Il gamberetto cieco che sopravvive al congelamento e che può “vedere” la luce (VIDEO)

E’ stato scoperto da un team di liceali in una grotta dello Stato di New York

[30 Marzo 2016]

Lo studio “A troglobitic amphipod in the Ice Caves of the Shawangunk Ridge: Behavior and resistance to freezing”, pubblicato su Subterranean Biology rivela l’esistenza, nel profondo delle grotte ghiacciate hiaccio del Shawangunk Ridge, nello Stato di New York, di un piccolo crostaceo con caratteristiche ed abilità uniche.

Infatti il “gamberetto”, che è stato chiamato Stygobromus allegheniensis,  pur essendo privo di occhi, può ancora rilevare alcune lunghezze d’onda della luce visibile e può restare congelato durante gli inverni più freddi per poi “resuscitare” con il disgelo.

La scoperta è stata fatta dal biologo Luis Espinasa in una grotta vicino al Marist College di Poughkeepsie, dove si era da poco trasferito per insegnare. Espinasa si è imbattuto per la prima volta nel crostaceo lungo 2 centimetri durante un’escursione nella zona con suo figlio Jordi – che compare tra i ricercatori citati insieme ad altri del Marist College – e il biologo spiega: «Ero alla ricerca di creature nelle grotte, come faccio sempre, quando mi ha chiamato: “Hey papà, guarda questi!”».

Qualche anno dopo Jordi ha deciso di studiare le creature che aveva scoperto nella grotta insieme alla sua classe di scienze del liceo: voleva sapere come i piccoli gamberetti riuscivano a sopravvivere in un ambiente ghiacciato durante l’inverno. Anche se ci sono esempi di animali che possono sopravvivere dopo essere stati congelati, pochi di questi sono stati trovati dentro delle grotte. «I cavernicoli in genere non sono adattati al gelo – spiega Luis Espinasa – Di solito non ne hanno bisogno : la maggior parte delle grotte, come le grotte calcaree in cui  viene ritrovato più comunemente S. allegheniensis, mantengono una temperatura abbastanza costante durante tutto l’anno».

Ma le grotte ghiacciate sono diverse: essendo formate da fessurazioni nelle rocce, la neve e l’aria fredda penetrano negli ambienti ipogei attraverso le aperture nella parte superiore e quindi creano un ambiente molto freddo, nel quale le pareti e il suolo in inverno si ricoprono di ghiaccio, è in questo ambiente estremo che riesce a sopravvivere Stygobromus allegheniensis.

Gli esperimenti, sia sul campo che in  laboratorio, hanno dimostrato che i gamberetti sono in grado di sopravvivere e tornare a nuotare normalmente dopo essere stati congelati in blocchi di ghiaccio solido per diverse ore e Espinasa è convinto che in condizioni naturali possano sopravvivere molto più a lungo, dato che possono sfruttare diverse settimane autunnali per regolare la loro fisiologia e prepararsi al congelamento invernale.

Non è ancora chiaro come queste creature riescano a sopravvivere al congelamento, ma gli studenti del  Marist College dicono che questo sarà una delle cose di cui si occuperanno nella loro prossima ricerca. Gli animali di solito sopravvivono al congelamento producendo sostanze come il glicerolo, che abbassano il punto di congelamento dell’acqua all’interno del corpo e prevengono la formazione cristalli di ghiaccio che distruggerebbero le loro cellule. Espinasa è convinto che anche nello Stygobromus allegheniensis funzioni così: «Non mi aspetto che troveremo nuove sostanze chimiche fisiologiche, ma non si sa mai».

Il suo giovane team ha scoperto anche che questo gamberetto cieco in realtà potrebbe distinguere tra luce e buio, si tratterebbe di creature scotofile, che prediligono il buio, ma ancora in grado di “riconoscere” la luce. Espinasa non sa ancora cosa utilizzino per “vedere” al posto degli occhi, ma i primi risultati suggeriscono che le strutture per rilevare la luce potrebbero essere sulla testa dello Stygobromus allegheniensis.

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