Covid-19: in Toscana misure straordinarie per la transizione all’agricoltura biologica nel medio-lungo termine

Approvata all'unanimità una mozione sull'agricoltura biologica presentata da Sì-Toscana a sinistra

[18 Maggio 2020]

La Giunta regionale dovrà riprogrammare i fondi residui del Programma di sviluppo rurale per estendere i finanziamenti della misura 11 a sostegno dell’agricoltura biologica appena aperta a tutte le aziende che ne facciano richiesta e non solo a quelle che convertono la produzione nel 2020. È quanto prevede unna mozione presentata da  Sì-Toscana a Sinistra e approvata all’unanimità dal  Consiglio regionale nell’ultima seduta.

Si tratta di un pacchetto complessivo di misure a sostegno delle aziende e dei contadini del mondo dell’agricoltura biologica. La Giunta regionale dovrà adottare tutti gli strumenti opportuni per aumentare le risorse del programma e favorire un processo di transizione al biologico e il suo mantenimento nel medio-lungo periodo. Per farlo vengono indicati una serie di interventi: liquidazione nel più breve tempo possibile delle misure arretrate; rapida indagine statistica sulle realtà dotate di fascicolo aziendale per individuare gli interventi sulle situazioni più urgenti; promuovere il settore trainante dell’ospitalità rurale attraverso un portale regionale; elaborare una strategia di programmazione condivisa, che coinvolga non solo le associazioni di categoria, ma anche le Facoltà di agraria, Artea, i biodistretti, gli enti di certificazione, la grande distribuzione e l’Anci; promuovere i mercati locali. Supera 140mila ettari la superficie certificata le aziende interessate sono oltre cinquemila.

Presentando la mozione, Tommaso Fattori, candidato presidente di Toscana a Sinistra, ha spiegato che «La crisi sanitaria ed economica sta penalizzando gravemente le aziende agricole biologiche della Toscana che con pratiche rispettose dell’ambiente da sempre si trovano nelle condizioni di dover limitare le produzioni per puntare sulla qualità. Il mondo dell’agricoltura biologica e dell’agroecologia dipende perlopiù da canali di vendita diretti come ristoranti, agriturismi, mercati contadini e dalla possibilità di effettuare degustazioni dei propri prodotti in azienda, il che lo ha ulteriormente penalizzato, in questa fase. Tra l’altro molte piccole aziende soffrivano di mancanza di liquidità già prima della pandemia, a causa delle difficoltà nell’accesso al credito, per i ritardi nei pagamenti degli aiuti comunitari e per la perdurante crisi economica nel nostro paese».

I due presentatori, Sarti e Fattori, ricordano che «La proposta di Toscana a Sinistra appena approvata dal Consiglio regionale è molto articolata e prevede prima di tutto la riprogrammazione dei fondi residui del Piano di sviluppo rurale estendendo il finanziamento della misura 11 a tutte le aziende che ne faranno richiesta, non solo a chi converte la propria azienda nel 2020, oltre che l’adozione di tutti i possibili strumenti volti ad aumentare le risorse del PSR in modo da favorire la transizione ecologica e il mantenimento del biologico nel medio-lungo periodo, tramite il sostegno ai nuovi ingressi ma anche a tutte le realtà agricole che sono da tempo impegnate nel biologico. A questo scopo è individuata una lunga serie di interventi specifici: allargamento delle zone di priorità per i nuovi ingressi anche ad aziende che si trovano in zone svantaggiate ed in settori cui si riscontra una vocazione al biologico; liquidazione nel più breve tempo possibile di tutte le misure del PSR arretrate; aiuti diretti a fondo perduto per le piccole aziende contadine; rapida indagine statistica sulle realtà dotate di fascicolo aziendale per individuare gli interventi sulle situazioni più urgenti; elaborazione di una strategia programmatoria condivisa, con il coinvolgimento non solo delle associazioni di categoria ma anche di Artea, delle facoltà di agraria, dei Biodistretti, dell’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica, Federbio, Altragricoltura Bio, delle associazioni di base, degli enti di certificazione, della grande distribuzione e dell’Anci; riapertura e moltiplicazione, con le necessarie misure di sicurezza e distanziamento, dei mercati contadini ovunque i produttori lo richiedano; promozione del settore dell’ospitalità rurale attraverso un portale regionale; sostegno al settore legato alle produzioni di latte ovino e caprino da convertire all’agricoltura biologica; infine inclusione, tra le altre forme di aggregazione che operano sui prodotti agroalimentari di qualità da sensibilizzare in base al recente accordo con ANCI sui prodotti toscani di qualità, anche dei Biodistretti toscani che hanno contribuito alla redazione della LR 51/2019 e di Altragricoltura Bio».

Fattori conclude: «Già oggi la superficie certificata bio in Toscana supera i 140mila ettari e le aziende interessate sono oltre cinquemila. L’eliminazione dei pesticidi e la transizione verso è il futuro dell’agricoltura toscana, se vogliamo tenere assieme salute, produzione di cibo sano e contrasto al cambiamento climatico e all’inquinamento».