sul successo della  Third International Conference on Financing for Development di Addis-Abeba, le Summit [di New York] consacrerà una nuova era di sviluppo sostenibile  durante la quale la povertà sarà eradicata, la prosperità sarà condivisa e verrà tenuto di conto dei principali fattori del cambiamento climatico. Questo Summit darà anche slancio al futuro Summit di Parigi di dicembre, durante il quale la comunità internazionale dovrebbe concludere un accordo significativo sul cambiamento climatico».