I primi europei venivano dall’Asia, ma si estinsero. Li hanno sostituiti i nostri antenati africani

Il mistero del popolamento dell’Europa, nuovi sviluppi dalla ricerca genetica

[8 Febbraio 2016]

Lo studio “Pleistocene Mitochondrial Genomes Suggest a Single Major Dispersal of Non-Africans and a Late Glacial Population Turnover in Europe”, pubblicato su  Current Biology da un team internazionale che comprende anche ricercatori delle università di Firenze e di Siena, è giunto a innovative conclusioni che gettano nuova luce sulla preistoria europea: «La dispersione degli esseri umani moderni al di fuori dall’Africa fu unica, rapida e avvenne in Asia e in Europa circa 50.000 anni fa. Il continente europeo fu, quindi, popolato da individui con patrimonio genetico uguale a quello dei primi abitanti dell’Asia. In seguito, durante il picco più freddo dell’ultima glaciazione, circa 25.000 anni fa, una parte di questo patrimonio genetico scomparve. Più tardi, circa 14.500 anni fa, la popolazione europea sopravvissuta fu sostituita da un’altra popolazione di differente origine».

Il gruppo di ricerca europeo, guidato da Cosimo Posth e Johannes Krause del Max Planck Institute (MPI) for the Science of Human History di Jena e dell’Università di Tübingen in Germania, ha ricostruito il genoma mitocondriale completo (mtDNA) di 35 cacciatori-raccoglitori che vissero in Italia, Germania, Belgio, Francia, Repubblica Ceca e Romania tra 35.000 e 7.000 anni fa.  I ricercatori fiorentini spiegano che «Tre dei campioni umani analizzati provengono da Grotta Paglicci in Puglia, sito archeologico studiato a partire dal 1961 prima da parte del Museo di Storia Naturale di Verona e, dal 1971, dall’Università di Siena; le ricerche attuali sono state condotte sotto la responsabilità di Annamaria Ronchitelli (Dipartimento di Scienze Fisiche, della Terra e dell’Ambiente) in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia della Puglia. L’analisi genetica dei reperti di Grotta Paglicci è stata coordinata dal Laboratorio di Antropologia Molecolare e Paleogenetica dell’Università di Firenze, diretto da David Caramelli (ipartimento di Biologia)».

Caramelli  dice che «Le analisi del mtDNA antico ha inaspettatamente rivelato che tre individui provenienti da siti archeologici in Francia e Belgio, di datazione precedente alla fase più fredda dell’ultima era glaciale, appartenevano ad un tipo di mtDNA chiamato aplogruppo M, che è assente nella popolazione europea contemporanea, ma estremamente comune in popolazioni asiatiche, australiane e indigene americane».

Circa 25.000 anni fa, nel picco dell’ultima glaciazione, le popolazioni di cacciatori-raccoglitori si ritirarono in una serie di rifugi climatici nel sud Europa, come Grotta Paglicci e i ricercatori suggeriscono che, «In seguito alla conseguente riduzione in dimensione della popolazione europea, l’aploguppo M sia andato perduto. Inoltre, verso la fine dell’ultima era glaciale, ci fu un avvicendamento nella popolazione europea, finora sconosciuto, connesso all’inizio di un periodo di profondi cambiamenti climatici, intorno a 14.500 anni fa».

Krause spiega a sua volta: «Abbiamo scoperto un capitolo completamente sconosciuto della storia umana: un importante turnover della popolazione in Europa alla fine dell’ultima era glaciale. C’era a una vera e propria mancanza di dati genetici di questo periodo di tempo, quindi, di conseguenza sapevamo molto poco della struttura e della dinamica della popolazione dei primi esseri umani moderni in Europa»,

L’assenza dell’ aplogruppo M e la sua presenza in altre parti del mondo, aveva già portato alla tesi che persone non africane si erano disperse in più occasioni per diffondersi in tutta l’Eurasia e l’Australasia. I ricercatori dicono che la scoperta di questo lignaggio materno suggerisce invece che tutti i non africani si sono dispersi rapidamente da una singola popolazione, circa 50.000 anni fa. Poi, in una fase successiva, l’aplogruppo M è andato apparentemente perso in Europa.

I ricercatori dicono che tuttavia la  cosa che li ha sorpresi di più è stata la prova di un importante turnover della popolazione in Europa circa 14.500 anni fa, quando il clima ha cominciato a scaldarsi. dice Adam Powell, anche lui Max Planck, dice: «Il nostro modello suggerisce che durante questo periodo di sconvolgimento climatico, i discendenti dei cacciatori-raccoglitori che sono sopravvissuti durante l’ultimo massimo glaciale sono stati in gran parte sostituiti da una popolazione proveniente da un’altra fonte»

La Ronchitelli  conclude: «Future analisi del DNA nucleare di questi individui europei così come di nuovi reperti umani di diverse età e regioni geografiche, aiuteranno ad ottenere un’immagine più comprensiva Speriamo di poter caratterizzare con più precisione le conseguenze della ritrazione in rifugi climatici durante il periodo più rigido dell’ultima glaciazione e di identificare l’origine della successiva popolazione di cacciatori-raccoglitori che arrivò in Europa».