In Brasile scoperta una nuova specie di scimmia titi. E’ distante dai suoi simili almeno quanto noi lo siamo dagli scimpanzé

Vive nell’Arco della deforestazione ed è già a rischio estinzione

[23 Dicembre 2019]

Un team di ricercatori brasiliani e statunitensi ha scoperto una nuova specie di scimmia titi, genere Plecturocebus, e la presenta nello studio ”A New Species of Titi Monkey, Plecturocebus Byrne et al., 2016 (Primates, Pitheciidae), from Southwestern Amazonia, Brazil”, pubblicato su Primate Conservation.

Questa scimmietta vive nel Brasile orientale, dove gli indios la chiamano otôhô per distinguerla dagli altri titi, ma gli scienziati, che la avevano descritta fin dal 1823, finora credevano che si trattasse di una variante del titi Plecturocebus cinerascens. Ora, lo studio del genoma e della morfologia della piccola scimmia ha dimostrato che si tratta di una specie separata che è stata chiamata Plecturocebus parecis. La nuova marmoset ha una grande somiglianza con altre specie del suo genere: anche se ha molte somiglianze con gli altri titi del suo genere, quello che caratterizza il Plecturocebus parecis è il suo mantello grigiastro, colorato come quello dell’aguti (Dasyprocta leporina) e con tonalità rossastre sul dorso, ma le somiglianze molto forti non devono ingannare, visto che la ricerca ha determinato che la distanza genetica tra il Plecturocebus parecis e gli altri titi variano tra lo 0,5 e il 2,7%. La distanza genetica tra gli esseri umani e gli scimpanzé (Pan troglodytes) è di circa l’1,2%.

I Plecturocebus parecis vivono in piccoli gruppi formati da parenti stretti nelle giungle degli Stati bfrasiliani del Rondônia e del Mato Grosso e tendono a popolare aree relativamente alte, con l’unica eccezione del Parque Nacional do Juruena.

La scoperta nasce dall’osservazione, tra il 2010 e 2011, di un gruppo di questi titi, formato da una coppia in età riproduttiva, una giovane femmina e un maschio e un giovanissimo, tutti e tre probabilmente figli della coppia. Lo studio evidenzia che durante i 50 giorni in cui è durata l’osservazione, «i titi hanno mostrato comportamenti territoriali tipici, in particolare il duo vocale caratteristico all’inizio del periodo di attività quotidiana. Il gruppo studiato occupava un piccolo territorio familiare, di soli 5,5 ettari, e seguiva una dieta prevalentemente frugivora (70% di frutti, 20% di foglie, 8% di insetti e 2% di fiori […]), con una diminuzione del consumo di frutta durante la stagione secca, quando aumenta l’importanza di altri alimenti».

I ricercatori, guidati da Almério Câmara Gusmão del Celbe Pantanal Laboratory of Mammalogy, del BIONORTE Graduate Program dell’Universidade do Estado de Mato Grosso, sottolineano che, per sopravvivere, la nuova specie ha bisogno di protezione, sia perché sembra avere una popolazione molto ridotta, sia perché il suo areale è compreso nel famigerato arco della deforestazione brasiliano. Lo studio conclude: «Il Plecturocebus parecis species nova dovrebbe essere considerata quasi minacciata a causa della perdita e della frammentazione continua dell’habitat in tutto il syo areale. […] Una protezione affidabile delle popolazioni di Plecturocebus parecis sp. Nov. sarà possibile solo istituendo nuove aree rigorosamente protette per le loro foreste che restano».

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