Il Premio Ambientalista 2015 a Alberto Grossi, il videomaker difensore delle Apuane

Ma "vince" anche l’ex assessore regionale all’urbanistica della Toscana Anna Marson

[4 Dicembre 2015]

Le Apuane e la Toscana ringraziano. Il premio “Luisa Minazzi” 2015 va infatti proprio alle persone che più di tutte si sono impegnate per difendere il paesaggio toscano. È Alberto Grossi, videomaker innamorato delle cime apuane, profondo conoscitore della loro bellezza ma anche delle minacce che subiscono, l’Ambientalista dell’anno 2015.  Nella motivazione del premio si legge: «attraverso la potenza della parola e dell’immagine lotta per tutelare la sua passione più grande: le Alpi Apuane, un ambiente splendido ma sfregiato dalle attività estrattive a base di filo diamantato e dinamite che ogni anno asportano quattro milioni di metri cubi di roccia mettendo a rischio falde acquifere, cime e habitat di pregio».

Il vincitore è stato premiato oggi nell’aula consiliare di Casale Monferrato, la città che conosce bene sia il significato di resilienza che di reattività e che oggi ha accolto gli otto finalisti del premio promosso da Legambiente, dal mensile La Nuova Ecologia e dal Comitato organizzatore di cui fanno parte diverse associazioni di Casale Monferrato.

Sfiora per pochissimi voti il risultato pieno e quindi “vincitrice” anche lei, Anna Marson, grande protagonista della stagione di buona pianificazione del territorio nell’ultimo lustro in Toscana, autrice della prima legge regionale contro il consumo di suolo in Italia e del fondamentale Piano Paesaggistico della Toscana. «L’urbanista fino a pochi mesi fa assessore in Toscana che ha redatto la prima legge regionale in Italia contro il consumo di suolo battendosi inoltre per condurre in porto, in un contesto politico non facile, il piano paesaggistico», sui legge nella motivazione. Un altro riconoscimento dunque al valore del paesaggio che il voto popolare ha voluto sottolineare e che conferma il bisogno di una normativa nazionale contro l’aggressione al territorio».

Fausto Ferruzza, Presidente di Legambiente Toscana è naturalmente molto soddisfatto: «Anna Marson e Grossi hanno sbaragliato la concorrenza degli altri pur magnifici 6 candidati, confermando un primato indiscutibile della Toscana sullo scenario nazionale quanto a tutela del paesaggio. Le Apuane da salvare, la legge 65 e il Piano Paesaggistico Regionale hanno giocato un ruolo centrale e decisivo nello spoglio del Premio Minazzi 2015».

Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente, ha sottolineato che «Il Premio Ambientalista dell’anno ha l’obiettivo di raccontare storie di un’Italia capace e sensibile, di persone che in tanti modi diversi vogliono contribuire al cambiamento. Perché è importante valorizzare tutto ciò che di positivo si muove nel nostro territorio: l’impegno di singole persone o di gruppi organizzati per migliorare la qualità della vita di tutti, le iniziative spontanee a tutela dei beni comuni, le battaglie per i diritti negati, le collaborazioni creative e tutte quelle iniziative mirate ad accrescere l’ecosostenibilità. Senza dimenticare che il Premio è intitolato a una donna simbolo di una delle battaglie più dure e importanti per il nostro Paese, quella contro l’amianto, ancora diffusissimo sul nostro territorio e ancora responsabile di tanti decessi e sofferenze, come ci ricorda anche il bellissimo film di Francesco Ghiaccio ‘Un posto sicuro’, che come Legambiente abbiamo voluto promuovere e sostenere».

Infatti, la classifica dei più votati del Premio evidenzia la gratitudine di tutti verso Carla Campanaro, David Zanforlini e Vittorio Arena, i legali che hanno sostenuto la causa delle associazioni contro i titolari di Green Hill, l’allevamento di beagle a Montichiari (Bs), condannati a gennaio in primo grado per maltrattamento. E ancora, la reattività civica delle “mamme volanti” di Castenedolo, nel bresciano, che vigilano con tanto di filmati dall’aereo sulla salubrità di un’area nota come la Terra dei Fuochi del Nord viste le discariche abusive che la pervadono fra cave e tracciati autostradali inutili. Poi c’è un giornalista in erba, Eric Barbizzi, che si dimostra a soli 11 anni già molto più vigile e appassionato alle scienze ambientali di tanti colleghi più grandi. Ma coraggio, generosità e senso del bene comune sono i tratti distintivi di tutti gli otto finalisti del premio. Dal comandante regionale del Corpo Forestale in Campania, Sergio Costa, che ha sviluppato tecniche investigative inedite per individuare discariche abusive di rifiuti tossici, al sindaco Dimitri Russo di Castel Volturno (Ce) che si batte insieme alla sua giovane giunta per il decoro e la legalità, all’architetto torinese Elena Carmagnani che ha creato insieme a Emanuela Saporito una start-up per rigenerare a verde l’ultimo piano degli edifici.

«Troppo spesso sono i fatti negativi a fare notizia, mentre nel Paese sono tantissime le storie di quanti s’impegnano nella società civile, nel mondo dell’impresa e nella pubblica amministrazione a favore dell’ambiente, del prossimo e della legalità – conclude Marco Fratoddi, direttore de La Nuova Ecologia -. Con il Premio Ambientalista vogliamo portare in evidenza figure ed esperienze di cambiamento che raramente finiscono sotto i riflettori, testimoni di un impegno civico che ci invita a guardare con più fiducia al futuro».