I varani australiani addestrati a non mangiare i rospi delle canne velenosi

Una soluzione radicale per ridurre l'impatto dei rospi killer sulla biodiversità

[8 Gennaio 2016]

In tutto il mondo, le specie invasive causano impatti devastanti sulle popolazioni di predatori autoctone  e in Australia, i grandi predatori autoctoni muoiono di avvelenati quando i ingeriscono i rospi delle canne invasivi (Rhinella marina) che, importati dall’uomo negli anni ’30 per tenere sotto controllo i parassiti della canna da zucchero, hanno causato diminuzioni catastrofiche nei carnivori australiani.  I varani argo, o varani  a macchie gialle (Panoptes Varanus) sono molto abbondanti negli ecosistemi australiani non ancora colonizzati dai rospi delle canne, ma quando arrivano gli anfibi invasori velenosi vengono praticamente spazzati via dal territorio che occupavano. Si stima che la popolazione di varani Argo in Australia sia calata di ben il 90% dopo l’arrivo dei rospi killer

Per questo, Immediatamente prima che i rospi velenosi si diffondessero in una pianura alluvionale di Oombulgurri nella regione di Kimberley, nord-ovest dell’Australia, un team dell’università di Sidney, del Western Australian Department of Parks and Wildlife e dei Balanggarra Rangers della Balanggarra Aboriginal Corporation, ha addestrato i varani argo, che gli australiani chiamano goanna, a riconoscere ed evitare i rospi delle canne.  Come sono riusciti a farlo lo spiegano nello studio “Ecological immunization: in situ training of free-ranging predatory lizards reduces their vulnerability to invasive toxic prey”  pubblicato su Biology Letters: hanno fatto capire che ai varani che i rospi delle canne sono velenosi inducendoli a mangiare piccoli esemplari di Rhinella marina e dicono che «Alla fine dello studio di 18 mesi, solo una delle 31 lucertole non addestrate era sopravvissuta  più di 110 giorni, rispetto a più della metà (9 su 16) delle lucertole addestrate; la sopravvivenza massima nota di una lucertola addestrata in presenza di rospi era di 482 giorni. L’addestramento di avversione In situ  (rilascio di piccoli rospi in anticipo rispetto al principale fronte all’invasione) offre un modo logisticamente semplice e fattibile per tamponare l’impatto dei rospi invasivi sui predatori».

La leader del team di ricerca, Georgia Ward-Fear dell’università di Sidney, spiega che «Dopo l’addestramento, i varani giganti, conosciuti come goanna, sono sopravvissuto quando sono arrivati i rospi, mentre le lucertole non addestrate sono state  immediatamente uccise»

Il goanna pesa fino a 7kg ed è fondamentale sia per la cultura aborigena che per il ruolo ecologico che svolge. I piccoli predatori australiani spesso sopravvivono all’incontro con i terribili rospi delle canne, perché attaccano solo individui piccoli, il cui veleno li fa star male ma non li uccide. Infatti, i piccoli rospi contengono molto meno veleno dei grandi rospi adulti. Così, i predatori imparano a non mangiare rospi. Invece un grande e voracissimo varano è in grado di inghiottire un rospo adulto intero e questo si rivela fatale.

Offrendo ai Panoptes Varanus selvatici i piccoli rospi non letali immediatamente prima che le Rhinella marina invadesse anche la pianura di  Oombulgurri i ricercatori si sono accorti che solo uno o due di questi pasti velenosi sono sufficienti a convincere un goanna a non mangiare più un altro rospo delle canne.

Le lucertole così addestrate hanno poi continuato a ignorare i grandi rospi che sono puntualmente arrivati ​​un paio di mesi più tardi. A 18 mesi dall’inizio dello studio, molti dei varani Argo  addestrati erano ancora vivi, nonostante la crescente presenza dei rospi invasori.

La Ward-Fear spiega scherzosamente  come è stato effettuato l’addestramento di varani «Abbiamo presentato loro un piccolo rospo tramite la mostra attrezzatura molto tecnica: una canna da pesca telescopica alla quale il rospo era collegato solo da un piccolo cappio di cotone. Ci avvicinavamo al goanna in modo molto furtivo e  lanciavamo la canna da pesca. I giovani rospi facevano ammalare le lucertole, ma non erano abbastanza tossici da fare danni durevoli».

Poi, quando è arrivata l’ondata dei rospi delle canne invasori, gli scienziati hanno munito i goanna di trasmettitori radio per seguirli e hanno così potuto vedere con sollievo che 9 dei 16 varani che avevano addestrato e che aveva già assaggiato un piccolo rospo velenoso  non hanno più fatto lo stesso errore e sono sopravvissuti durante tutto il periodo di studio di 18 mesi. Il team ha anche seguito 31 varani Argo “non addestrati” che non avevano mangiato i rospi e ora dice: «Abbiamo visto che i varani, che non avevano avuto un’esperienza negativa con un piccolo rospo sono morti molto rapidamente. Sono morti tutti entro tre mesi dall’invasione dei rospi delle canne arrivati in modo naturale nel sito. Alla fine dello studio, ogni goanna inesperto era morto. Lo studio suggerisce che i goanna hanno la possibilità di imparare dall’esperienza e di mantenere tale conoscenza per un lungo periodo di tempo».

Secondo Rick Shine, anche lui dell’università di Sydney e vincitore dell’ Eureka Award, «I risultati suggeriscono che può essere realizzato un potenziale cuscinetto contro gli impatti delle specie invasive, avendo come target le specie autoctone vulnerabili anziché i nocivi selvatici. Questo studio dimostra che l’esposizione ai piccoli rospi della canna può immunizzare predatori come i varani Argo contro l’invasione del rospo. Abbiamo definito il quadro per un nuovo e audace metodo di conservazione». L’altro ricercatore dell’università di s Sidney che ha partecipato allo studio, Gregory Brown, conferma: «Il rilascio di piccoli rospi poco prima dell’inizio dell’invasione potrebbe prolungare la vita dei predatori nativi».

La Ward-Fear conclude: «Siamo rimasti  molto sorpresi dai risultati, dalla quantità di tempo nel quale  alcune di queste lucertole hanno effettivamente mantenuto questa conoscenza e sono sopravvissute in presenza di un’alta  densità dei rospi delle canne, il che è fondamentalmente senza precedenti in natura. Basta che un goanna metta solo in bocca un rospo per meno di 30 secondi per restare ucciso. Questo studio fornisce la prova iniziale che questa strategia potrebbe essere molto efficace. Impiegandola  in natura, potrebbe potenzialmente avere davvero un grande impatto positivo sulla popolazione di goanna».