Quali sono i limiti della caccia? Il caso degli edredoni

Lo studio dei sedimenti dei laghi canadesi rivela che la caccia moderna può essere insostenibile

[3 Aprile 2019]

Per la salvaguardia della fauna una delle principali sfide consiste nel capire quali siano i fattori che, con il passare del tempo, danneggiano le popolazioni di fauna selvatica vulnerabili. Gli scienziati hanno cercato di capire questi fattori per stimare fino a qual punto la caccia possa essere sostenibile, ma finora mancavano i dati a lungo termine, soprattutto in regioni remote come l’Artico.

Il  nuovo studio “Multicentury perspective assessing the sustainability of the historical harvest of seaducks” pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences da un team di ricercatori canadesi guidato dall’università di Ottawa cerca di colmare questa lacuna basandosi su un nuovo metodo che permette di seguire l’evoluzione delle popolazioni di uccelli nidificanti.

Per esaminare i livelli di diversi composti chimici, Jules Blais, del dipartimento di biologia dell’università di Ottawa, e la sua équipe hanno analizzato delle carote di sedimenti provenienti dal fondale di piccoli laghi e stagni del Canada orientale e la principale autrice dello studio, Kathryn Hargan, spiega che «Quando gli uccelli colonizzano una regione, cominciano a fertilizzare l’ambiente locale, il che modifica radicalmente il livello di nutrienti nell’acqua. Col tempo, I sedimenti si accumulano lentamente sul fondo dei laghi, conservando una storia dettagliata dei cambiamenti biologici in questi specchi d’acqua, simile agli anelli di crescita degli alberi che rivelano delle informazioni storiche».

L’edredone comune (Somateria mollissima) è la più grossa anatra dell’emisfero nord e viene cacciato dagli inuit per la sua carne e il suo piumino. Prima questi uccelli si riunicvano in stormi di milioni di esemplari ma, secondo chi vive nel nord del Canada, negli ultimi decenni la popolazione di edredoni ha subito forti riduzioni. Si supponeva che l’intensa caccia fosse un motivo di questo declino e ora, dicono i ricercatori canadesi, «Questo studio ha potuto dimostrare che il declino della popolazione di edredoni osservato nella loro area di riproduzione principale coincide con un aumento della vendita di armi da fuoco e di barche a motore in Groenlandia, confermando che la caccia agli edredoni è attualmente insostenibile.

Lo studio realizzato grazie alla collaborazione con le popolazioni autoctone, Environment and Climate Change Canada/ Environnement et changements climatiques Canada e università di Carleton, Acadia e Queen, emerge che nello Stretto di Hudson, vicino a Cape Dorset, nel Nunavut – la principale area di nidificazione degli edredoni comuni – ha trovato le prove che «Le popolazioni sono diminuite dalla metà del alla fine del XX secolo, durante un periodo di caccia intensa da parte dei groenlandesi e di spostamento delle comunità inuit vicine. Nei siti di nidificazione più isolate, dove la pressione della caccia è stata minore, gli scienziati hanno constatato che le popolazioni erano rimaste stabili».

Blais  conclude: «Il fatto che delle tracce di pratica di caccia avvenute nel corso del secolo scorso possano essere state trovate nei profili nutrizionali degli stagni dell’Artico è affascinante. Tali strumenti offrono una nuova prospettiva per il tracciamento dei cambiamenti ambientali che risalgono indietro di centinaia di anni e può potenzialmente rivoluzionare gli sforzi di conservazione della fauna selvatica».